domenica 30 settembre 2007

MILAN-CATANIA 1-1, ANCORA NIENTE VITTORIA

SERIE A, SESTA GIORNATA

CONTINUA IL MOMENTO DIFFICILE DELLA SQUADRA ROSSONERA: IL CATANIA VA IN VANTAGGIO E SOLO UN RIGORE DI KAKA' CONSENTE AGLI UOMINI DI ANCELOTTI DI PAREGGIARE. IL MISTER NON SI PREOCCUPA: "NORMALE MOMENTO DI RILASSAMENTO, VOGLIAMO PRESTO TORNARE A FARE BENE IN ITALIA E IN EUROPA":

MILANO. Così pochi punti nelle prime sei giornate il Milan di Berlusconi li aveva fatti solo altre tre volte in ventun anni: se un numero può servire a tracciare una sintesi del campionato rossonero, quel numero può essere solo questo. Ancora un pari, ancora un 1-1 e per fortuna che stavolta ci va meglio che a Palermo, dove al nostro gol del vantaggio erano seguiti i due centri avversari: a san Siro è il Catania a passare, e stavolta gli uomini di Ancelotti non hanno neppure la scusante di un gioco positivo e piacevole. Per fortuna che ci pensa Kakà a pareggiare, e ci riesce da calcio di rigore, come a ribadire un ennesimo concetto che delinea la "crisetta", vale a dirsi una certa difficoltà a trovare la via del gol. Uno a uno dunque, volti tirati e classifica magrissima, con la vetta che si allontana e l'interesse per il campionato che inizia a scemare anche nei tifosi.

LA PARTITA. Ancelotti riserva alcune sorprese in formazione. In porta confermato Kalac, che sostituirà l'infortunato Dida anche in coppa; difesa con Cafu al posto di Oddo e il nonnetto Favalli a sinistra, per Jankulovski. I centrali sono Kaladze e Bonera. Con Pirlo nel mezzo ci sono i due "capitani" Gattuso e Ambrosini; davanti a Seedorf e Kakà c'è Inzaghi e non Gilardino, come invece era stato annunciato. La gara è molto tattica, e la prima occasione capita a Kakà dopo serpentina tra 4 uomini. Il Milan inizia a far possesso palla e prova a spingere dopo la metà del primo tempo; ma è il Catania a passare, con Spinesi che crossa e 5 rossoneri in area: nessuno però si cura di Martinez, che tranquillo come una nonnina ai giardinetti svetta sulla linea e realizza l'1-0. Il Milan ragisce presto, con una punizione che Pirlo scaglia sulla traversa: nella mischia Inzaghi realizza ma l'arbitro annulla per un fantomatico tocco di mano di Kaladze. Cafu e Favalli cercano di proporre e spingere sulla fascia, ma gli spazi della formazione catanese sono ristrettissimi: in particolare è Cafu a insistere dalla sua parte. Inzaghi allo scadere sciupa un'altra occasione clamorosa. Nella ripresa Oddo rileva Cafu e Gilardino Ambrosini: Gattuso diventa capitano e il Milan spinge con due punte. Al '3 una bella azione Seedorf-Favalli-Kakà porta il rigore che rimette le cose sull'1-1: Kakà realizza e dà al Milan tuttal la ripresa per trovare il vantaggio. I rossoneri non giocano benissimo, ma attaccano con frequenza e mettono numerosi cross; tuttavia sono cross imprecisi, oppure sono gli attaccanti a trovarsi poco e male in mezzo alla foltissima difesa etnea. Le irrefrenabili discese di Kakà, e quelle a destra di Oddo, sono gli spiragli di luce che danno coraggio al Milan. Il lottatore gattuso si dà parecchio da fare nel mezzo, mentre in campo subentra anche Nesta: Kaladze si fa male (stiramento?) e lascia spazio a Sandro, che dà maggior razionalità alla fase difensiva. Nonostante un Milan più convinto e ordinato, finisce con l'1-1. Il Milan resta ancora all'asciutto di vittorie, dopo il successo alla prima giornata col Genoa: negli ultimi 5 turni, solo 4 punti su 15, 4 pari e una sconfitta. D'accordo che a noi piace la Champions, ma non ci teniamo a fare un campionato di bassa classifica!

MILAN-CATANIA 1-1. MARCATORI: Martinez (C) al 25' pt; Kakà (M) su rigore al 3'st. MILAN (4-3-2-1): Kalac; Cafu (1' st Oddo), Bonera, Kaladze (8'st Nesta), Favalli; Gattuso, Pirlo, Ambrosini (1' st Gilardino); Kakà, Seedorf; Inzaghi. (Fiori, Jankulovski, Brocchi, Gourcuff). Allenatore: Ancelotti. CATANIA (4-3-2-1): Polito; Sardo, Terlizzi, Stovini, Vargas; Izco, Edusei, Biagianti; Martinez (21' st Sabato), Mascara; Spinesi. (Bizzarri, Silvestri, Sottil, Babù, Colucci, Morimoto). Allenatore: Baldini (in panchina Atzori). ARBITRO: Gervasoni di Mantova.NOTE - Giornata grigia e umida, terreno in pessime condizioni; spettatori 49.835 per un incasso di 836.956,37 euro. Ammoniti Seedorf, Martinez, Edusei, Kakà, Terlizzi, Spinesi, Pirlo, Inzaghi. Angoli 6-5 per il Milan. Recuperi: 1' pt; 4' st. CLIC: LE PAGELLE ROSSONERE.

CLASSIFICA: 14 INTER, 13 JUVENTUS, 12 FIORENTINA, 11 ROMA, 10 NAPOLI, PALERMO, UDINESE, 9 ATALANTA, GENOA, 8 SAMPDORIA, 7 MILAN, LAZIO, CAGLIARI, 6 PARMA, CATANIA, 5 EMPOLI, 4 TORINO, 3 SIENA, REGGINA, 2 LIVORNO. NUMERI E CURIOSITA'. Partita numero 200 per Ricky Kakà con la maglia rossonera. E' coincisa con il suo gol numero 65, 14° da calcio di rigore.

HANNO DETTO: ANCELOTTI: "Complimenti al Catania, è la miglior squadra che finora è venuta a san Siro. Abbiamo affrontato le stesse difficoltà riscontrate nelle altre partite, hanno difeso molto bene. Quando si ottengono vittorie importanti come è successo al Milan negli ultimi anni un momento di rilassamento è normale; vogliamo comunque fare bene in tutte le competizioni, e speriamo di cominciare a farlo mercoledì col Celtic e domenica all'Olimpico con la Lazio".

sabato 29 settembre 2007

DOMANI MILAN-CATANIA

ORMAI SI RIPETONO SEMPRE GLI STESSI DISCORSI, MILAN DA COPPA, MILAN SFORTUNATO, SPERIAMO CHE SI RADDRIZZI LA STAGIONE... DIDA ANCORA OUT, DENTRO KALAC, BONERA E GILA


Dida ancora out

Ogni qualvolta che ci troviamo nel momento di parlare della prossima gara di campionato, i discorsi che vengono in mente sono sempre gli stessi: il Milan cerca di raddrizzare il torneo, Gilardino cerca il gol per sbloccarsi, Ancelotti vuole 3 punti per tornare in carreggiata e bla, bla bla... Poi va a finire sempre allo stesso modo, vuoi perchè ai ragazzi piace troppo la Champions (e troppo poco il campionato?), vuoi per una botta di sfiga o una svista arbitrale (una??) e la frittata è fatta. Così, nonostante l'avversario non sia uno dei più blasonati (il Catania), ci limitiamo a dire che il Milan dovrebbe scendere in campo con alcune varianti all'undici tipo: Kalac in porta, visto che Dida non ha recuperato; Cafù sulla sinistra in ballottaggio con Oddo, come già avevo suggerito nel match di Palermo; Bonera in difesa per dare riposo a Nesta e Gilardino probabile titolare in avanti, appoggiato dai soliti Seedorf e Kakà. Il Catania ha 5 punti e fuori casa non ha ancora vinto: facciamo in modo che continui a non farlo.

EX. Il doppio ex più importante risale alla preistoria del calcio ed è Romano Fogli. Fu a lungo bandiera del Bologna e a Catania chiuse la carriera; in mezzo, il passaggio al Milan. Centrocampista offensivo, in rossonero arrivò già anziano e si calò benissimo nel ruolo di panchinaro di lusso: era infatti il vice di Gianni Rivera, e nelle poche occasioni in cui fu chiamato in causa rispose con classe ed esperienza. Resta storica una sua partita nel vittorioso cammino in coppa Campioni del 1969, quando rilevò con successo il capitano infortunato. A fine anno, appunto, Rivera alzò la Coppa dalle grandi orecchie. Tanto per restare fedeli alla stoia del club!

giovedì 27 settembre 2007

LE PAGELLE DI PALERMO-MILAN

ERRORE DI KALAC, ODDO SOTTO I SUOI STANDARD. TRAVERSE PER PIRLO E SEEDORF, KAKA' CORRE TANTO. BUONA GARA PER GILARDINO, PIU' PARTECIPE E INCISIVO RISPETTO ALL'INIZIO DI STAGIONE.

KALAC 5,5.
rimpiazza Dida, infortunato. Il gran Milan visto per quasi tutto il match lo rende inoperativo, quindi ingiudicabile. Sul gol di Diana, in offside, è lasciato solissimo, e non può far nulla. Sulla punizione di Miccoli, invece, si tuffa un pò in ritardo. ODDO 5,5. Si vede pochino, rispetto ai suoi standard di stagione. Poco presente in fase di spinta, si perde Amauri nel suo settore in occasione del controllo di mano del brasiliano, premessa dell'1-1. NESTA 6. Baluardo della difesa, anticipa ovunque, lotta, si infuria, le prende e le dà. Tutta la difesa, lui pure, pasticcia in occasione del primo gol rosanero. KALADZE 6. Leggi Nesta: preciso, autoritario per tutto il match, pur senza dover far nulla di incredibile. Poi, la tonnara finale. JANKULOVSKI 6. Spinge e copre, prestazione positiva. PIRLO 6. Si vede meno del solito, però mantiene sempre l'ordine e i tempi del centrocampo. E sfiora il gol, centrando l'incrocio dei pali. GATTUSO 6 gioca da capitano, ma anche lui si vede poco: segno che il Milan domina e non c'è bisogno delle battaglie del suo guerriero.EMERSON 6. Fa il suo compitino, non strafà ma si meriterebbe un rigore grosso come una casa. (BROCCHI 6. Ci mette la sua grinta, per l'assalto finale). KAKA' 6. Corre tantissimo, duetta con Gila e Seedorf. A volte è un filo egoista, ma più spesso è partecipe delle trame sfiziose del Milan. Come per il gol: riceve da Gila e scodella in area l'assist per Clarence. SEEDORF 6,5. In avvio segna il raffinato gol del vantaggio (in pallonetto). Poi è ispirato artista protagonista delle affascinanti manovre rossonere. Prende una traversa, corre, gioca tanti palloni. GILARDINO 6. Inizia bene, gioca di sponda e si percepisce vivace. Da lui parte l'azione del gol. Anche quando non arriva sul pallone, appare motivato e ben partecipe: si incazza e questiona con Kakà, buon segno di vita. Poi cala alla distanza, ma va sempre meglio. (INZAGHI sv. elettrico da subito, ma ha pochissime palle da giocare).

PALERMO-MILAN 2-1, SCONFITTA TRA LE POLEMICHE

SERIE A, QUINTA GIORNATA

SCONFITTI A PALERMO, MA ANCHE A CAUSA DI PESANTI SVISTE ARBITRALI: DOPO IL GOL DI SEEDORF, FARINA NON VEDE DUE RIGORI NELLA STESSA AZIONE (KAKA' ED EMERSON OSTACOLATI), POI CONVALIDA IL GOL IN FUORIGIOCO DI DIANA (IMBOCCATO DA AMAURI DOPO STOP COL BRACCIO) E SI INVENTA LA PUNIZIONE-VITTORIA DI MICCOLI.

PALERMO. Sarebbe stata una vittoria meritata, è diventato un pareggio ingiusto e alla fine ce ne torniamo a casa con una sconfitta scandalosa. Il Milan gioca a Palermo una delle sue migliori partite stagionali, passa con Seedorf al termine di un'azione splendida, ma torna a casa a mani vuote con tante cose da recriminare: errori arbitrali, che sommati a quelli individuali di qualche giocatore hanno portato il primo kappaò in campionato. Dobbiamo già guardare Inter, Roma e compagnia dal basso, visti i soli 6 punti totalizzati in 5 giornate. Il Palermo sfata il tabù Barbera, dove quest'anno non aveva ancora vinto, e il Milan continua a ottenere risultati diametralmente opposti in campionato rispetto alla Champions.

LA PARTITA. Dida non ce la fa, in porta va Kalac. Difesa con Nesta e Kaladze centrali, Oddo e Jankulobvski esterni; Pirlo in regia, con capitan Gattuso ed Emerson ai fianchi: Ancelotti preferisce non rischiare Ambrosini, e davanti schiera Gilardino con Seedorf e Kakà. Il Milan inizia a tessere trame suadenti fin da subito, e al '10 già passa: Gilardino dal limite stoppa palla alla porta, di prima con l'esterno serve Kakà che si inserisce alla sua destra e scodella in mezzo all'area, per l'inserimento di Seedorf: Clarence controlla e in pallonetto infila l'1-0, secondo gol in 3 giorni per lui. Il Milan dà spettacolo, con azioni manovrate, passaggi di prima e scambi rapidi e divertenti. Dopo un'occasione per il Palermo, un'altra grande azione rossonera è conclusa alta da Gilardino. Jankulovski si fa vedere abbastanza, mentre Oddo fatica a brillare come sa: proprio ieri proponevo di concedergli un turno di riposo, forse davvero Cafu oggi avrebbe potuto dare di più. Anche Pirlo non splende maestoso come sempre, pur mantenendo ordine e precisione al fianco di Emerson. Kakà è molto più reattivo rispetto alla gara col Parma, corre tantissimo anche se a volte pecca un pò in egoismo. Seedorf coglie una traversa clamorosa, poi la gara si stabilizza e crescono i padroni di casa, provando a spingere con Miccoli. In attacco Gilardino lavora bene, di sponda, rendendosi partecipe e reattivo. Il primo errore arbitrale contro il Milan... vale doppio: su corner dei rossoneri, Kakà è strattonato vistosamente in area; la palla arriva a Emerson, che mentre controlla è falciato a forbice: l'arbitro e i suoi assistenti non vedono nulla. La ripresa s'apre con un Milan scoppiettante che attacca a pioggia, e coglie una seconda traversa con Pirlo; l'azione prosegue e la palla arriva a Nesta, che ultimamente ha scoperto un certo gusto nell'andare in area avversaria a cercare il gol, cosa assai insolita per lui: Sandro sferra il tiro, ma il Palermo salva sulla linea. Solo Milan in campo. Seedorf in azione personale serve Kakà, che taglia e entra in area, ma in posizione troppo defilata: il suo tiro è salvato ancora sulla linea. Il Milan stramerita, ma incassa il pari: palla spiovente in area per Amauri, lasciato colpevolmente solo dai difensori milanisti; il brasiliano salta controllando col braccio (primo danno dell'arbitro Farina) e serve Diana, che in fuorigioco (secondo capolavoro) segna l'1-1. Ancelotti mette in campo Brocchi e Inzaghi per Emerson e Gilardino, il Milan attacca schiumando rabbia ma deve ancora subire una sberla ridicola: Diana attacca inseguito da Pirlo, senza essere toccato sviene dal limite e l'arbitro si inventa una punizione: Miccoli sfodera una sassata, Kalac ci va in ritardo e il Palermo vince 2-1. Il Milan sembra già stufo del suo campionato.

PALERMO-MILAN 2-1. MARCATORI: Seedorf (M) al 10'p.t.; Diana (P) al 28' s.t., Miccoli (P) al 48' s.t. PALERMO (4-3-1-2): Fontana; Diana, Zaccardo, Barzagli, Cassani (Rinaudo dal 29' s.t.); Migliaccio, Simplicio, Caserta (Jankovic dal 16' s.t.); Bresciano (Cavani dal 16' s.t.); Miccoli, Amauri. (1 Agliardi, 4 Gio. Tedesco, 14 Guana, 19 Brienza). All.: Colantuono. MILAN (4-3-2-1): Kalac; Oddo, Nesta, Kaladze, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Emerson (Brocchi dal 31' s.t.); Kakà, Seedorf; Gilardino (F. Inzaghi dal 31' s.t.). (29 Fiori, 2 Cafu, 17 Simic, 19 Favalli, 20 Gourcuff). All. Ancelotti. Arbitro: Farina di Novi Ligure. NOTE - Spettatori: 30.761, per un incasso di 629.741,92. Ammoniti: Emerson, Simplicio per gioco falloso e Miccoli per comportamento non regolamentare. Angoli: 12-4 per il Milan. Recupero: 2' e 3'. LE PAGELLE ROSSONERE.

CLASSIFICA: 11 ROMA, INTER; 10 JUVENTUS, NAPOLI, PALERMO; 9 FIORENTINA, ATALANTA; 7 UDINESE; 6 MILAN, LAZIO, PARMA, GENOA; 5 CATANIA, SAMPDORIA; 4 CAGLIARI, TORINO; 3 SIENA; 2 EMPOLI, LIVORNO, REGGINA.

HANNO DETTO: ANCELOTTI: "ho apprezzato il gioco, l'interpretazione del match. Per un'ora siamo stati perfetti, torniamo a casa con il rammarico e l'amarezza, ma anche con la determinazione di tornare a vincere quanto prima".

mercoledì 26 settembre 2007

STASERA PALERMO-MILAN

STASERA IL MILAN CERCA DI DARE PER L'ENNESIMA VOLTA UNA SVOLTA AL CAMPIONATO. IL PALERMO DI AMAURI E MICCOLI E' BUONA SQUADRA, GILARDINO E' LA CHIAVE DI ANCELOTTI: ALBERTO CERCA DI SBLOCCARSI.



CHISSA' SE
stasera il Milan inizierà a dare una svolta a questo campionato, chissà se finalmente potremo vedere qualche gol, magari dagli attaccanti, vista la loro bulimia in terra nazionale. Il Palermo è una squadra strana, che in questa stagione è apparsa in gran forma in trasferta e molto fragile in casa. Infatti su 2 partite al Barbera, i rosanero hanno totalizzato un solo punto, incassando 3 reti a una. Fuori, invece, 2 vittorie su 2, con 5 gol fatti e 2 subiti. E' complicato indicare il perchè, ma forse no, visto che gli ospiti affrontati dalla squadra di Colantuono sono stati il Torino, una buona squadra, e la Super Roma capolista: scontata la sua vittoria anche in Sicilia, al primo turno. Questo significa che una big come il Milan può far punteggio pieno, a patto che non giochi pensando all'amata Champions League e snobbando il campionato; ma al tempo stesso quello "zero" alla voce vittorie in casa del Palermo è un dato ingannevole: non è da questa statistica, basata su un confronto con uno squadrone di livello nettamente superiore, a delineare le potenzialità del club di Zamparini. Che conta sull'attacco Miccoli-Amauri, due stelle mica da sottovalutare.

FORMAZIONE. Nel Palermo, oltre ad Amauri e Miccoli, sono molti gli elementi di spicco. Dall'espertissimo portiere Fontana al giovane centrale Barzagli, in coppia col terzino Zaccardo e il play brasiliano Simplicio; uno che, come il suo compare Bresciano, è abile in regia e letale in zona gol. Milan in formazione tipo, con la sola eccezione di Gilardino al posto Inzaghi, davanti a Seedorf e Kakà: ditro Nesta e Kaladze, in mezzo Pirlo tra Gattuso e Ambro, con Oddo e Janku esterni difensivi. Ultim'ora: un affaticamento muscolare per Ambrosini sta portando in queste ore Ancelotti a puntare su Emerson, mentre un piccolo risentimento alla spalla rischia di pregiudicare lam scelta del portiere: Dida rischia, c'è Kalac in allarme. Io avrei optato per un turno di riposo a Oddo, che se lo merita, dando fiducia al senatore Cafù. Inoltre avrei riproposto Gourcuff al posto di Kakà, perchè è meglio fargli accumulare esperienze e partite in fretta. Tuttavia anche la scelta del brasiliano è ponderata, perchè altrimenti l'ambiente potrebbe percepire un approccio secondario al campionato. Speriamo che Gilardino si sblocchi definitivamente.

EX. Più unici che rari i giocatori che hanno brillato con entrambe le maglie. Negli anni '70 vestì la maglia del Milan Egidio Calloni, diventato poi il prototipo di attaccante "sciagurato" per la quantità di gol sbagliati. In realtà il buon Egidio partì bene col Milan, in 4 anni segnò 31 gol e fu fondamentale a vincere la coppa Italia e con un buon apporto in campionato. L'ultima stagione e in parte la penultima, negative per tutta la squadra, sono invece state segnate da parecchi errori che hanno bollato in eterno il povero bomber. Calloni dopo il Milan ha giocato a Verona e Perugia, brillando quindi in B col Palermo nel 1981. 11 gol quell'anno, e uno proprio al suo Milan, condannato in B dalle sentenza post-calcioscommesse.

lunedì 24 settembre 2007

ODDO, LA FRECCIA DI DESTRA

E' TRA I ROSSONERI PIU' IN FORMA IN QUESTO AVVIO DI STAGIONE, MASSIMO ODDO: IL FORTE TERZINO DESTRO BRILLA IN ROSSONERO, DOV'ERA CRESCIUTO E DOVE E' TORNATO DOPO TANTE ESPERIENZE CHE LO HANNO MIGLIORATO E COMPLETATO.

MASSIMO ODDO è uno dei rossoneri più in forma in questo inizio di stagione. Arrivato nel gennaio scorso, dopo l'ottima mezza stagione conclusa con la vittoria della Champions league, Oddo si appresta a giocare la prima stagione completa con indosso la divisa rossonera. Una maglia che ha nel cuore e nel dna, visto che Massimo è cresciuto nel Milan: dopo 2 anni nelle giovanili, infatti, arrivò fino alle soglie della prima squadra, prima di iniziare un lungo giro di prestiti (Fiorenzuola, Monza, Prato, Lecco, ancora Monza) ai quali seguì una cessione definitiva. Da allora però Oddo è cresciuto, si è fatto forte ed è diventato un calciatore incredibile, salendo di livello anno dopo anno fino a meritarsi la nuova chiamata del suo Milan. "Ho sempre creduto e sperato che un giorno sarei tornato" ama ripetere Massimo, cuore rossoonero. Proprio così: il suo sogno era tornare a casa, nel club che l'ha cresciuto e per il quale non si può non sentire un'attrazione fatale dopo averne vestito i colori. Oddo gioca bene al Napoli e benissimo al Verona, dove esplode in serie A e si mette in mostra come terzino arrembante, ordinato in difesa e preciso sui calci piazzati. Da qui il grande salto alla Lazio, di cui diventa una stella e una bandiera: 4 staguioni e mezzo, con 172 presenze totali e una coppa Italia alzata al cielo. In biancoceleste Oddo diventa campione, sfrecciando potente sulla sua fascia, sfornando serie di cross mirabolanti in quantità industriale e mantenendo un gran feeling col gol. Micidiale da calcio piazzato, capace di gol pazzeschi grazie ad un tiro (specie al volo) stellare, Oddo segna 17 reti con la Lazio. Mica male per un difensore! Ogni stagione, con l'avvicinarsi di gennaio, è accostato al suo Milan: ogni volta sembrava fatta, ma per un motivo o per l'altro si è dovuto aspettare fino al gennaio 2007. E il Milan ha riabbracciato un suo gioiello da campione del mondo, l'erede di Cafu che invecchia. Lentamente e senza farlo notare, ma invecchia. Adesso Oddo è il titolare, la freccia che sfreccia a destra: il suo avanzare elegante e prepotente è diverso da quello bailado di Cafu o Tassotti, i suoi predecessori; è un incedere più di forza che di classe, ma ugualmente devastante. Perchè Oddo non è un campione di classe cristallina innata, Oddo si è costruito con l'esperienza e gli anni di sacrifici. Si è migliorato e completato, e ora dalle sue sgroppate piovono cross e assist invitanti in dose massiccia. Soprattutto, sotto la maglia, batte un cuore rossonero.

MASSIMO ODDO. Città Sant'Angelo (PE), 14/6/1976. Terzino destro. CARRIERA:92/93 RENATO CURI, 93/95 MILAN, 95/96 FIORENZUOLA, 96/97 MONZA, novembre 96/97 PRATO, 97/98 LECCO, 98/99 MONZA, 99/00 NAPOLI, 00/02 VERONA, 02/07 LAZIO, gennaio 07/- MILAN. PALMARES: 1 coppa Italia (Lazio), 1 Champions League e 1 Supercoppa eureopea (Milan), 1 Mondiale (Nazionale).

domenica 23 settembre 2007

LE PAGELLE DI MILAN-PARMA

AMBROSINI, CAPITANO E TRASCINATORE. NESTA, UN ERRORE CAPITA ANCHE AI MONUMENTI. PIRLO E INZAGHI CI PROVANO, MA SONO POCO ASSISITITI: CI ASPETTIAMO DI PIU' DA SEEDORF E KAKA'.

DIDA 6.
Non ha particolari colpe sul gol subito, anzi sfodera un buon intervento nella prima frazione. ODDO 6.5. Il solito inesauribile cavaliere della corsia di destra. In un paio di occasioni in difesa non reagisce benissimo, ma in fase offensiva spinge che è un piacere e crossa con qualità e in quantità considerevoli. (CAFU sv). NESTA 5.5 Partita tranquilla, senza troppi interventi, per Sandro; ma quando deve arginare Reginaldo che lo risucchia sulla fascia, si fa saltare e il cross del brasiliano diventa gol: sfiga, un errore può capitare anche al monumentale numero 13. BONERA 6.5. Lotta, legna, brilla nei tackle e argina Corradi. Grande ex. JANKULOVSKI 6. Inizia benissimo, spingendo e crossando in sintonia con Oddo. Poi preferisce mantenere la difensiva. PIRLO 6. Prova ad orchestrare come al solito, ma gli altri lo seguono poco. BROCCHI 6. Partita delle sue, da gregario tutta grinta e polmoni. (EMERSON 6. Fa la mezzala, cerca il gol ma è sfortunato.) AMBROSINI 7. Combattivo, aggressivo, mai domo. Insomma, Massimo Ambrosini. Sputa sangue su ogni palla e ci delizia pure con una splendida ruleta, su passaggio in movimento, conclusa con tiro pericoloso. Capitano e trascinatore. SEEDORF 6. Classici duetti con Kakà, il gol "alla Inzaghi" e molto movimento palla al piede. Attendiamo però guizzi e genialate superiori da Clarence. (GILARDINO sv. Entra e sciupa a freddo un'occasione da gol: ieri era la sua partita, contro il suo Parma; ma Ancelotti lo ha mandato in panchina a sorpresa). KAKA' 5.5. Si vede pochissimo, Ricky. Sarà la stanchezza dopo la coppa, sarà quello che vuoi, ma non scappa mai a modo suo, non tira, non crea. INZAGHI 6 Lui lotta, scatta e ci prova sempre, ma non sempre è fortunato: un tiro al volo, un palo.

MILAN-PARMA 1-1, ANCORA UN PAREGGIO

SERIE A, QUARTA GIORNATA

BUON MILAN CON IL PARMA, E VANTAGGIO DI SEEDORF. MA LA SOLITA DIFFICOLTA' NEL CONCRETIZZARE LE TANTE AZIONI D'ATTACCO COSTRINGONO LA SQUADRA DI ANCELOTTI ALL'ENNESIMO PAREGGIO.

MILANO.
Altro giro, altro pareggio. Il Milan impatta anche sul Parma, dopo aver giocato un'ottima partita, con i cronici errori in fase di finalizzazione emersi in questo campionato. Buon Milan in tutti i novanta minuti, ma al vantaggio di Seedorf succede il rocambolesco pareggio di Pisanu a ripresa inoltrata. In 4 giornate di serie A, per i rossoneri è il terzo pareggio per 1-1 di fila.

LA PARTITA. Formazione stravolta rispetto alle previsioni: dentro Inzaghi, e non Gila, dentro Brocchi per Gattuso e confermato Bonera dietro nel ruolo di Kaladze. Buon Milan nel primo tempo: contro un Parma diligente i rossoneri giocano tranquilli, tessono azioni spegnendo la luce ai ducali. Kakà e Seedorf duettano alla grande, Inzaghi è una spina nel fianco e persino Ambrosini si mette a fare il fuoriclasse, con rulete e numeri brasilianeggianti prima di arrivare al tiro; il Milan, dopo alcune occasioni per Inzaghi, colpisce. Magia di Kakà, tiro al volo di Pippo, palla respinta da Pavarini. Morrone, nel tentativo di spazzare l'area va a sbattere su Seedorf che intuisce tutto e infila l'1-0. Nella ripresa il Milan continua a giocare, ma la stanchezza inizia a farsi sentire, la difesa scricchiola e il Parma trova l'1-1: cross di Reginaldo, rete di Pisanu. I crociati sfiorano addirittura il vantaggio, e il Milan forza nel finale inserendo Gilardino. Piovono occasioni da una parte (kakà, Inzaghi, Gilardino) e dall'altra (Corradi), ma una serie grossolana di errori sigilla il risultato sull'uno pari.

MILAN-PARMA 1-1. MARCATORI: Seedorf (M) al 44' p.t.; Pisanu (P) al 28' s.t. MILAN (4-3-2-1): Dida; Oddo (Cafu dal 35' s.t.), Nesta, Bonera, Jankulovski; Brocchi (Emerson dal 22' s.t.), Pirlo, Ambrosini; Kakà, Seedorf (Gilardino dal 30' s.t.); F.Inzaghi. (16 Kalac, 4 Kaladze, 19 Favalli, 20 Gourcuff). All.: Ancelotti. PARMA (4-3-3): Pavarini; Zenoni, Falcone, Couto, Castellini; Dessena (Matteini dal 19' s.t.), Parravicini (Cigarini dal 15' s.t.), Morrone; Reginaldo, Corradi, Pisanu (Coly dal 35' s.t.). (1 Radek, 13 Rossi, 16 Tombesi, 9 Paponi). All.: Di Carlo. ARBITRO: Damato di Barletta NOTE: spettatori 51.026. Ammoniti: Zenoni, Reginaldo e Morrone per gioco falloso, Dida, Castellini e Pavarini per comportamento non regolamentare. Angoli: 6-4 per il Milan. Recupero: 1' e 4'. LE PAGELLE ROSSONERE.

CLASSIFICA:10 ROMA; 8 FIORENTINA, INTER, ATALANTA; 7 NAPOLI, JUVENTUS, PALERMO, UDINESE; 6 MILAN; 5 SAMPDORIA; 4 TORINO, CAGLIARI; 3 LAZIO, PARMA, GENOA; 2 CATANIA, SIENA, REGGINA, EMPOLI, LIVORNO.

HANNO DETTO
ANCELOTTI: "Non si può essere sempre splendidi e brillanti; intanto, però gli altri viaggiano. La Champions non c'entra nulla; in campionato non stiamo facendo bene e basta". ODDO:"Quando andiamo in difficoltà ci sbilanciamo, non manteniamo certi equilibri che per noi sono fondamentali e andiamo in difficoltà. Dobbiamo essere più intelligenti a mantenere certi equilibri". CLIC: ODDO, FRECCIA SULLA FASCIA.

venerdì 21 settembre 2007

DOMANI MILAN-PARMA

TORNA LA SERIE A E ANCELOTTI DA FIDUCIA A BONERA E GILARDINO: DUE GRANDI EX CHE HANNO SEGNATO LA STORIA RECENTE DEL CLUB EMILIANO E VOGLIONO PREPARARE UN BELLO SCHERZETTO AI LORO EX TIFOSI...


Gila col Milan e ai tempi del Parma

FORMAZIONE.
Domani il Milan ospita il Parma a san Siro per la quarta di campionato. L'obbiettivo è vincere e convincere per iniziare a dimostrare la nostra superiorità anche in campo nazionale. La settimana di coppa, con l'Inter umiliata e sconfitta dal Fenerbache(!) ha dimostrato una volta di più il livello superiore dei club che si affrontano in Europa, territorio in cui i rossoneri sono temuti e rispettati proprio perchè hanno sempre dato infinite prove di forza, i tanto incensati cuginastri nerazzurri si sono presi invece un'altra bella scoppola, a ribadire la loro inconsistenza internazionale e il loro prestigio europeo ridotto ai ricordi degli anni '60; inoltre, ancora una volta si è potuto constatare quanto portentosa sia la corazzata di Mancini, quella che ha vinto a mani basse un campionato in cui squadroni come Palermo ed Empoli hanno fatto le big... Comunque, tornando a domani: Ancelotti dovrebbe alternare Gilardino a Inzaghi in attacco, e Bonera a Kaladze dietro. Per il resto, formazione consolidata.


Anche Bonera è un doppio ex

EX. Bonera e Gilardino saranno i grandi ex della serata. Bonera, difensore classe 1981, è esploso nel Brescia, il club della sua città; dopo 4 stagioni, nel 2002 fu acquistato dal Parma in qualità di promettentissimo giovane italiano. In gialloblù ha mantenuto le promesse: forte fisicamente, presente con autorità e tempismo nel guidare la difesa, Bonera possiede anche un'ottima tecnica di base. A Parma ha chiuso con la fasci di capitano, giocando 136 gare in 4 anni. Ha raggiunto la Nazionale e il Milan, dove al primo anno ha subito dato un gran contributo. Inizialmente il mister lo ha provato in fascia, con risultati via via sempre migliori; poi però si è imposto come centrale perfetto, il suo vero ruolo. Alberto Gilardino, di scuola Piacenza (ha esordito in A a 17 anni), si è messo in mostra in un paio di stagioni al verona e nel 2002 è passato al Parma. Dopo un anno di ambientamento è esploso fragorosamente, segnando gol a raffica e suscitando i clamori nazionali. Novello Inzaghi (opportunista, rapido, decisivo, costante, col fiuto del gol innato) però più tecnico e spettacolare, Gila segna 26 reti nel 2004 e 25 l'anno dopo, meritandosi Milan e Nazionale. In rossonero, dopo un piccolo ambientamento, si mette in mostra segnando 19 volte al fianco di Inzaghi, Sheva e Kakà. Pur con altri 16 centri l'anno scorso, è parso meno brillante e importante in zona gol: i tifosi gli chiedono di diventare il leader dell'attacco. Insomma, il nuovo Inzaghi.


Ancelotti-Sacchi, mille intrecci sull'asse
Parma-Milan


AMARCORD. Carlo Ancelotti è nato calcisticamente nel Parma: il mister era la giovane stella del club ducale ai tempi della serie C, a fine anni '70. Dopo 3 stagioni fu preso dalla Roma, dove diventò campione affermato e bandiera. Passate altre 8 stagioni, Ancelotti era dato per finito, logorato da tanti infortuni; invece il bello della sua carriera doveva ancora venire, il Milan di Berlusconi puntò su di lui e Carletto divenne una delle stelle più luminose della storia milanese. Centrocampista forte e dinamico, dal lancio teleguidato e leader naturale della manovra, Ancelotti in 5 stagioni vinse tutto e diventò un idolo. Da tecnico ha portato il Parma a un nobile secondo posto a metà anni '90, prima di arrivare al milan nel 2001 e vincere 7 trofei in 7 stagioni. Nel Parma si è affacciato alla ribalta come tecnico Arrigo Sacchi, che Berlusconi ha portato al Milan nelle critiche per farlo diventare il profeta del suo ciclo immortale. Il portiere di quel Milan, il grande Giovanni Galli (ex Fiorentina), dopo l'epopea rossonera giocò nel Napoli e passò al Parma da chioccia di Bucci. Hernan Jorge Crespo, bomber argentino, al Parma nel 1996 ebbe difficoltà di ambientamento; ma mister Ancelotti puntò su di lui e Valdanito ripagò con 61 reti in 4 anni. Nel 2000 passò alla Lazio (altri 35 gol) e nel 2002 all'Inter, quindi al Chelsea di Abramovich e, nel 2004, al Milan: come a parma, inizia tra gli stenti, ma Ancelotti gli sta vicino e alla fine Hernan diventa idolo dei tifosi: 11 reti in campionato e 6 in coppa, compresa la doppietta in finale al Liverpool. Purtroppo il Chelsea lo riprende dal prestito e, dopo un campionato vinto, lo ricede all'Inter, dove Hernan continua tuttoggi a vincere e segnare grappoli di gol. Marcio Amoroso, brasiliano, esplose nell'Udinese e aParma fece abbastanza bene, limitato da infortuni; dopo la grande epopea al Borussia Dortmundprima e al San Paolo dopo, passò al Milan nel 2006 come meteora e, dopo un passaggio al Corinthians, oggi gioca nel Gremio.


Crespo, gran bomber a tutte le
latitudini

giovedì 20 settembre 2007

PIRLO, CAMPIONE UNIVERSALE

PIRLO NON E' PIU' "SOLO" IL REGISTA PIU' FORTE DEL MONDO, PIRLO E' TRA I NUMERI UNO IN ASSOLUTO. ED E' PARTITO PER L'ENNESIMA STAGIONE A LIVELLI SONTUOSI, STELLARI. A MODO SUO.



Tu chiamale, se vuoi, geometrie. Andrea Pirlo dipinge calcio e costruisce mirabilie, cervello sottile e piedi fatati per guidare i successi del suo Milan. Il regista rossonero è tornato a livelli stellari, sontuosi, dopo che nella scorsa stagione le fatiche post-mondiale ne avevano minato i picchi di splendore a cui ora Andrea ci ha riabituato. Così se l'anno scorso il Pirlo migliore si era visto da gennaio in poi (insomma, con l'avvicinarsi delle sfide importanti), come per moltissimi altri rossoneri, in questo 2007/08 abbiamo da subito capito che sarà una stagione mostruosa per lui. Aveva iniziato come trequartista, Pirlo, esordiendo bambino nel Brescia; poi era passato all'Inter, ma nel caos sovrano che regnava alla Pinetina non era riuscito a brillare, anche a causa di una personalità ancora da formare e alla cronica abitudine dei cugini di perdersi per mano grandi talenti: così, dopo i fruttiferi prestiti a Reggina e Brescia, nel 2001 Pirlo arriva al Milan come riserva di Rui Costa. Gioca una buona stagione, ma nell'estate 2002 arriva una svolta epocale: con Ancelotti si reinventa playmaker e prende le chiavi del centrocampo, scoprendo di essere un regista incredibilmente dotato. Lui guida la straordinaria macchina rossonera che incanta e vince l'Europa, e presto diventa all'unanimità il miglior play del globo: Scolari e Rivaldo dicono di "sognarlo con la maglia del Brasile"! Fantasia e classe non sempre vogliono dire giocatore poco incline alla grinta e alla combattività: Pirlo ha imparato a creare e distruggere, lottare con ardore e personalità. Geniale nel lanciare ad occhi chiusi azioni entusiasmanti, micidiale sui calci piazzati: Pirlo diventa insostituibile, unico e infinito. Visione di gioco, eleganza, classe, intuito e piedi fatati: così il Milan vince anche lo scudetto, e Andreino è protagonista stellare. Ottimo anche nella stagione seguente, Pirlo entusiasma con punizioni, dribbling e giocate magiche anche nel 2005/06, pur se con alcuni alti e bassi, e disputa un grande mondiale; poi la stagione della nuova Champions, un rendimento crescente sempre più strepitoso e il presente, fatto di luccicante entusiasmo per la grandezza di un campione infinito che non si può più definire "solo" come regista più forte dell'Universo. Pirlo è di più, Pirlo è sul podio dei giocatori più forti in assoluto.


mercoledì 19 settembre 2007

LE PAGELLE DI MILAN-BENFICA

GRANDISSIMA PARTITA PER KAKA', INFINITA PER PIRLO: E SE IN AVANTI BRILLA IL FIUTO DEL GOL DI INZAGHI, SULLE FASCE SCORAZZANO DUE TERZINI STRAORDINARI. SENZA DIMENTICAR IL SUPERBO LAVORO DEGLI INCONTRISTI...



DIDA 6.5. Un Milan superbo gli regala una serata tranquilla. Non ha colpe sul gol, anzi si supera con un grande intervento su Cardozo. ODDO 6.5. Corre, crossa, sfodera un tiro poderoso: Massimo continua a giocare alla grandissima. (BONERA 6 Gioca pochi minuti sulla fascia, lui che è centrale; e sforna un assist per una rovesciata di Kakà nel finale). NESTA 6. E' in forma incontenibile, ma non deve calarsi nei panni di superman per contenere gli avversari. KALADZE 6.5. Come Nesta, solo che Kala ha voglia di rifarsi dall'errore di sabato col Siena: e ci riesce con personalità ed eleganza. JANKULOVSKI 7. Che campione, che giocatore ragazzi!! Un cavallo di razza purissima e sangue nobile che copre, spinge come un forsennato, crossa a ripetizione, tira... Il degno erede di Maldini su quella corsia. PIRLO 9. Superbo, splendente, grandioso. Il Maestro dipinge calcio, disegna traiettorie e azioni fenomenali. Apre le danze con un gol bellissimo su punizione, inventa l'assist del raddoppio a Inzaghi, pilota la manovra in grande stile. Geniale. GATTUSO 6. Combatte come sempre, contiene con grinta e tranquillità i portoghesi. AMBROSINI 6.5 Il capitano ci prova subito con un piattone a lato di poco. Poi giganteggia a centrocampo, prende tutte le palle (di testa e non), avvia le ripartenze. SEEDORF 6.5. I suoi duetti con Kakà, i guizzi e i suoi movimenti deliziano lo stadio. (EMERSON 6. Entra e sfiora subito il gol, ma Quim si supera). KAKA' 8. Il principino si prende tutto il campo e diecide di correre ovunque, superando ogni avversario come fosse un birillo. Sfreccia ovunque, parte tra masse di avversari e si lancia in corse eleganti di 40, 30 metri. Incontenibile. INZAGHI 7. Ci prova, ci riprova: tiri, sgomitate, girate. Il suo lavoro è premiato da un assist di Pirlo, che Pippo capitalizza come sa: con un tiro splendido, che vale il suo gol numero 60 nelle competzioni europee. GILARDINO sv.

MILAN-BENFICA 2-1, CHE SPETTACOLO!

CHAMPIONS LEAGUE, PRIMO TURNO
PRIMA GIORNATA



IL MILAN DOMINA IL BENFICA CON UN GIOCO STELLARE. PIRLO APRE CON UNA SPLENDIDO GOL SU PUNIZIONE, INZAGHI RADDOPPIA E SALE A QUOTA 60 CENTRI IN EUROPA. BRILLA LA STELLA DI KAKA'.

MILANO. Che Milan ragazzi! E' proprio vero, in Champions i rossoneri si vestono di leggenda e diventano Meravigliosi. Gli uomini di Ancelotti hanno debuttato nella coppa 2007/2008 giocando una partita sontuosa, annichilendo senza pietà il Benfica nella serata del ritorno di rui Costa a San Siro. Pirlo è stato il migliore in campo, dirigendo con classe magistrale tutta l'azione rossonera, e aprendo il risultato con una magica punizione. Il solito rapace Inzaghi ha coronato con un gran gol un'azione strepitosa, mentre kakà ha rafforzato prepotentemente la propria candidatura al pallone d'oro con delle giocate preziosissime. Il Milan conquista i primi tre punti nel girone e inizia nel modo migliore il suo viaggio nell'Europa che lo teme e lo rispetta come squadra più forte del continente.

LA PARTITA. Ancelotti schiera la formazione tipo, con gli esterni Oddo e Jankulovski ai fianchi della coppia centrale Nesta-Kaladze. Pirlo in cabina di pilotaggio è scortato dai guerrieri Gattuso e Abrosini, Kakà e Seedorf ispirano l'assatanato Inzaghi. San Siro accoglie con applausi imponenti l'ingresso del grande Manuel Rui Costa, che abbraccia tutti gli ex compagni. Poi Riley fischia l'inizio e subito si ammira un Milan in gran spolvero, che prende il comando delle operazioni e sfiora il gol in avvio con un piattone di Capitan Ambrosini, su cross di Oddo. Pochi minuti, e arriva il gol: concedere una punizione ad Andrea Pirlo vuol dire rischiare, e Andreino punisce. Accarezza la sfera come solo lui sa fare, Pirlo, disegnando una traiettoria avvolta di scintillante polvere magica e incastrando la palla nell'angolino, dopo aver sfiorato le manone di Quim: 1-0 e san Siro subito si scalda. Inzaghi gira sul portiere un'altra occasione, lasciando presagire la grande serata del Milan: che gioca con classe estrema e personalità che incute rispetto nei portoghesi. I rossoneri danno spettacolo. Kakà avvia un'azione entusiasmante, proseguita dal velo di Seedorf e conclusa dal tiro di Pippo, parato; la risposta benfiquista è orchestrata da Rui, prima con conclusione personale e poi con un assist che porta alla traversa un compagno. Il Milan riprende a volare nella terra dei maghi e delle fate, e raddoppia: Kakà accelera in progressione e arriva al limite dell'area, servendo Pirlo che si inserisce sul fianco opposto: il genietto bresciano scodella in mezzo, dove il rapace Inzaghi si coordina per un tiro al volo strepitoso che si infila in rete: 2-0 e scentro numero 60 di Pippo in Europa. L'esultanza sfrenata del bomber scatena l'entusiasmo del catino meneghino. Che assiste esaltato alla manovra sublime di un Milan stellare che domina, gioca a tuttocampo, splende di luce propria. I cavalieri rossoneri esprimono tutte le loro doti di palleggio, controllo, geometria e il pubblico gode. Maestro Pirlo guida ogni movimento di una truppa perfetta, sincronizzata nei movimenti, nei passaggi, nelle incursioni. Controllare il risultato è semplice, anche se ci vole il miglior Dida su una conclusione di cardozo guidata dal solito rui Costa. Il Milan gioca sul velluto, disegnando triangoli e facendo tutto quello che vuole. Pirlo indica la rotta, Kakà e Seedorf duettano in armonia, Oddo e Janku attaccano con insistenza. Proprio una bella discesa di Jankulovski apre la ripresa, che prosegue con una gran galoppata di Kakà per 40 metri, con 2 uomini saltati in velocità e una conclusione che poteva essere migliore. Tra tacchi, azioni, cross e passaggi, il Super Milan diverte ed entusiasma: piovono occasioni per Jankulovski, Inzaghi, Oddo... Entra Emerson, ma resta il solito Milan da favola. Se in mezzo al campo il cervellone di Pirlo è sempre in fermento, davanti è Kakà a splendere; come quando si divincola in piroetta da un nugolo di tre uomini e parte in possente accelerazione; servito Jankulovski, arriva il cross per Inzaghi, parato e ribattuto su Emerson: il tiro del brasiliano è sventato ancora dal volo di un grande Quim. Entrano Bonera e Gilardino, ma ormai la gara è chiusa e la truppa rossonera può chiudere la sua Disneyland. C'è ancora il tempo per la standing ovation a Rui Costa, sostituito, che esce dal campo battendosi il cuore, e il gol del 2-1 di Nuno Gomes, su convulsa azione di corner: la partita finisce così, Rui torna sotto la curva inondato d'amore e di applausi. Il Milan porta a casa i primi tre punti del suo ennesimo viaggio alla conquista dell'Europa.



MILAN-BENFICA 2-1
(primo tempo 2-0)
MARCATORI: al 9' pt Pirlo (M), al 23' pt Inzaghi (M); al 47' st Nuno Gomez (B) MILAN (4-3-2-1): Dida; Oddo (dal 36' st Bonera), Nesta, Kaladze, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Ambrosini; Kakà, Seedorf (dal 30' Emerson); Inzaghi (dal 39' Gilardino). A disp.: Kalac, Favalli, Simic, Brocchi. Allenatore: Ancelotti. BENFICA (4-5-1): Quim; Luis Felipe, Miguel Vitor (dal 28' st Binya), Edcarlos, Leo; Maxi Pereira, Di Maria, Katsouranis, Rodriguez, Rui Costa (dal 42' st Nuno Assis); Cardozo (dal 18' st Nuno Gomes). A disp.: Butt, Nelson, R. Ribeiro, Bergessio. Allenatore: Camacho. ARBITRO: Mike Riley (Ing) NOTE - Ammoniti Inzaghi per gioco scorretto, recuperi 1' pt, 2' st; terreno in buone condizioni, serata ventilata. Spettatori 38.358 per un incasso di 783.864,00 euro.



GRUPPO D
3 MILAN
3 SHAKHTAR DONETSK
0 BENFICA
0 CELTIC GLASGOW



NUMERI E CURIOSITA'
60 GOL PIPPO. In Europa Inzaghi è a soli 9 centri dal record assoluto di gerd Muller. 300 VOLTE AMBROSINI. Il capitano, arrivato nel 1995, centra un importante traguardo in rossonero. 33 GOL PIRLO. Col Milan Andrea è al 5° cento in Champions.



HANNO DETTO...
PIRLO:"Sto giocando bene e la squadra anche. Sono contento così. Il gol? Fa piacere ovvio, ma l'importante è che la squadra vinca. Contro il Benfica abbiamo avuto tante occasioni e forse potevamo chiudere prima la partita". ANCELOTTI: "È stata una bella partita, giocata bene. Abbiamo assicurato il risultato subito e poi continuato a giocare creando molto. Pirlo? Ha fatto un gol, un assist nel secondo, ha gestito bene il gioco. È un giocatore che per le sue caratteristiche è insostituibile per il momento".




martedì 18 settembre 2007

STASERA MILAN-BENFICA

L'EUROPA RIABBRACCIA LA SUA STELLA ROSSONERA, TORNA LA CHAMPIONS. MILAN IN FORMAZIONE-TIPO, RUI COSTA CONTRO UN PEZZO DI CUORE: "SAN SIRO MI DARA' EMOZIONI, SIETE LA SQUADRA PIU' FORTE DEL MONDO E PER ME NON SARA' MAI UNA PARTITA NORMALE".


"Rui è un grande, mi ha fatto un sacco di assist"
Pippo Inzaghi

E' arrivato
il momento ragazzi. L'Europa inizi a tremare, torna la Champions col suo Milan tritatutto. Dall'Algarve agli Urali, dalla Scozia alla Turchia si espande il terrore dell'Attila rossonero che fa incetta di coppe e supercoppe. L'Europa siamo noi, però non bulliamoci troppo. Stasera in campo ci va la grinta, non il palmares. E ne servirà molta di grinta, col Befica dell'immenso ex Rui Costa. Squadra tecnica, che fa del possesso palla e del palleggio la dote migliore per aver ragione degli avversari. Lo ha sottolineato Massimo Ambrosini in conferenza stampa, aggiungendo "E in più hanno Rui, un campione che conosciamo benissimo". Già, Rui Costa, O Maestro. "San Siro mi darà emozioni" ha detto. "Che piacere rivedere Ancelotti, che voglia di rivedere tutti quanti. Il Milan è la squadra più forte del mondo. Me lo sentivo che ci saremmo incontrati ancora". E comunque andrà sarà splendido riassaporare il profumo dei bei tempi in cui il Musagete estasiava San Siro. Ancelotti schiererà il miglior Milan: dopo il turnover di Siena tornano Oddo e Janku sugli esterni, Pirlo in cabina di pilotaggio scortato dai soliti Gattuso e Ambrosini. Davanti, l'asso di coppe Inzaghi, supportato da Seedorf e soprattutto Kakà, la cui assenza-assieme a quella di Pirlo- ha pesato moltissimo in campionato, sabato. In difesa confermati Nesta e Kaladze, vista la ormai assorbita assenza di Maldini, che sta piano piano entrando nella forma migliore per disputare l'ennesima grande stagione.


Josè Altafini

PRECEDENTI. Benfica in casa Milan vuol dire la prima coppa europea messa in carniere, la prima coppa Campioni "italiana". Era il 1963 e la squadra di Nereo Rocco giunse in finale contro i favori del pronostico. Nel mitico teatro di Wembley, il mitico Benfica di Eusebio e Coluna passo con rete dello stesso Eusebio e mise sotto il club milanese nel primo tempo; la ripresa segnò il risveglio del leone Altafini, che con una doppietta epocale-14 gol per lui in quella coppa- consegnò il trofeo nelle mani di capitan Cesare Maldini. Milan e Benfica si ritrovano in un'altra finale, molti anni dopo al Prater di Vienna: è il 1990 e vince ancora il Milan, con gol di Frankie Rijkaard. E' la quarta coppa del Diavolo. I club si affrontano anche nel 94/95, ai quarti: 0-0 portoghese e 2-0 meneghino, con doppietta di Marco Simone. Adesso ci si rivede, e bisogna dire che è un'onore. Perchè il Benfica è storia del calcio, è un vecchio amico pregno di onore che fa sempre piacere riabbracciare.


Frankie Rijkaard

lunedì 17 settembre 2007

DOMANI PARTE LA CHAMPIONS. E SI RIVEDE RUI COSTA

IL FANTASISTA PORTOGHESE TORNA A SAN SIRO DA CAPITANO DEL BENFICA. IL MILAN VUOLE PARTIRE ALLA GRANDE.



ABBRACCIARE un vecchio amico fa sempre piacere. Specialmente se l'amico si chiama Manuel Rui Costa ed ha scritto paggine importanti della storia rossonera. Il fantasista che ispirava le Muse della magia rossonera ha oggi 35 anni e da un paio di anni ha scelto Lisbona, e il suo benfica, per chiudere la carriera. L'aveva sempre detto, "chiuderò laddove ho iniziato": il Benfica, la squadra di cui era tifoso da piccolo e con la cui maglia ha esordito giovanissimo, prima di arrivare alla Fiorentina nel 1994. In viola passò 7 anni splendidi, incantando l'Italia con giocate straordinarie, assist a pioggia, gol memorabili. In coppia con Batistuta conquistò Firenze, alzò coppe, si consacrò campione internazionale, divenne bandiera e capitano. Uno così a chi non avrebbe fatto comodo? La spuntò il Milan dopo lunga trattativa, e il colpo fu definito storico. La prima stagione di Rui fu però segnata e limitata da un brutto infortunio al debutto.



VITTORIE E MAGIE. Poi però Rui torna e prende per mano il Milan. Il 2002/2003 è la sua stagione più bella, a suon di assist e giocate dolcissime dipinge prodezze e il Milan incanta l'Europa. A fine anno alza Champions e Coppa Italia, e Rui è tra gli alfieri più brillanti del titolo. Lui la mente, Inzaghi il braccio armato: lo accusavano di segnare poco rispetto a Firenze, ma in realtà la forza di Rui era ben altra, e c'è chi ancora non l'ha capita. La sua ruleta tra due uomini, i suoi assist scucchiaiati in area con l'esterno sono i suoi gol. Già, gli assist. Oltre 50 in 5 anni, dite voi se non è pazzesco! Nella stagione seguente il Milan vince lo scudetto e la Supercoppa Europea e per Rui è un'altra stagione splendida. L'arrivo di Kakà avrebbe spento chiunque, lui invece diventa amico del bimbo sudamericano e vive la concorrenza in gran stile, senza polemiche e aiutando il campionicino a crescere; inoltre sfrutta con classe gli spazi concessigli con o al posto di Kakà, mettendo una firma dorata sul titolo, anche con 3 gol pesanti. Dalla stagione 04/05 il suo utilizzo cala, ma lui continua a distillare perle. E alza la Supercoppa Italiana. Fantasista vecchissimo stile, Rui è l'opposto di Kakà: lento e compassato, gioca praticamente danzando sul posto e graffia di striscio col fioretto, mentre il rapidissimo cavallo brasiliano splende per dinamismo e possenza delle giocate, altrettanto classicissime. Però questo stile di interpretare il ruolo, nel calcio fisico e dinamico di oggi, costa qualcosa a Rui in termine di immagine e popolarità mediatica: non tutti sanno apprezzare queste caratteristiche.



RITORNO A CASA. Il 2005/06 è l'ultima stagione di rui Costa con la maglia rossonera. Gioca pochino, eppure trova modo di entusiasmare. Come per una doppietta al Brescia in coppa Italia. Dall'estate 2006 torna al suo Benfica, ma ancora un infortunio gli impedisce di brillare per tutta la stagione. Ora è in splendida forma, e anche sabato ha segnato un gol splendido, con una ruleta delle sue, nel 3-0 al Naval. Il sorteggio di coppa lo porta a tornare a casa, contro il suo Milan. Al di là dei gol, dei 50 e passa assist, delle 4 coppe e dello scudetto, Rui ha lasciato un pesante segno morale. Un uomo straordinario, buono e disponibile, un cavaliere d'onore infinito, dalla classe estrema, altissima. Un uomo di sentimenti, un cuore che cela un amore eterno e sfrenato per i tre club della sua vita: Benfica, Fiorentina e Milan. Ora è arrivato il momento di affrontare il proprio passato, con un velo di malinconia per tutti ma tanta gioia per l'aver ritrovato un caro vecchio amico che non vede l'ora di abbracciare un pezzo della sua anima. san Siro sta già preparando l'oceanico applauso per il suo Musagete.


domenica 16 settembre 2007

LE PAGELLE DI SIENA-MILAN

NESTA GRANDIOSO, SPLENDE DIETRO E DECIDE LA GARA CON UN GOL. BENINO EMERSON, ANCORA POCO INCISIVO IL GILA; KALADZE PASTICCIONE: COSA SUCCEDE?

DIDA 5.5 Triste papera, con la complicità di Kaladze, sul gol di Maccarone. Si riscatta in parte con un bell'intervento da terra. CAFU 6. 37 anni e la solita corsa sulla fascia. Non spinge come un matto ma è puntuale e ordinato dietro. NESTA 8. Giganteggia in difesa, come sempre. Come il miglior Nesta. Un muro, preciso, efficace, luccicante, elegante e feroce nello spegnere i sogni altrui. Poi decide di diventare l'eroe del giorno segnando a tempo scaduto un gol liberatorio, pesante, importante. Lui che non è certo un goleador (5° cento, e terzo in campionato, in 6 stagioni rossonere) si prende la briga di fare gol, decidere i match. Tra l'altro, nel giorno della sua duecentesima apparizione rossonera. Chapeau. KALADZE 4.5 Disastroso sul gol, più volte goffo, impacciato, impreciso. Che succede? FAVALLI 5.5 Si vede pochissimo. (JANKULOVSKI 6 Prova a spingere più del compagno). EMERSON 6. Parte bene, ordinato e fantasioso, con lanci calibrati. Poi cala via via e sparisce dal gioco, macchinoso e poco partecipe. (AMBROSINI 6.5. Dà una mano nel momento di sbando, attacca nel finale e sfiora pure il solito gol su corner). GATTUSO 6. Lui lotta, poi però Ancelotti preferisce mettere una punta. (INZAGHI 6. Prova, lotta, punge ma combina pochino). GOURCUFF 6.5. Guizzante, propositivo. Giocapalloni su palloni, corre ovunque, crossa bene e molto. Come quando mette sulla zucca di gila un pallone d'oro in avvio. A volte si impunta coi ghirigori, però è piaciuto il ragazzino. BROCCHI 6. Il solito Cristian, corsa e legna. Quando può, tira. SEEDORF 6. Prova a inventare, tira le punizioni, lancia le punte... Ma col Siena prevale sempre la sfiga. GILARDINO 5.5. Siamo alle solite. Si vede (in avvio, quando lo imbeccano bene) e non si vede (per tutto il resto della gara, mai servito), dà poca incisività all'attacco.

SIENA-MILAN 1-1, PROVVIDENZIALE NESTA

SERIE A, TERZA GIORNATA
ANCORA UN PAREGGIO, ANCORA UNA DELUSIONE: BUON MILAN NEL PRIMO TEMPO, MENO NELLA RIPRESA, QUANDO UN GOL ALLO SCADERE DEL DIFENSORE EVITA LA PRIMA SCONFITTA STAGIONALE. SBAGLIATO DARE LA COLPA AL TURNOVER.

SIENA. La cabala avvertiva i rossoneri, che col Siena hanno sempre sofferto: zero vittorie in A per Mandorlini, 3 gol di Maccarone al Milan negli ultimi 7 mesi eccetera eccetera. Ce n'era abbastanza per aspettarsi una sconfitta inspiegabile, frutto solo del destino burlona, e invece Alessandro Nesta ha evitato tutto ciò, scagliando in rete, nel finale rovente del match, il pallone che valeva l'1-1. Non certo un gran risultato per questo Milan, soprattutto per quello positivo visto nella prima frazione; ma fin troppo eccellente per la squadra spaesata e pasticciona "ammirata" nella ripresa in terra toscana. Sbagliato accusare il turnover: vero, non c'erano Kakà, Pirlo eccetera, ma gente come Emerson e Gourcuff deve saper essere all'altezza dei titolari. Se no a che serve dire che il Milan potrebbe schierare 2 squadre ugualmente competitive?

LA PARTITA. Martedì parte la Champions, così Ancelotti dà ampia rilevanza al turnover. Inzaghi in panchina e gila in campo, poi fuori genietto Pirlo (rimpiazzato da Emerson), Oddo (rilevato da Cafu), Jankulovski (per lui Favalli), capitan Ambrosini (in campo Brocchi) e soprattutto Kakà, rimpiazzato da Gourcuff che compone con Seedorf la coppia di regia alle spalle dell'attaccante. In difesa, confermati Nesta e Kaladze. La partenza del Milan è impressionante. Gilardino si vede respingere 2 ccasioni da Eleftheropoulos, la prima con un tiro imbeccato da lontano da Emerson, e la seconda dopo colpo di testa su delizioso cross di Gourcuff. Il Siena ha un'occasione, ma il Milan attacca con ritmi forsennati e spinge parecchio. Purtroppo però al '24 è il Siena a passare: botta al volo di Bucchi, Dida non trattiene la palla che scivola sotto i piedi di un goffo Kaladze e finisce comoda al solito Maccarone, che spedisce in rete l'1-0. In netto fuorigioco, ma chi di dovere non se ne avvede. Il Milan non si abbatte e spinge ancora, giocando moltissime palle e tessendo azioni interminabili e molto articolate, nelle quali spicca il movimento continuo di un frizzante Gourcuff. Il Siena cresce con l'avvicinarsi dell'intervallo, ma sbatte sul muro di Nesta. Nella ripresa Ancelotti toglie un incontrista, Gattuso, e mette Inzaghi, con Kaladze che eredita la fascia di capitano. E' subito un buon Siena che fa ballare i rossoneri; i nostri reagiscono con rabbia ma soffrono la sfortuna che sui rimpalli favorisce sempre i toscani. Pippo lotta rabbioso, Seedorf prova a inventare ma il Milan compie troppi, troppi erroei, dietro e in mezzo. Jankulovski rileva Favalli ed Emerson, dopo una partita discreta, lascia campo ad Ambrosini. L'assedio rossonero è furente, il tempo scorre verso la fine e il Siena si rintana in area. Un tiro di Ambrosini viene murato sulla linea, i guizzi di Gourcuff producono cross mal sfruttati e pure alcune punizioni di Seedorf latitano in precisione. Quando tutto sembra perduto, arriva però l'assalto finale di Nesta, il principe della difesa che si scaglia in area su un corner, colpisce con violenza la sfera e pareggia i conti: 1-1. Il Milan cavrebbe ancora un'occasione, ma finisce col pari e forse va bene così.

SIENA-MILAN 1-1. MARCATORI: 24' pt Maccarone (S), 46'st Nesta (M) SIENA (4-4-2): Eleftheropoulos; Rossettini, Portanova, Loria; Grimi; Jarolim (43'st Codrea), Vergassola, Galloppa; De Ceglie, Maccarone (29'st Corvia), Bucchi (10'st Frick). A disposizione: Manninger, Alberto, Ficagna, Locatelli. Allenatore: Mandolini. MILAN (4-3-2-1): Dida; Cafu, Nesta, Kaladze, Favalli (16'st Jankulovski); Gattuso (1'st Inzaghi), Emerson (20'st Ambrosini), Brocchi; Gourcuff, Seedorf; Gilardino. A disposizione: Kalac, Bonera, Simic, Digao. Allenatore: Ancelotti. Arbitro: Banti di LivornoNOTE - Espulso Frick (S) per gioco scorretto al 47' st. Ammoniti Galloppa, Vergassola, Grimi (S), Jankulovski (M)per gioco scorretto. LE PAGELLE ROSSONERE.

CLASSIFICA: 9 ROMA; 7 INTER; 6 NAPOLI, JUVENTUS; 5 MILAN, FIORENTINA, ATALANTA; 4 PALERMO, CAGLIARI, SAMPDORIA, UDINESE; 3 TORINO, LAZIO; PARMA, REGGINA, CATANIA, GENOA; 21 SIENA, EMPOLI, LIVORNO.

HANNO DETTO
CARLO ANCELOTTI: "il pareggio ci sta, sono stati decisivi gli episodi. Come squadra non abbiamo giocato bene, ma hanno influito le partite giocate in settimana dalle Nazionali.".

NUMERI E CURIOSITA'
200 PRESENZE COL MILAN PER NESTA. Alessandro è arrivato nel 2002 e in 6 stagioni ha vinto 2 Champions, 1 scudetto, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa Italiana. 5 GOL DI NESTA COL MILAN. 3 in serie A (Como, Chievo, Siena) e 2 in coppa Italia (Perugia, Roma). 8 GOL COMPLESSIVI IN CARRIERA PER NESTA. Il difensore ne aveva segnati 3 in 9 anni con la Lazio: 1 in a, 1 in champions e 1 nellafinale di Coppa Italia '97, vinta proprio contro il Milan. CLIC: ALESSANDRO NESTA, TEMPESTA PERFETTA!

giovedì 13 settembre 2007

RONALDO TORNA A MILANELLO

IL BRASILIANO RIENTRA IN ITALIA E ZITTISCE OGNI POLEMICA. E' GIA' AL LAVORO AL SERVIZIO DEL MILAN, PER TORNARE AD ENTUSIASMARE COME NELLA PASSATA STAGIONE.



E' finalmente finita la telenovela Ronaldo. Il Fenomeno torna in Italia, a Milanello. Subito si è sottoposto alle attenzioni dei medici rossoneri che hanno fatto il punto sulle sue condizioni fisiche, preparando il programma che dovrebbe riportarlo a breve in campo. Sono alle spelle tutte le polemiche: non importa se Ronie fosse fuggito da medici di fiducia senza riscuotere gran consenso da via Turati, queste erano le ipotesi avanzate dai giornalisti, ma vere o false che siano, quello che conta è che ora il fenomeno si è rimesso agli ordini della casa madre e ha già iniziato a lavorare per raggiungere il top. L'anno scorso era già stato determinante e convincente, quest'anno si pinta a portarlo a livelli... fenomenali. Il Milan, tanto per cambiare, ha contenuto con grandissima classe e discrezione la polemica. E, se fossero vere tutte le tesi avanzate dalla stampa nostrana, ha saputo controllare e far rientrare in carreggiata il giocatore. Che in gioventù era stato protagonista di colpi di testa simili, ma che arrivato a Milanello tutti abbiamo riscoperto professionista esemplare, maturato e intelligente. Insomma, forse non potremmo mai sapere cosa veramente c'è stato di vero nel caso Ronaldo; però noi continuamo a confidare nella piena esemplarità del professionista Ronaldo, manifestandogli totale affetto e stima al di là di quelle che, per noi, restano solo illazioni dei media a caccia di scoop.

mercoledì 12 settembre 2007

ANCELOTTI, MILAN INFINITO

CARLETTO ANCELOTTI A TUTTOCAMPO. "IL MIO MILAN SARA' ANCORA PIU' GRANDE. SAREI ORGOGLIOSO DEL RECORD DI PANCHINE E SONO FIERO DEI RAPPORTI UMANI CREATI IN QUESTI ANNI, PRIM'ANCORA CHE DEL CICLO DI VITTORIE, CHE PARLA DA SOLO".



SIMBOLO VINCENTE. Carlo Ancelotti è il condottiero rossonero. Capace l'anno scorso di infondere alla squadra tranquillità, orgoglio e carattere, fino a ribaltare una stagione che appareva fallimentare: dapprima con gemme preziose come le partite con Bayern e Manchester, infine con la finale vinta sul Liverpool, e una nuova Champions League alzata al cielo. Lui, che dopo gli interminabili trionfi in campo, subentrò sulla panchina rossonera nel disgraziato 2001/02, e la stagione successiva già riportava la squadra ai fasti più gloriosi: la prima Champions e la Coppa Italia attesa 26 anni, vinte in 3 giorni, poi uno scudetto stravinto a suon di record, la Supercoppa Europea e quella italiana. Il tutto con un gioco offensivo e spettacolare. Qualche caduta (l'Intercontinentale, la finale di Istanbul) non ha mai scalfito Carletto, che in questo 2007 è tornato per l'ennesima volta a fregiare il petto di medaglie.

PARLA IL MISTER. "Atene è stato il traguardo più difficile della mia carriera, la vittoria più bella e sentita. mai allenati fino a dicembre, poi le cose sono cambiate". E tutto è tornato a girare come si deve, come spesso è stato in questi 6 anni grandiosi. "Questo gruppo può fare ancora meglio. Ci sono giocatori che hanno già raggiunto la maturità (Pirlo, Gattuso) e altri che la stanno raggiungendo (Oddo, Janku). Quando tutti saranno al top ci divertiremo. Il vero Milan forse non si è ancora visto". Per questa stagione il mister è decisamente ottimista: "provo sensazioni positive, la vittoria di Atene ci dà tanto, ci sta spingendo avanti". Nel mirino, il record di panchine rossonere: il mitico Nereo Rocco è a 459, "Terminator" a 325. "Per me è un obiettivo importante. Non si lavora solo per vincere, ma anche per lasciare una traccia. Il primato sarebbe una grandissima soddisfazione." Lui di tracce ne ha già lasciate parecchie: "il ciclo di vittorie parla da solo, però sono molto soddisfatto dei rapporti umani, serenità e affiatamento portano i risultati". Già, i rapporti umani. Splendido il rapporto con Berlusconi: "Parliamo spesso, lui si informa sulla squadra ma non mi ha mai imposto nulla e mai lo farebbe. Non è ingombrante, anzi se fosse più presente per me sarebbe più facile gestire la squadra". Con i giocatori, Ancelotti è quasi un fratello maggiore, pur sapendosi far ascoltare. A volte però non ha bisogno neppure di esprimersi. "A Kakà non do indicazioni, lui segue il suo istinto in campo e a me va benissimo. E se non gli danno il pallone d'oro mi incateno di fronte alla sede di France football. Sul podio? Cristiano Ronaldo e Pirlo". Proprio il campione brasiliano è stato cresciuto e svezzato con amore a Milanello. Ancelotti ha vissuto i primi giorni milanisti di Kakà, nel 2003, come ora sta vivendo quelli di Pato. "Pato mi sembra un pò più timido, ma in allenamento ci sorprende con giocate come Kakà. E' duttile, potrà integrarsi bene con tutte le altre punte". E se del Capitano, ora ai box, dice che "Maldini ci darà ancora qualità ed esperienza. Lui è... tutto", il mister non si dimentica una carezza per Gilardino, lasciando intendere che il Milan crede nella sua maturazione e l'aspetta sereno: "A settembre non ha mai reso al massimo, non mi preoccupo. Con il Milan ha giocato molto bene il primo anno e abbastanza bene il secondo, sta avendo una maturazione lenta ma ognuno ha i suoi tempi. Giocare nelle grandi squadre è difficile, anche se il Milan è un club che non mette pressione". Insomma, Ancelotti è carico e fiducioso. I tifosi lo adorano e lo seguirebbero ad occhi chiusi. Come i suoi ragazzi. Il Milan continua a viaggiare sulle ali di una certezza chiamata Carletto.

martedì 11 settembre 2007

NESTA, TEMPESTA PERFETTA

RITRATTO DI ALESSANDRO NESTA, LA COLONNA DEL MILAN CHE SPLENDE NELLA COSTELLAZIONE DIFENSIVA ROSSONERA. UN CAMPIONE STRAORDINARIO CHE IN ROSSONERO HA GIA' FATTO STORIA E VINTO TANTO, DIVENTANDO UNA BANDIERA SIN DA SUBITO.

Sandro Nesta, pilastro rossonero. Bandiera, colosso, fuoriclasse e campionissimo. Sembrava impossibilie vederlo con colori diversi da quelli della sua Lazio, poi invece il difensore più forte del mondo scelse il Milan e iniziarono a piovere successi, prodezze, vittorie. Era il 2002, e Alessandro era il capitano della Lazio. In biancoceleste aveva vinto tutto, compreso lo scudetto tanto agognato nella capitale. Era il simbolo, dopo aver passato tutta l'infanzia in biancoceleste e aver vestito solo quella maglia in una carriera già stellare. Poi però i problemi economici del club e la crescente voglia di vincere ancora e di più del difensore lo portarono a Milano, a vestirsi di rossonero. Debutta a Modena e torna subito nel suo Olimpico, Sandro, subissato di fischi. Poi però si ambienta in fretta e inizia a brillare in difesa. Re dell'anticipo a tuttocampo, rapido e tempestivo negli interventi, elegante come un principe, Nesta è capace da subito non solo di interventi mostruosamente efficaci e decisivi, ma anche di giocate stilisticamente grandiose. Come un salvataggio sulla linea, in rovesciata, nel 4-0 in casa del Deportivo. Il Milan incanta e alla fine alza la Champions a Manchester, e anche Nesta segna uno dei rigori decisivi. Una stagione di altissimo rendimento, in cui al fianco di Maldini, Nesta ha creato una coppia diensiva stellare, che farà storia. La "coppia" tocca l'apice della sua sistematica impenetrabilità nel 2003/04, i due sono sontuosi e il Milan vince lo scudetto coi tifosi in delirio. Nesta e maldini, Castore e Polluce, costellazione di successo. Nesta copre, imposta, anticipa: è un campione totale, non sbaglia un colpo, soffre qualche infortunio ma torna sempre a livelli grandiosi. Tempesta perfetta il suo nome di battaglia, a ingigantire la sua aurea di nobiltà, infallibilità, eleganza. Il solito Nesta brilla nelle due stagioni successive, anche con qualche golletto (strepitoso quello al Chievo!), lui che ne ha sempre segnati pochi. Ma lui e Maldini rinverdiscono sempre di più il mito di grandi "muraglie" di gran tasso tecnico, come la celebre Baresi-Costacurta. Dopo un Mondiale vinto ai margini (infortunio, da mangiarsi le mani), Nesta si cura negli USA mentre tutti ironizzano sulla sua assenza. Il Milan soffre. poi lui torna, mostruoso, grandissimo. E il Milan ingrana, e vola ancora ad alzare la Coppa. Nesta blinda di nuovo il reparto, mostra a tutti che è ancora il numero uno: anticipi, tackle, sgroppate, una presenza assidua, sfavillante, totale nella protezione del suo Milan. Con Bayern, Manchester e Liverpool si vede un Nesta universale, immenso, infinito. All'andata, al ritorno, senza errori, senza macchia, senza paura. Inizia la sesta stagione in rossonero, e Nesta è sempre li, a svettare lucente in difesa. Maldini non può più essere sempre presente come un tempo, ma Nesta laddietro è sempre in forma, sempre pronto a compiere miracoli incredibili. Leader e bandiera, colonna portante, astro assoluto della costellazione rossonera. Insomma, Sandro Nesta!

ALESSANDRO NESTA Roma, 19/3/1976. Difensore. CARRIERA:93/02 LAZIO, 02/- MILAN PALMARES: 3 COPPE ITALIA (1 Milan, 2 Lazio), 2 SCUDETTI (1+1), 3 SUPERCOPPE ITALIANE (1 Milan, 2 Lazio), 1 COPPA DELLE COPPE (Lazio), 3 SUPERCOPPE EUROPEE (1 Lazio, 2 Milan), 2 CHAMPIONS LEAGUE (Milan), 1 CAMPIONATO DEL MONDO.

MA ESISTE DAVVERO UN CASO RONALDO?

POLEMICHE, FUGHE, CURE PROIBITE, CAPRICCI: DIFFICILE CAPIRE QUANTA VERITA' E QUANTA FANTASIA CI SIA NELLE VOCI CHE CORRONO SUI MEDIA. FATTO STA CHE TUTTI SI AUGURANO DI RIVEDERE PRESTO RONIE IN ITALIA, A LAVORARE E SORRIDERE A MILANELLO.



Il brasiliano se ne è tornato in Brasile, ha voluto aggiungere le visite del suo medico di fiducia-quello del Flamengo e della Seleçào-a quelle dei sanitari rossoneri. Sono passati più giorni del previsto, pare siano state usate-sempre in Brasile-cure che in Italia figurerebbero come doping, pare che il Fenomeno stia facendo i capricci insomma. E se non torna domani in Italia, si dice, nasceranno dei casini mica da poco tra lui e il Milan. A questo punto stabilire se sia tutto vero o se sono solo esagerazioni giornalistiche è impossibile, però già in passato ronie ha avuto frizioni con Inter e Real riguardo la salvaguardia della sua salute, seguite da polemiche, fughe e ritorni. Il Milan però non è nè il Real e nè tantomeno l'Inter, al Milan nessuno fa quello che gli pare, la disciplina è ferrea: il Milan è una famiglia bellissima dove predominano i valori umani, ma guai ad andare contro le scelte dello staff. Giustissimamente. Ora si parla di un caso Ronaldo, del Milan che già si muove sul mercato per gennaio, ma quello che resterebbe se questa faccenda non si risolvesse sarebbe un gran dispiacere: sì perchè Ronie era apparso subito straordinariamente integrato nel Milan, già attaccato a dei colori un tempo inimmaginabili sulla sua pelle. E soprattutto nelle pochissime apparizioni aveva distillato perle di classe, determinazione, gol belli e pesanti. Insomma, tutti si augurano di rivedere presto Ronie sgobbare e sorridere a Milanello ancora per molto molto tempo.