mercoledì 25 febbraio 2009

MILANSTORY: MARIO MAGNOZZI

Attaccante generoso, arriva dal Livorno nel 1930 e resta al Milan solo tre anni, diventando però un idolo della tifoseria e segnando 32 reti complessive. Prima di tornare nel club che l'ha lanciato.

'Motorino', lo chiamavano, per il suo essere onnipresente in ogni zona del campo: per consolare un compagno, per dare una pacca amichevole all'avversario, per recuperare un pallone distrattamente perduto dal centrocampista di turno o per avventarsi avidamente su un pallone vagante in area: ed era quest'ultima la passione preferita da Mario Magnozzi, livornese classe 1902 che arriva al Milan nel 1930 e segna 32 gol in 3 stagioni. Infatti Magnozzi, che gioca come mezzala offensiva, oltre all'enorme quantità del suo gioco -corre a tutto campo e lotta come i 'peggiori' gregari del tempo, scarponi ruvidi e senza troppi fronzoli- abbina una notevole tecnica personale, che lo fa presto diventare una stella del campionato italiano. Tifosissimo dell'amato Livorno, è proprio in amaranto che debutta a 19 anni. Diventa una bandiera a suon di gol, e la sua grinta lo elevano presto a idolo della tifoseria toscana. Magnozzi nel 1924/25 vince la classifica cannonieri e si fa apprezzare sempre di più per le sue doti di attaccante dal cuore grande. Debutta anche in Nazionale, e in azzurro giocherà 29 volte, segnando 13 reti: per lui anche un bronzo olimpico ad Amsterdam 1928. Desta scalpore il suo passaggio al Milan, dopo 9 tornei nel Livorno. A San Siro Magnozzi si ambienta presto e già al primo anno segna 10 reti. I tifosi lo accolgono bene e, con le 11 perle del torneo successivo, aiuta la squadra a piazzarsi al quarto posto. A 30 anni compiuti disputa l'ultimo torneo in maglia rossonera: non era un gran Milan e, dopo altre 11 realizzazioni decide di tornare a casa: nell'amato Livorno, dove segnerà ancora 11 volte in un paio di stagioni. Tornerà al Milan da tecnico (1941/43), poi guiderà il Lecce e lo stesso Livorno dal '54 al '56. Si è spento prematuramente a soli 69 anni, nel 1971. La scheda di Magnozzi.

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