venerdì 6 giugno 2008

PAOLO MALDINI, UN ALTRO ANNO DI PASSIONE!


Il capitano ha firmato per un'altra stagione: ha prevalso il cuore e la passione di Milan. Riviviamo la splendida carriera del mitico Cuore di Drago!

ALLA FINE, HA PREVALSO IL CUORE. Paolo Maldini, a poche settimane dal suo quarantesimo compleanno, ha firmato per un altro anno: potremmo goderci ancora un pò le giocate del grande capitano con la maglia rossonera. Giravano voci strane, da un lato chi diceva che il ginocchio e i vari dolorini che da anni assillano il Capitano ne avevano fatto maturare la decisione di smettere; dall'altro c'era chi punzecchiava sostenendo che Cuore di Drago non avrebbe voluto ridimensionare il suo ingaggio. La verità è che Paolo ha firmato e, come fa progressivamente da anni, ha accettato ancora una volta una diminuzione dello stipendio, perchè a prevalere sarà sempre e solo la passione sfrontata per il calcio e per la maglia rossonera. Nelle ultime tre annate Maldini è stato impiegato part time, per preservarne legamenti e carriera. Ciò è servito in tutti i sensi, perchè pur continuano a regalarci prestazioni quasi sempre all'altezza del suo numero 3 il Capitano non ha mai smesso di brillare, nelle occasioni migliori, con battaglie monstre da spellarsi le mani.

ESORDI DIFFICILI. 23 anni fa il debutto in un Milan poveretto, a soli 16 anni. Gli davano del raccomandato, ha presto smentito tutti, Paolo. A 17 anni era già titolare nel Milan di Lieholm (in panchina), Virdis e Hateley. L'avvento di Silvio Berlusconi (1986) riportò finalmente la squadra alla gloria che la sua storia voleva.

IMMORTALI. Arrigo Sacchi crea un Milan devastante, che nel 1988 torna tricolore dopo 9 anni. Una macchina di calcio spettacolare e inflessibile contro tutti gli avversari: mitica la rimonta scudettosul Napoli di Maradona. Maldini si esalta sulla fascia, ergendosi presto a erede di Cabrini come miglior terzino della stroia azzurra. Non solo: i trionfi europei del Milan lo portano nell'olimpo dei grandissimi di sempre, a soli 20 anni. I rossoneri devastano a barcellona lo Steaua (1989) e a Vienna nel 1990 incono la loro seconda Coppa Campioni di fila. Bis anche in Intercontinentale, incetta di Supercoppe, avversari annichiliti senza pietà (chiedere al Real Madrid, seppellito 5-0 a San Siro) e Milan che diventa la squadra più forte di sempre. Grazie ai gol di Gullit e Van Basten, certo, ma ancge della strepitosa difesa imperniata sui recuperi record di capitan Baresi e le galoppate micidiali di Tassotti e Maldini: mago di classe ed eleganza, puntello duro e raffinato in difesa, il giovane Maldini punge martellante con i suoi cross al bacio, le incursioni rete, discese zeppe di dribbling brasilianeggianti, che ne fanno presto una colonna anche in azzurro. Terminato il ciclo Sacchi, arriva Capello. Il Milan si fa ancora più cinico e continua a sbaragliare record, dai 3 scudetti di fila ad una nuva Champions: 4-0 al Barcellona. La stella di Maldini splende assoluta, eterna, favolosa. Atroce la scelta di non premiarlo mai col pallone d'oro. Se in rossonero sono gioie e coppe a ripetizione, in azzurro solo delusioni: su tutte, la finale mondiale persa col Brasile (1994).

CADERE E RISALIRE. Il Milan immortale muore nel 1996, le stelle vengono fischiate e corteggiate da club esteri: il Chelsea cerca Paolo e Costacurta. Loro restano dopo 2 anni orribili, e nel 1999 si prendono l'immensa gioia di uno scudetto insperato strappato alla Lazio. C'è Zaccheroni in panchina e tanti nonnetti all'ultimo valzer in campo: Rossi, Boban, Donadoni, gli stessi Paolo e Billy: un'ultima sferzata d'orgoglio per gli invincibili senatori. Maldini è uno dei tre centrali (non più terzino quindi), ferrea barriera con i suoi tackle tempestivi e spettacolari, i suoi recuperi prodigiosi, i salvataggi stellari. Segna anche un gol scudetto, a Parma su punizione. Tra 2000 e 2002 il Milan si rifonda, tra errori e colpi di mercato che portano qualche annata grigia. Su Maldini ci si può sempre aggrappare, lui è sempre uno dei migliori. Qualcuno pensava che fosse agli ultimi colpi, quando si ritira dalla Nazionale dopo 112 gare (record storico ancora imbattuto): nessuno poteva sapere che, con l'arrivo di Ancelotti a Milanello, iniziava la nuova vita di Paolo.

NUOVA ERA. Capitano splendido, pieno di medaglie e ammirato da tutti. Monumentale, davvero monumentale è il Capitano nella stagione 2002/03, il ritorno alla Champions League. Vincerla sulla Juve è stato emozionante, per lui alzarla da capitano, protagonista eccelso, sstupendo. Un centrale con i controfiocchi, e l'anno dopo è ancora meglio: mastodontico Paolo, blinda la retroguardia e la comanda dall'alto di un'esperienza unica, una classe massima, una precisione e una continuità assolutamente impressionanti. Nessun errore, un'annata degna dei tempi d'oro per un nuovo scudetto, il settimo. Altissimo rendimento anche nella stagione dopo, quando però il Milan scivola a Istanbul col Liverpool. Eppure proprio l'higlander Paolo aveva aperto i giochi in finale con un grandissimo gol. Cerca di rialzarsi il Milan, e dopo una dura ma positiva stagione (2005/06, nella quale Maldini pesca pure la prima doppietta in carriera!) ci riesce tornando campione d'Europa ad Atene nel 2007. Per il capitano è la seconda annata in cui si centellinano le presenze, ma il suo rendimento non perde di qualità. In questo 2007/08 ha giocato ancora meno, Cuore di Drago, e a volte ha anche ballato. Non sono però mancate tante gioie, come il risollevare la coppa del Mondo in Giappone. Un Maldini infinto: certo, omai non è più la macchina bionica infallibile e spettacolare di qualche anno fa, ma già così vale più di mille mezzi difensori o presunti tali che girano per il mondo. Ed è pronto a nuove sfide, dopo aver sfondato quota 1000 partite in carriera, per riornare la divisa rossonera con nuove medaglie!

1 commento:

Serendeca ha detto...

La muraglia cinese rimane.

Il capitano maldini, grazie alla sua grande esperienza accumulata nel corso degli anni e per il suo fisico giusto per la sua età, il cuor di drago, giocherà, solamente in alcune occasioni.
Molto probabilmente semmai dovesse lasciare la veste di giocatore, rimarrà nelle file del milan e chissà in un futuro ancor molto lontano allenatore.