lunedì 27 aprile 2009

MILAN-PALERMO 3-0 (SERIE A, 33a GIORNATA)

UTOPIA ROSSONERA

Il Milan annulla il Palermo e lo abbatte con due rigori di Kakà e il solito graffio di Inzaghi: gli scivoloni concomitanti di Inter e Juve consolidano il secondo posto e fanno parlare addirittura di rimonta scudetto. Utopia?

MILANO. La rimonta che non t’aspetti. Il Milan coglie il 7° risultato utile di fila (6 vittorie) e si ritrova incredibilmente nella scia dell’Inter, sconfitta a Napoli dagli uomini di Donadoni ed ora a sette punti dai rossoneri. La squadra di Ancelotti ha trovato una forma fisica finalmente soddisfacente, e nelle ultime partite ha regalato un gioco efficace, propositivo, non più abbandonato alla propria inerzia. Ancelotti conferma terzino l’arrembante Flamini, e piazza Seedorf e Kakà alle spalle di Inzaghi: il lieve infortunio di Pato non coincide col ritorno da titolare del bistrattato Ronaldinho. Seconda da titolare, invece, per Beckham. Difesa d’esperienza con Favalli e capitan Maldini. A San Siro il Palermo diventa vittima di questo ‘nuovo’ Milan, atteso per mesi ed ora palesatosi quando la stagione si è già compromessa: i rossoneri, pur spinti da due rigori (non chiarissimi) di Kakà, si consolidano al secondo posto, complice anche l’ennesimo scivolone della Juventus a Reggio Calabria (2-2). Proprio l’episodio del primo rigore, per fallo su Ambrosini, sblocca la gara: Kakà realizza, la partita si mette in discesa. E Inzaghi, naturalmente, raddoppia: incursione di Ambrosini, sempre più grande, cross e in zuccata del cannoniere piacentino, al decimo sigillo nelle ultime sette partite. La squadra di Ancelotti, di nuovo osannato dalla Sud, sfodera buona corsa e punge con gli esterni di difesa: bene Zambrotta, ancora ottimo il sorprendente Flamini. Lo stesso Kakà sembra finalmente aver superato l’opaca condizione psicofisica che ha reso la sua stagione poco esaltante, e si diletta in accelerazioni, tunnel, tocchi e invenzioni degne del numero 22. Nella ripresa, con il Milan ormai ampiamente tranquillo, arriva il secondo rigore e la doppietta di Kakà: il 3-0 lancia la rincorsa quasi utopistica del Diavolo, ben orchestrato dall’altro recuperato Pirlo e per una volta non rallentato da un Seedorf ancora lontano dal suo reale valore: l’olandese, sempre assente per acciacchi nelle vittorie ‘vistose’ di questa stagione, non dà un grande apporto, ma certamente non appesantisce la manovra. Palermo assolutamente annullato dal Milan, e fuori partita fin dal ‘1: la difesa capitanata da Maldini ha avuto poco lavoro da svolgere. Nel finale si vedono anche Dinho e Sheva. Il Milan non s’illuda: per la corazzata Inter sarà praticamente impossibile perdere altri 7 punti nelle prossime 5 gare, senza contare che i Diavoli dovranno affrontare ancora Juventus e Roma. Lo scudetto non arriverà, ma un finale di stagione glorioso è la minima ricompensa per quei tifosi che non hanno mai smesso di appoggiare la propria bandiera.

MILAN-PALERMO 3-0. MARCATORI: Kakà su rigore al 10', Inzaghi al 19' p.t.; Kakà su rigore al 12' s.t. MILAN (4-3-1-2): Dida; Flamini, Maldini, Favalli, Zambrotta; Beckham (dal 34' st Cardacio), Pirlo, Ambrosini; Seedorf (dal 19' st Ronaldinho), Kakà; Inzaghi (dal 22' st Shevchenko). (Kalac, Senderos, Mattioni, Jankulovski). All.: Ancelotti. PALERMO (4-3-1-2): Amelia (dal 19' st Ujkani); Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti; Migliaccio, Liverani, Nocerino (dal 1' st Hernandez); Simplicio; Miccoli (dal 12' st Mchedlidze), Cavani. (Morganella, Savini, Tedesco, Succi). All.: Ballardini. ARBITRO: Rizzoli di Bologna. NOTE - Spettatori: 61.569. Ammoniti Simplicio, Flamini e Balzaretti per gioco scorretto. Al 3' st espulso Bovo per doppia ammonizione. Angoli: 5-4 per il Milan. Recuperi: 1' p.t. e 0 s.t..

LE PAGELLE

DIDA sv Probabilmente, non si è nemmeno sporcato i guanti. FLAMINI 6,5 Era atteso al varco: dopo l’ottimo debutto da terzino, tutti si chiedevano se il francese avrebbe confermato certe qualità. Promosso a pieni voti: spinge e recupera con due polmoni così. FAVALLI e MALDINI 65 Giornata tranquilla per i due senatori del calcio italiano: non devono sbattersi troppo, né correre più del dovuto. ZAMBROTTA 6 Solita partita puntuale e precisa, senza eccedenze particolari ma con una presenza sempre sostanziosa. BECKHAM 6 Meno appariscente di altre volte, ma il suo apporto di corsa e cross non si fa mai mancare. PIRLO 6,5 Appare in netta crescita, corre tanto. Anche in fase difensiva è attento e tempestivo con alcuni recuperi. AMBROSINI 7 Massimo, prossimo papà, sta disputando una stagione eccellente per quantità e qualità. Come sempre, anche se ora non ci sono più gli infortuni ricorrenti di un tempo. Suo il cross per Inzaghi, che chiude di fatto la gara: ficcante nelle incursioni, possente nei recuperi. SEEDORF 5,5 Non fa assolutamente nulla, ma almeno non rallenta la manovra come troppo spesso in questa stagione da dimenticare. KAKA’ 7 E’ in crescita, pure lui: non il Kakà ammirato nelle prime 5 stagioni, ma sicuramente più in palla di molte altre volte nel suo 2008/09: tunnel, tocchi, accelerazioni. Ricorda il vecchio Kakà, e segna con freddezza entrambi i rigori: il primo era difficile perché sbloccava il match, l’altro perché un secondo rigore è sempre una battaglia psicologica col portiere: tirerà nello stesso angolo, allo stesso modo? Ricky non tentenna e segna il 14° gol, mica male per essere un’annata non eccelsa. INZAGHI 6,5 Il condor risponde ancora presente, col 10° gol nelle ultime 7 sfide. Tocca pochissimi palloni e uno lo capitalizza in un sigillo pesantissimo, il 12° in questo campionato e il 115° in rossonero. Nella ripresa si vede poco. RONALDINHO, SHEVCHENKO e CARDACCIO sv.

COMMENTI A CALDO

MILANO- Tutta la soddisfazione rossonera nel post partita di Milan-Palermo nelle considerazioni dell'allenatore Carlo Ancelotti: "Flamini anche oggi è stato sorprendente, si è impegnato molto difensivamente e ha formato ancora una volta un'ottima coppia con Beckham, ha voglia, impulso e sta facendo molto bene. Averlo messo in questo ruolo è stata una necessità, non ci avevo mai pensato prima, lui ha avuto un periodo di ambientamento e poi è cresciuto alla distanza. Ha fatto molto bene anche Favalli, la coppia centrale è affidabile, tanti ridevano per la cartà d'identità dei nostri giocatori, ma la professionalità di Maldini e Favalli è grandiosa. Ronaldinho non è certo contento, ma io volevo più pressione possibile su Liverani per evitare che il Palermo giocasse. Sono costretto a fare scelte senza possibilità di rotazione perchè non ci sono sfide che me lo possano permettere ma c'è comunque un bell'ambiente all'interno dello spogliatoio. Gattuso? Dobbiamo stare molto calmi senza affrettare i tempi, se può giocare bene, altrimenti avrà tutto il tempo di recuperare in vista della prossima stagione. Godiamoci comunque questa vittoria e questa posizione di classifa senza dimenticarci di chi sta dietro di noi, il campionato è ancora lungo".

FILIPPO INZAGHI: "E' sempre bello riuscire a segnare. Sto vivendo un bel momento come è successo al termine della scorsa stagione che ho concluso realizzando molti gol. Ci tenevo anche per questo a segnare oggi. Devo ringraziare la squadra che mi mette sempre nelle condizioni migliori per arrivare in porta e poi è un momento in cui mi sento davvero bene. Quando sto bene fisicamente tutto mi viene più semplice, poi giochiamo insieme da tanti anni e lì davanti ci conosciamo bene e ci divertiamo. L'unico rammarico di oggi potrebbe essere il fatto che questo Milan meriterebbe di avere più punti, ma purtroppo i numerosi infortuni hanno condizionato la stagione. Adesso che piano piano stiamo recuperando giocatori fondamentali anche il gioco è migliorato. Adesso abbiamo a disposizione cinque partite per continuare a fare bene e consolidare il terzo posto. Questo Milan è da marcia scudetto, se non avessimo perso qualche punto e fossimo riusciti a pareggiare il derby, ad oggi saremmo solo a quattro punti. Ma adesso non serve più guardare indietro, ma dobbiamo pensare al futuro e continuare a fare bene adesso che siamo in un buon momento. Abbiamo giocato due partite in casa molto belle, soprattutto perchè siamo riusciti a chiuderle nel primo tempo. Con il rientro di giocatori importanti come Kakà il mister adesso ha l'imbarazzo della scelta nel decidere la formazione, ma se pensiamo ad un mese fa eravamo contati. Domenica andremo a Catania, dovremo vincere a tutti i costi per consolidare il terzo posto."

GIANLUCA ZAMBROTTA: "Sono diverse partite che stiamo giocando un buon calcio: riusciamo ad arrivare spesso alla conclusione e ad andare a rete. Inoltre prendiamo pochi gol. Speriamo di continuare in questo modo sperando in un passo falso di chi ci sta davanti in classifica. Flamini a destra sta facendo bene, si sacrifica e sta dando un grande contributo alla squadra. Con l'impiego di Mathieu a destra io sono tornato a sinistra, dove avevo iniziato. Ci vuole un po' per riabituarmi in questo ruolo, ma mi trovo comunque bene. Favalli è un giocatore importante per la nostra squadra, ha sempre giocato ad alti livelli e lo sta ancora facendo. La sua grande esperienza è importante per la nostra difesa. Abbiamo visto anche un bel Kakà, speriamo che continui a fare bene così, ha ripreso a giocare ai suoi livelli. Tra due settimane affronteremo la Juventus, la gara di andata è stata particolare per me. Speriamo di arrivare a quella sfida con un piccolo margine di vantaggio sui bianconeri perchè la Juve è una grande squadra e può metterci in difficoltà, ma noi dobbiamo continuare a vincere sperando in un passo falso dell'Inter."

RICKY KAKA': "Il nostro rammarico più grande riguardo a questa stagione sono stati i numerosi infortuni che ci hanno coinvolto. Non parlo solo del mio, ma di quelli di tutta la squadra perchè con tutto l'organico a disposizione questa squadra può fare ottenere davvero grandi risultati. E' stata una bella partita, personalmente sono riuscito a giocare e a divertirmi. Se prima di questa sfida avevo detto di non essere ancora al cento per cento, con la gara di oggi dico che mi sto avvicinando ad essere al cento per cento perchè ogni partita che gioco mi è utile per ritrovare la condizione. La squadra è in un buon momento, sono un po' di partite che stiamo giocando bene, stiamo crescendo in una fase importante della stagione, adesso siamo concentrati sui nostri obiettivi. Il mister sceglie la formazione da schierare in campo in base agli avversari e la sua scelta tra Seedorf e Ronaldinho è determinata dal fatto che sono due giocatori con caratteristiche diverse. Certamente Ronaldinho, come tutti i giocatori, non è contento di essere lasciato in panchina, perchè tutti i giocatori vorrebbero giocare sempre. Lui però si fa trovare sempre pronto, si è allenato sempre. Adesso che giochiamo solo il campionato è difficile trovare spazio per tutti e ci sono così giocatori che giocano meno, ma il prossimo anno che saremo competitivi su più fronti ci sarà certamente più turn-over."

CLASSIFICA SERIE A
74 Inter 44 Atalanta
67 Milan 41 Sampdoria
65 Juventus 40 Catania
58 Fiorentina 39 Napoli
57 Genoa 37 Siena
52 Roma 34 Chievo Verona
49 Palermo 30 Torino
49 Cagliari 29 Bologna
47 Lazio 27 Lecce
45 Udinese 24 Reggina

giovedì 23 aprile 2009

MILANSTORY- 1939/1940, BOFFI NEL DESERTO

Dopo la stagione nera dell'anno precedente, i rossoneri soffrono meno ma restano squadra da media classifica. L'unico che si eleva dalla media è Aldo Boffi, autore di 24 gol e nuovamente capocannoniere. Entusiasmante successo nel derby.
C’è voglia di ripartire, in casa Milan. La retrocessione sfiorata con mano l’anno prima, ed evitata soprattutto grazie al poderoso bomber Boffi, impone un rinnovamento: la società passa da Emilio Colombo ad Achille Invernizzi. Corposa la campagna acquisti: arrivano Chizzo (centrocampista), Pasinati e Biraghi (attaccanti) ma soprattutto Boniforti (un difensore che resterà rossonero per 4 anni) e Umberto Menti (gioiello del Vicenza, fantasista). Dal vivaio, emerge il regista di centrocampo Paolo Todeschini. Dopo 14 stagioni da mastino, Luigi Perversi è al tramonto e lascia spazio ai giovani; come lui, il suo compagno di reparto per 9 anni, Bonizzoni. E’ Bartoletti il nuovo capitano. Antonini arretra in mediana, Loik diventa titolare dietro le punte. Boffi è la stella indiscussa dell’attacco, in porta vola sempre l’ottimo Zorzan. La panchina viene affidata al duo Banas-Violak, che schiera il Milan così: Zorzan; Boniforti (Bonizzoni), Berra; Antonini, Bortoletti, Dovetti; loik, Chizzo; Pasinati, Biraghi (Menti), Boffi. L’andata è entusiasmante (il Milan chiude secondo), ma nel ritorno un calo vistoso porta la squadra all’ottavo posto. Boffi è di nuovo capocannoniere, con uno strepitoso score di 24 gol. Lo scudetto va all’Inter, la Coppa Italia alla Fiorentina.

COLPI DI SCENA. Il torneo parte in salita (1-2 dal Torino), ma il Milan si sveglia presto battendo 3-1 la Fiorentina: Aldo Boffi ci mette pochissimo a ricordare a tutti il sontuoso toro d’area che è, realizzando una tripletta strappa applausi. Di Romeo Menti, giovane fratello del neorossonero Umberti, il gol viola. Boffi timbra ancora il cartellino a Genova, ma la beffa dell’1-1 arriva quasi a fine gara. Il gioco del Milan è comunque buono e propositivo: arioso, addirittura, nel 4-0 al Bari. Loik ispira e segna, Boffi non fa mai mancare il suo nome nei tabellini; Pasinati e un’autorete completano la goleada. Arriva l’ora di Milan-Lazio, sfida tra Boffi e Piola: la vince il secondo, che segna uno dei due gol biancocelesti (2-0), che fanno scattare qualche allarme in casa rossonera. Infatti, la partita seguente è un ko col Novara (1-0). I tifosi rumoreggiano e nel match interno col Bologna la gara è sospesa sullo 0-2 per intemperanze: la crisi sembra nera. Eppure i Ragazzi hanno l’orgoglio di pareggiare (2-2) a Torino con la Juventus: succede tutto tra il ’16 e il ’36: rete di Varglien, pari di Pasinati, vantaggio di Bo, pareggio definitivo del solito Boffi. I nuovi acquisti si inseriscono gradualmente: Pasinati ha già trovato due gol Chizzo va a bersaglio col Venezia e il Milan vince 2-1 (di Boffi, manco a dirlo, l’altra firma). Momentaccio superato: la compagine di Banas va a vincere a Napoli per 4-1 con reti di Chizzo, Remondini (riserva che si prende una giornata di gloria: doppietta!) e Boffi, sempre più acclamato dalla tifoseria ed elogiato da stampa e critica. Potente e veloce, Boffi è anche freddo e preciso: lo dimostra il rigore da cecchino trasformato col Liguria, per evitare un tonfo casalingo che avrebbe potuto essere pesante (1-1). Il Milan arriva al derby all’Arena Civica col fiatone: l’Ambrosiana Inter conduce ed è strafavorita. Ma come sempre la stracittadina è un match a se, e i rossoneri dominano in lungo e in largo. Chizzo ferisce i nerazzurri, poi Boffi esplode tutta la sua fame di gloria con una doppietta che lo tramanda direttamente nella storia rossonera. Finisce 3-0 e il tripudio dei tifosi porta energie e ottimismo in squadra. Infatti il Milan travolge 3-0 la Roma. Ancora protagonista Boffi: seconda doppietta di fila. Il bottino di reti del cannoniere cresce in maniera impetuosa, così come impetuosa è la sua forza d’urto contro ogni difesa. E’ un momento strepitoso per Boffi, in rete anche nell’1-1 di Trieste: tutta Italia ammira stupefatta le gesta dell’Aldun, che contro il Modena fa scuola. Il Milan vince 4-0 e Boffi firma tutte e quattro le reti, evidenziando un fiuto da lupo e un repertorio invidiabile per ogni ruvido centravanti dell’epoca. Un mostro. L’1-3 col Torino è una delusione per i tifosi di casa, ma Boffi va ancora a segno: è la nona partita di fila, e il parziale dice 14 centri! La stanchezza si fa sentire: 0-1 a Firenze, 2-2 col genoa (lampo di Loik), 0-2 a Bari, 2-2 con la Lazio (in gol sia Boffi che Piola), 0-2 col Novara, 0-1 a Bologna, 1-2 con la Juve. La striscia è interrotta solo da un 2-0 a Venezia, per intemperanze dei tifosi locali sullo 0-0. Prova a reagire, il Diavolo, col Napoli: vince 3-0 e rispolvera il regista Buscaglia (doppietta), che era stato accantonato a favore di Chizzo. Loik, brillante come in gran parte della stagione, sigla l’altra rete. Nelle restanti 5 partite, arrivano 3 sconfitte (tra cui quella nel derby di San Siro) e 2 pareggi, uno 0-0 con la Triestina e il 2-2 di Modena: il Milan, sotto di due reti, rimonta con l’orgoglio dello sproporzionato Boffi, ancora autore di 2 reti, che gli valgono il trono di Principe dei cannonieri con 24 centri. L’ottavo posto non è certo positivo per chi può vantare cannonieri di tale stazza. In Coppa Italia il Milan supera il Novara ma è eliminato dalla Fiorentina: dopo l’1-1 milanese, il crollo fragoroso (0-5) nel replay in Toscana.
BOFFI SEMPRE PIU' STELLARE. La difesa rossonera si rinnova. Davanti all’affidabile Zorzan (23/0), emergono il nuovo Boniforti (22 gare e 1 gol) e Berra (30/0), che nelle due stagioni precedenti aveva raccolto qualche briciola. Bonizzoni giocherà solo 10 gare, Perversi solo 2. A centrocampo, tutto giostra attorno alla diligente regia di capitan Bortoletti (31 gare), settima stagione rossonera: Antonimi lascia la regia e si dimostra più utile come recuperatore di palloni (32 gare), Lovetti si mantiene sui suoi standard sufficienti. Gli viene alternato, talvolta, Villa. Loik è il genietto piazzato in zona fantasia: tocco felpato e guizzi da futuro campione gli permettono di trovare anche 4 gol pesanti, in 31 match. Al suo fianco, una new entry: Chizzo, che gioca 26 volte ma segna poco (3 reti) ed è poco continuo. Solo 12 gare, ma 4 reti, per Buscaglia, accantonato proprio per far posto a Chizzo. Ancora nuovi in attacco: Pasinati (24/4) e Biraghi (16/1) si dimostrano gli ennesimi fallimenti di affiancare a Boffi gente al suo livello. Un po’ meglio se la cava Umberto Menti, ex Vicenza, che gioca 15 volte e segna 2 gol. Ma anche lui sarà una meteora in rossonero. Le meteore, invece, Aldo Boffi le scaglia contro i portieri: altri 24 gol, in 31 gare complessive: un’enormità, in una stagione perfetta per il fenomenale cannoniere. Tecnica ottima, fiuto innato, rapidità e intuitività nei movimenti, potenza devastante nel tiro: sono le caratteristiche di un repertorio da incorniciare. Tuuta la squadra ruota attorno a Boffi, che col tempo assume anche i galloni di leader nello spogliaotoio e figura di riferimento. Sono ormai lontane le timidezze dei primi mesi rossoneri: ora Boffi è maturo e forte, pur rimanendo sempre un mite, una persona molto buona e semplice. Completano i quadri Bolla, Cassani, Diamante, Micheloni, Traversa, Remondini (ormai finito tra i rincalzi: 9 gare e due gol) e il baby Todeschini: gioca 8 volte ma si dimostrerà molto utile in futuro.
Il portiere rossonero Mario Zorzan con moglie e figlia a San Siro sulla copertina de "Il Calcio Illustrato" del 25 giugno 1940. "Il terzino di ferro" Giuseppe Bonizzoni (249 presenze in rossonero), alla sua ultima stagione da calciatore, in posa con nipote Luigi detto "cina", prodotto del vivaio, che sarà anche allenatore del Milan con Gipo Viani direttore tecnico e guiderà il Diavolo alla conquista dello scudetto 1958-59.

lunedì 20 aprile 2009

MILAN-TORINO 5-1 (SERIE A, 32a GIORNATA)

MAGNIFICO INZAGHI

Tris di Inzaghi, Milan sontuoso: la tempesta rossonera sgretola il Torino (a segno anche Kakà e Ambrosini) e aggancia la Juventus al secondo posto, a sei giornate dalla fine del campionato.

MILANO. Milan Meraviglioso: finalmente un Milan degno del suo nome a splendere in una partita divertente e dominata, pur contro un Torino disarmante e praticamente inconsistente. Ancora una volta l’eroe è Pippo Indaghi: tripletta da brividi, la seconda in stagione. Stagione che, come ormai da due-tre anni, vede il bomber piacentino iniziare in sordina, da ‘chioccia’ alla Altafini, salvo poi raddrizzare a suon di gol la stagione del suo Diavolo. Sono 11 i suoi gol in campionato, 304 quelli da professionista: cifre da urlo, come le tre triplette realizzate contro il povero Camolese, già sulla panchina granata di quel 6-0 datato 2002/03. Ancelotti deve azzardare Flamini come terzino destro, deviando Zambrotta a sinistra, a causa di infortuni e acciacchi cronici in difesa: dopo lo squalificato Jankulovski, l’ultimo a saltare è Favalli, colpito da torcicollo. Dopo due panchine di fila, il tecnico rilancia Beckham a centrocampo, con Pirlo e Ambrosini, escludendo il suo pupillo Seedorf –match winner a Verona ma in stagione opaca- e confermando Senderos con Capitan Maldini nel cuore del bunker. Ancora escluso Ronaldinho: Kakà appoggia Inzaghi e Pato, il vecchio e il bambino. Il Milan preme sull’acceleratore e gioca in maniera pressoché perfetta: Flamini è una folgore nel battere la fascia con giudizio, offensiva devastante e perizia difensiva. Pirlo dirige la regia con grande intelligenza, come non gli capitava da tempo: ciò permette al Milan di imbrigliare il Toro con un efficace gioco veloce e di prima, in cui brilla un ottimo Beckham. L’inglese serve a Inzaghi un assist d’oro, il bomber realizza ma l’arbitro annulla: è solo il preludio alla goleada, aperta proprio da SuperPippo dopo pochissimi minuti. Ancora da un cross di Beckham nasce il raddoppio: arcobaleno ad altezza ginocchio, Pippo si tuffa leggiadro e di testa traccia un disegno perfetto ad impallinare l’infuriato Sereni. Partita chiusa. Beckham e Pirlo dirigono con maestria: la messe di cross del numero 32 inglese è notevole, mentre la grinta e i polmoni di Ambrosini permettono alla squadra di essere sempre sul pezzo. Il secondo tempo si avvia come si era chiuso il primo, scosso però dall’ingresso di Ronaldinho per un Pato lievemente acciaccato: Dinho telecomanda la palla in un corridoio, nel quale si fionda l’arrapato Inzaghi, concludendo in porta il 3-0. Continua l’Accademia rossonera: possesso di palla speculare, tocchi di prima, Ronaldinho a scatenare il Meazza con giocate gustose e spettacolari, accelerazioni e dribbling da sogno. Lo stesso Flamini, che corre come un indemoniato, mantiene i livelli della sua prestazione altissimi: davvero stupefacente, e forse nel ruolo di terzino il Milan ha trovato un nuovo Pendolino. Bisogna elogiare anche la crescita di Senderos, diventato un muro invalicabile: è lui a districare ogni flebile tentativo d’orgoglio dei piemontesi, a conferma delle ultime ottime partite giocate dal centrale svizzero. Ancelotti inserisce Shevchenko e concede la standing ovation a Inzaghi: solo Kakà, ancora una volta, si vede poco. L’ennesima incursione rossonera, sostenuta da Ambrosini, porta un rigore che diventa il riscatto del numero 22 di Brasilia: 4-0 e centro numero 12 in campionato. Il Milan tiene le redini, ma concede i primi vagiti di reazione al Toro. Un paio di azioni, una lieve distrazione difensiva e l’1-4 con Dida incolpevole. San Siro non si lascia zittire e lo show prosegue: anche Maldini dà lezioni con doppi passi e interventi splendidi. The Old Master lascia campo a baby Darmian, che si fa subito applaudire: prima con un bell’intervento dietro, poi con un’inzuccata su corner. Gli ultimi applausi sono per l’indomito Ambrosini, che ripiomba in area e sfonda per la quinta volta la rete di Sereni: 4° gol in stagione, baci sotto la curva e sentimenti da Libro Cuore per la Milano rossonera, che riaggancia la Juventus al secondo posto. 5 vittorie e 1 pareggio in sei gare, 7 punti rimontati alla Juve, un gioco sempre più arioso e piacevole: in casa rossonera si sta rialzando la testa, si sta ritrovando una forza che sembrava perduta. I momenti difficili sembrano finalmente superati, anche se la crescita psicofisica non deve fermarsi qui: la stagione prossima dovrà essere necessariamente stellare.

MILAN-TORINO 5-1. MARCATORI: Inzaghi (M) al 13’, al 37’ p.t. e al 15’ s.t.; Kakà (M) su rigore al 23’, Franceschini (T) al 35’, Ambrosini (M) al 45’ s.t. MILAN (4-3-1-2): Dida; Flamini, Senderos, Maldini (dal 27’ s.t. Darmian), Zambrotta; Beckham, Pirlo, Ambrosini; Kakà; Inzaghi (dal 20’ s.t. Shevchenko), Pato (dal 1’ s.t. Ronaldinho) (Kalac, Mattioni, Seedorf, Cardacio). All: Ancelotti. TORINO (4-4-1-1): Sereni; Rivalta (dal 40’ p.t. Dellafiore), Natali, Franceschini, Rubin (dal 20’ s.t. Ogbonna); Abate, Barone, Dzemaili (dal 1’ s.t. Saumel), Diana; Rosina; Bianchi (Calderoli, Vailatti, Stellone, Colombo). All: Camolese. ARBITRO: Banti di Livorno. NOTE - Spettatori paganti 11.239 per un incasso di euro 242.941,00; abbonati 42.822 per una quota di euro 727.965,21. Ammoniti Franceschini, Diana e Sereni per gioco scorretto. Angoli 6-1. Recuperi 1’ pt e 35’’ st.


LE PAGELLE

DIDA 6 Non ha particolar lavoro da svolgere, anzi è in uscita premio. Incolpevole sul gol granata. FLAMINI 8 Partita oceanica, che fa scoprire a San Siro un nuovo, devastante terzino. Copre alla grande, corre come un pazzo, punge tremendamente con le sue incursioni. Crossa, va al tiro, fa sovrapposizioni; e corre, corre tantissimo. Fresco e ‘vivo’, come non vedevamo dai tempi del miglior Cafù. I progressi di Mathieu sono notevoli: oggetto misterioso a inizio stagione, crescita esponenziale fino a diventare un centrocampista completo e dal gran fiato e, ora, terzino galoppante. Sorpresissima. SENDEROS 7 Chi dubitava di Philippe a inizo stagione, è stato smentito alla grande: l’elvetico, recuperata la forma fisica, ha messo da parte svarioni e cappelle, presentandosi a San Siro con continuità, efficienza e sempre maggior sicurezza. Col Torino è stato ancora una volta una diga impeccabile. MALDINI 6,5 Il capitano governa la difesa con calma olimpica, serenità e classe superiore: in coppia con Senderos, dà sicurezza alla sqaìuadra. Ha pochi grattacapi, ma dà lezioni di calcio con corsa leggera ed elegante, doppi passi sgargianti e carisma sempre epico (DARMIAN 6 Si mette in luce con un paio di buoni interventi difensivi, e si gusta anche un’incursione pericolosa su corner). ZAMBROTTA 6 Il suo lavoro sulla fascia difficilmente è evidente e spettacolare, ma spesso efficace e pulito. BECKHAM 7,5 Partitone dell’inglese, che torna in campo dopo due match di riposo. Corre molto e mette una quantità di cross spaventosa, che fa la felicità di Inzaghi: piede di velluto, compasso naturale. PIRLO 7 Partita da Pirlo: in una stagione a sprazzi, per Andrea è sempre importante tornare a dirigere con la sua classe e la sua calma. Ora deve tornare il Pirlo di sempre anche in match più difficili. AMBROSINI 7 Lotta con la sciabola sempre in mano, corre e copre, segna il 5° gol: partita totale e festa sotto la sua curva, con i suoi tifosi. KAKA’ 6 Ricky va ancora a fari spenti, non è ancora lui. Si vede poco, si toglie un peso di dosso segnando il rigore del 4-0. PATO 6,5 Ormai è una certezza: anche nella partita più opaca regala numeri, accelerazioni stupefacenti, controlli di palla mirabolanti. Non è di certo opaca, comunque, la sua prova col Torino: e allora San Siro si può gustare il suo solito Pato Maravilha, guizzante e travolgente. Lascia il campo acciaccato dopo ’45. RONALDINHO 6,5 Incanta San Siro con la sua eleganza suadente e i suoi tocchi morbidi, da fermo ma non solo: certi dribbling in accelerazione sono da applausi, come certe piroette in mezzo a 3-4 avversari. Devono abbatterlo per fermarlo. Poi lui si inventa anche certi lanci fenomenali a mettere in porta le punte: tutto suo il copiright sulla galoppata inzaghesca del 3-0. INZAGHI 9 Non ci sono più parole per descrivere l’immensità di questo rapace d’area. Segna in tutti i modi, anche col Toro: è la terza tripletta a Camolese, il secondo tris in una stagione da 12 gol in campionato. Tocca 304 reti da professionista, arriva a quota 112 in rossonero. Da quando è rinato dall’infortunio grave del 2003, che gli dimezzò la stagione del tricolore (2004, 7 reti) e gli annullò, di fatto, il 2004/05 (1 gol), Pippo inizia sempre le stagioni da ‘ruota di scorta’: la stampa lo mette dietro a tutti, Ancelotti lo fa giocare poco. Poi in Primavera lui esplode e diventa il traghettatore del Diavolo: la storia si è ripetuta con i 17 gol del 2006, gli 11 del 2007 (con la doppietta nella finale di Atene), i 18 del 2008 (col bis al Boca nella finale ‘mondiale’ in Giappone) e, ora, i 14 tra campionato e coppe. Immortale, Insaziabile, Inzaghissimo. (SHEVCHENKO sv).


PIPPO INZAGHI/ SEMPRE LUI PROTAGONISTA
'ANCORA COMPETITIVI!'

FILIPPO INZAGHI: "Contro Camolese era la terza tripletta, mi spiace un po' perchè lo reputo una brava persona e anche una bravo allenatore. Questa è la mia decima tripletta in campionato. Questa settimana in allenamento mi sono divertito, sentivo di stare bene e questa sera i miei compagni sono stati bravi e quando la condizione fisica mi assiste tutto è più facile. Beckham è stato bravissimo a servirmi con i suoi cross. Anche Flamini ha giocato molto bene in una posizione inedita, si è fatto trovare pronto in questo ruolo e la sua condizione fisica di questo momento è strepitosa. L'unico rammarico che c'è per questa stagione riguarda gli infortuni che abbiamo avuto perchè questo Milan può ancora essere competitivo con chiunque, soprattutto in Italia."

COMMENTI A CALDO

PHILIPPE SENDEROS: "E' stata una bella partita, abbiamo cominciato subito bene e messo pressione al Torino chiudendolo nella sua metà campo. Era importante per noi vincere come sarà altrettanto importante fare bene in tutte le altre sfide da qui alla fine del campionato per chiudere in una posizione di classifica il più alta possibile. Con questi tre punti stasera siamo anche riusciti ad agganciare la Juventus e per noi sarebbe bellissimo riuscire magari a finire la stagione sopra di loro. Adesso continueremo a lavorare come stiamo facendo, abbiamo fatto bene in difesa e siamo consapevoli di possedere giocatori fondamentali per fare la differenza davanti. Ci voleva una partita con tanti gol perchè tiene alto il morale. Stasera si è vista una difesa inedita con Flamini, lui aveva già provato a giocare da terzino sinistro in Champions League con l'Arsenal. E' un giocatore che si impegna molto e fa il suo lavoro con tanta concentrazione. La forza di questa squadra, comunque, è quella di dimostrare di fare bene anche nelle situazioni di emergenza: quando un giocatore è indisponibile ci sono tanti campioni che si mettono a disposizione della squadra e fanno il possibile per dare il loro miglior contributo. Personalmente spero di continuare così fino alla fine del campionato, sono stato sfortunato a causa dei miei infortuni, ma spero di poter dare ancora il mio contributo alla squadra in questo finale di campionato per poter dimostrare anche al Mister la mia voglia di proseguire a fare bene con questa maglia."

MASSIMO AMBROSINI:"Ci tengo a precisare che non ci sono mai state divergenze tra me e la società per quanto riguarda la mia situazione contrattuale e colgo l'occasione per ringraziare la gente che questa sera si è dimostrata davvero affettuosa nei miei confronti. Una testimonianza di affetto che non sempre è scontata: i tifosi mi hanno fatto sentire il loro affetto. Ricordiamo che il contratto per la prossima stagione c'è e ci sarà anche il tempo per parlare della mia situazione a fine campionato. Per quanto riguarda la mia prestazione di questa sera sono contento, cerco sempre di sfruttare quelle che sono le mie caratteristiche. Sull'episodio del rigore Sereni ha toccato sia me che il pallone, era una chiara occasione da gol."

RICKY KAKA': "E' stata una bella partita, una serata caratterizzata da tanto divertimento. La squadra ha fatto una bella prestazione. Una gara di questi tipo ci voleva in un momento così delicato della stagione e che ci ha permesso di raggiungere la Juventus al secondo posto. Stasera si è visto del bellissimo calcio e Pippo è stato bravo a realizzare un'altra sua personale tripletta. Quando lui si sblocca subito come ha fatto stasera è tutto più facile. Poi in campo Pato ed io in avanti abbiamo creato tanto ed anche per questo siamo riusciti a fare tanti gol. Di mercato preferisco non parlare perchè ho già dichiarato cosa penso e non c'è altro da aggiungere."

CLASSIFICA SERIE A
74 Inter 41 Atalanta
64 Milan 40 Catania
64 Juventus 40 Sampdoria
57 Genoa 39 Napoli
55 Fiorentina 37 Siena
52 Roma 34 Chievo Verona
49 Palermo 27 Torino
48 Cagliari 26 Bologna
47 Lazio 24 Lecce
42 Udinese 23 Reggina


mercoledì 15 aprile 2009

MILANSTORY- 1938/1939, RITORNO AL GRIGIORE

Il Milan d'alta classifica dura poco: la stagione è anonima e solo un gran finale, arricchito dai gol di Aldo Boffi, garantisce al club rossonero una sofferta salvezza nella massima serie.

Dopo due stagioni entusiasmanti e positive, il Milan ri-crolla nell'anonimato dei suoi grigi anni '30. Ultimo alla diciannovesima giornata, senza nessun rinorzo di rilievo, il vecchio Diavolo -che a metà stagione diventa AC Milano per imposizione fascista- si aggrappa ai gol di Aldone Boffi (19 a fine campionato), che nel finale trascina i suoi al nono posto e ad una salvezza sofferta. La società cercadi rimediare con una girandola di cambi in panchina: si parte col binomio Felsner-Banas, poi si passa a Banas solo al comando, si finisce con Violak affiancato all'ex regista rossonero. In Coppa Italia, arriva il 4° k.o. in semifinale di fila, per mano del Novara. La fascia di capitano transita sulle braccia dei terzinacci Perversi e Bonizzoni, la formazione tipo è la seguente: Zorzan; Perversi, Bonizzoni; Remondini (Traversa), Bortoletti, Loetti (Provaglio); Antonini, Buscaglia; Capra, Boffi, Loik. Scudetto al Bologna, Coppa Nazionale all'Ambrosiana Inter.


EMOZIONI FORTI. L'avvio è traumatico: 5 sconfitte e 2 pareggi. Il primo successo arriva solo all'ottava giornata, con la Lazio: è Boffi, autore di una doppietta, a suonare la sveglia. Non basta: la sofferenza continua con 2 sconfitte e tre pari, tra cui uno spettacolare 2-2 in casa della Juve: il Milan aveva giocato una partita spettacolare e orgogliosa, chiudendo il primo tempo avanti di 2-0, grazie ai guizzi di Buscaglia e del solito Boffi. Nella ripresa, il crollo: Diavolo stanco e privo di un gioco per troppe domeniche, gare deludenti e prestazioni malinconiche. Solo il tornado Boffi tiene su la baracca: batte all'82 la Lucchese (2-1 a Lucca), mata il Modena con una doppietta. I compagni non lo sostengono, e allora ricomincia la via crucis: caporetto casalinga con la Roma (0-1), sconfitta a Napoli per mano (anzi piede) del solito Nereo Rocco (1-0), che già negli anni triestini aveva spesso e volentieri ferito il Diavolo; in un deserto di emozioni, scocca l'ora del derby. Ed è la più grande gioia stagionale. Dopo '20 il Milan si procura un rigore, Boffi ci va freddo e realizza. Il match è combattutissimo, sangue e gomitate la fanno da padrone. A '10 dalla fine è Buscaglia, fantasista di non eccelse doti tecniche -che ha preso il posto dell'anziano Moretti a inizio stagione- a mettere al sicuro la partita. San Siro è una bolgia, e all'88 il rincalzo Scagliotti infila l'incredibile 3-0. Un tripudio, e poco conta che poi i nerazzurri accorcino al '90: termina 3-1. Lo 0-2 di Genova inaugura la nuova denominazione di AC Milano: ma il finale di stagione è garibaldino. Il Milan batte il Bari (3-1) con lo scatenatissimo Boffi (tripletta) e va a vincere in casa del Livorno: immenso, Boffi scardina l'ennesima difesa e realizza un altro gol determinante. Il giovane Loik archivia il 2-0. Non è un grande Milan, e lo 0-1 casalingo col Bologna futuro tricolore è accettabile: decide Hector Puricelli, un futuro da rossonero. Stringe i denti, il Milan, e pareggia a Roma con la Lazio: al '90, il 2-2 è ancora di Boffi. Stagione da Messia per il centravanti di Giussano: dopo i 15 gol del primo anno e i 19 del secondo, è a tutti gli effetti la stella indomabile del Milano. Col Novara decide Loik, che nel ritorno vede il suo rendimento impennarsi con continuità. Poi è Boffi show: segna al Toro ma il Milan perde, castiga il Liguria in casa sua (1-0) e il Milan vince; grazia la Juventus, in un soffertissimo 0-0, ma riprende il bombardamento a Trieste, griffando l'1-0: è un risultato pesante, pesantissimo. C'è ancora da faticare, e il Milan lotta: con le ultime energie e le forze giovani di Loik abbatte la Lucchese a San Siro (1-0), poi pareggia a Modena per 2-2 e tira un respiro di sollievo: apre lo stoico Antonini, pareggia ancora una volta Boffi: 19° sigillo di camponato e fine di una battaglia durissima. In Coppa Italia, il Milan elimina l'Anconitana ai sedicesimi (4-0): apre Loik, si prende gli applausi Coppa -un rincalzo- con una doppietta; chiude Buscaglia, regista della squadra in tandem con Antonini. Agli ottavi cede la Lazio: 2-1 per mano di Capra e remondini. Capra firma anche i quarti col Venezia, ma i lagunari tengono l'1-1 fino all'85. Boffi regola il 2-1 con una prodezza che vale la semifinale. Col Novara il Milan si arrende nonostante le reti di Boffi e Gianesello: la coppa andrà all'Inter.

SUPERBOFFI. Zorzan deve fare gli straordinari, ma per questa stagione il buio è profondo per la difesa rossonera: il portiere (28 gare), assieme a Perversi (26) e Bonizzoni (33), ce la mette tutta, ma è annata storta un pò per tutti. Il centrocampo non è di grande qualità: il modesto trio composto da Remondini (18 gare, 1 gol), Bortoletti (31) e Loetti (11), alternato all'umile Provaglio (11), non ha nè continuità ne affidabilità. Spesso viene utilizzato anche Traversa (18), mentre il buon Gianesello delle scorse annate è in calo e si accontenta di 13 apparizioni (e 1 gol in Coppa Italia). Dietro le punte, raccogliere l'eredità di Moretti -8 stagioni, 223 gare e 68 gol in rossonero!- è impresa ardua. specie per Antonini (18/1), che è più un guerriero da mediana, e Buscaglia (25/6), meno dotato tecnicamente dell'ex regista. Buscaglia ce la mette tutta e non demerita, ma Moretti era davvero un giocatore di livello a lui superiore. Tuttavia, resta nel cuore dei tifosi (e nel curriculum di Buscaglia) il pesante 2-0 con cui il Milan archivia un derby, vinto poi 3-1. A volte viene provato Coppa (13/4), mentre il grande Moretti si prende gli ultimi applausi nelle sue 8 partite complessive. L'attacco splende ancora tutto della luce el ciclopico Boffi: un bomber completo e sempre sul posto. Se anche in un'annata così nera, in un Milan senza gioco nè campioni, Boffi riesce a segnare 21 reti (19 in 28 match di serie A), vuol dire che ha un fiuto grande come San Siro. Boffi infila due doppiette e una tripletta, sommergendo il povero Bari. Pesantissimo anche il rigore che schioda il derby, poi vinto 3-1. A metà stagione esplode finalmente il giovane Ezio Loik, fiumano di eleganza e tecnica d'alta classifica: chiude con 26 gare e 5 gol, 4 dei quali in campionato. Il più pesante, l'1-0 alla Lucchese. Capra continua il suo declino improvviso, limitandosi a 4 reti (2 in 24 gare di campionato). Altri giocatori: Berra, Cossio, Diamante, Ellena, Girardengo, Scagliotti, Vigo e Villa.

martedì 14 aprile 2009

CHIEVO-MILAN 0-1 (SERIE A, 31a GIORNATA)

IL GRAFFIO DELLE PANTERE

Clarence Seedorf risponde alla sua stagione opaca col gol che permette al Milan di espugnare Verona, in una giornata non brillantissima: Dida salva tutto con due parate strabilianti. Si avvicina il secondo posto.

VERONA. A volte ritornano, e mai darli per morti. Sono i vecchi leoni, o meglio le vecchie pantere ferite e in disarmo. L'orgoglio non invecchia, anzi rinvigorisce l'anima. E' il caso di Clarence Seedorf, 33 anni, ex stella di Ajax e Real Madrid e per anni mente e braccio del Milan ancelottiano. Dalla Champions 2003 al Mondiale 2007, passando per il tricolore 2004, una vita da protagonista. Poi, questa stagione sciagurata, opaca e piena di partite da scordare. E' il caso di Nelson Dida, eroe degli eurotrionfi (con la ciliegina dei rigori nella finale di Manchester) e portiere matstodontico consacratosi nella stellare stagione scudettata. Poi, dal 2005/06, un paio di stagioni in evidente calando e due addirittura da numero uno scalzato (prima da Kalac e poi da Abbiati). La rivincita è un boccone dolcissimo. A Verona Seedorf sigla il gol vittoria. A Verona Dida, che rimpiazza l'infortunato Abbiati da qualche gara, sigilla il risultato con due paratissime da lustrarsi gli occhi, degne dei tempi d'oro. Ancelotti lascia ancora in panca Beckham e Ronaldinho, piazzando Kakà alle spalle di Inzaghi e Pato. Chievo subito propositivo e Milan col fiatone, poi i rossoneri si riprendono e contengono; il solo Pato prova qualche guizzo davanti. Quando Pellissier siora il gol, i rossoneri capiscono che è ora di svegliarsi. Kakà allunga il passo e penetra in area e in un contrasto con Yepes cade a terra. Ancelotti protesta. Ma il tecnico perde la pazienza al 37' quando critica la decisione di Saccani di far battere una punizione al limite per i rossoneri lontano dal punto del fallo. Saccani non ci sta e invita l'allenatore a lasciare il campo. Il Chievo si copre molto, Kakà non è ancora brillante e le fasce spingono poco. Poi, all'improvviso, il gol. Il lancio di Jankulovski finisce a Inzaghi che se non segna si dà all'assist: quello per Seedorf che infila con un violento rasoterra. Tassotti inserisce Flamini per contenere il terribile assedio clivense, e alla fine il Milan esce dal Bentegodi con tre punti. Dida, già prodigioso con una manata a togliere la palla da sotto la traversa, si supera con un intervento di piede su tocco ravvicinato di Colucci. La Juve e il secondo posto si avvicinano, ma diciamolo piano.
CHIEVO-MILAN 0-1. MARCATORE: Seedorf all'8' s.t. CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; Mantovani (Esposito dal 40' st), Yepes, Morero, Sardo; Marcolini (Langella dal 27' st ) Rigoni, Luciano (Colucci dal 3' st ), Pinzi; Pellissier, Bogdani. (Squizzi, Scardina, Mandelli, Italiano) All. Di Carlo. MILAN (4-4-2): Dida 7; Zambrotta 6, Senderos 6,5, Favalli 6, Jankulovski 6; Pirlo 5.5, Seedorf 6, Ambrosini 6, Pato 6.5 (Shevchenko sv dal 39' st ); Kakà 5,5 (Ronaldinho sv dal 30' st ), Inzaghi 6,5 (Flamini 6 dal 14' st ). (Kalac, Beckham, Damian, Antonini, Ronaldinho). All. Ancelotti. Arbitro: Saccani di Mantova. NOTE - Spettatori: 25.169 per un incasso di 550.474,29 euro. Ammoniti Rigoni per proteste; Morero Jankulovski e Flamini per gioco scorretto. Al 37' p.t. espulso Carlo Ancelotti per proteste. Angoli 7-5 per il Milan. Recuperi: 0' pt e 4' st.


COMMENTI A CALDO

CLARENCE SEEDORF: "La soddisfazione per il gol è grande, ma ancora di più quella per i tre punti perchè nessuna squadra sta mollando e noi dobbiamo tenere questo passo continuando così. Piano piano stiamo recuperando tutti. Oltre a me, anche Ricky sta meglio e ho visto molto bene Shevchenko. Stiamo recuperando dall'infortunio e ritrovando la condizione fisica. Adesso avremo due partite in casa in cui dovremo cercare di conquistare il maggior numero di punti."



CLASSIFICA SERIE A
73 Inter 40 Sampdoria
63 Juventus 39 Napoli
61 Milan 39 Udinese
57 Genoa 37 Catania
55 Fiorentina 37 Siena
49 Roma 31 Chievo Verona
46 Palermo 27 Torino
45 Cagliari 26 Bologna
44 Lazio 24 Lecce
41 Atalanta 20 Reggina



lunedì 6 aprile 2009

MILAN-LECCE 2-0 (SERIE A, 30a GIORNATA)

CON LE UNGHIE E CON I DENTI

Con un gol di Ronaldinho al 91' e di Inzaghi al 93' i rossoneri vincono 2-0 a San Siro e tengono distanti Genoa e Fiorentina. Punizione eccessiva per i salentini. Kakà in campo dal 1' dopo due mesi.

MILANO.
Per un soffio, son tre punti: il Milan batte il Lecce negli ultimi secondi di una partita senza troppi sussulti ma sudata e battagliata. Ancelotti ritrova Kakà dopo i fastidiosi stop e le polemiche coi medici che hanno fatto risuonare le sirene madridiste; davanti a Ricky, Pato e Inzaghi. In difesa, Maldini e Favalli centrali; in mezzo Flamini, Pirlo e Seedorf. Prima frazione senza sussulti particolari, se non qualche brillante spunto di un Pato scatenato e l'avvicendamento tra l'acciaccato Maldini e Seedorf: la fascia di capitano passa sul braccio di Pirlo che, però, è ancora opaco come Seedorf e lo stesso Kakà. Nella ripresa il numero 22 prova a sgropparsi le tossine di dosso e servire Inzaghi, che però è troppo marcato: se anche Ancelotti boccia Seedorf, inserendo Ronaldinho, è evidente che con l'olandese il Milan non gira affatto. Il dentone crea qualche piacevole diversivo, ma il Lecce difende ordinato e anzi a volte crea qualche grattacapo a Dida. La differenza la fa Pato. Bellissimo il guizzo al 26' quando evita un uomo e tira sul primo palo. Il talento brasiliano si carica addosso i destini della squadra, anche perché Kakà si è defilato. Ancelotti gioca la carta Shevchenko che rileva proprio il brasiliano. Cambi che portano al 4-2-3-1 nel momento in cui il Lecce cala vistosamente; fatalmente decisivi perché quando tutto sembra finito arrivano le reti di Dinho, che devia di testa un'inzuccata di Senderos, e quella di Pippo, quest'ultimo servito da Sheva. Che botta! Davvero troppo per il Lecce che fallisce il sorpasso al Torino con cui condivide il penultimo posto.

MILAN-LECCE 2-0. MARCATORI: Ronaldinho al 46', Inzaghi al 48' s.t. MILAN (4-3-1-2): Dida 6; Zambrotta 6, Maldini 6 (Senderos 6,5 dal 39' p.t.), Favalli 6, Jankulovski 5,5; Flamini 5,5, Pirlo 6, Seedorf 5 (Ronaldinho 6 dall'8' s.t.); Kakà 5 (Shevchenko 6,5 dal 33' s.t.); Pato 7, F. Inzaghi 6. (Kalac, Antonini, Ambrosini, Beckham). All: Ancelotti. LECCE (4-4-1-1): Benussi; Polenghi, Fabiano, Esposito, Ariatti (Konan dal 44' s.t.); Angelo (Giuliatto dal 35' s.t.), Vives, Giacomazzi, Munari; Caserta; Tiribocchi (Papadopulos dal 44' s.t.). (Rosati, Schiavi, Ardito, Zanchetta). All: De Canio (in panchina Pavese). ARBITRO: Farina di Novi Ligure. NOTE - Spettatori paganti 10.199, incasso 214.215,50; 42.822 abbonati, quota abbonati 727.965,21. Ammoniti Pirlo e Vives per proteste, Polenghi per gioco scorretto, Caserta per comportamento non regolamentare. Angoli: 9-1. Recuperi: 2' p.t.; 4' s.t.
COMMENTI A CALDO

PHILIPPE SENDEROS: "Era importante riuscire a conquistare questi tre punti, non ha importanza se poi a segnare sono stato io o è stato Ronaldinho. Era fondamentale vincere per la sqaudra, soprattutto a San Siro davanti ai nostri tifosi. La partita era difficile, il Lecce si chiudeva bene dietro e noi facevamo fatica a trovare gli spazi, ma abbianmo avuto la giusta pazienza e siamo stati premiati con questa vittoria che ci porta in una buona posizione in classifica in chiave Champions League. Adesso vogliamo continuare così. C'è stata tanta emozione dopo il gol, poi personalmente sono felice di poter fare parte di questa squadra." FILIPPO INZAGHI: "E' stata una partita dura e sono felice perchè abbiamo conquistato un risultato importante. Il Lecce era schierato bene in campo. All'inizio siamo partiti bene, ma non siamo riusciti a sbloccare il risultato prima, la partita si sarebbe messa in maniera differente. Poi è arrivato il gol su palla inattiva. Sul mio gol, invece, devo ringraziare Shevchenko perchè il merito è tutto suo. Lo vedo bene, anche in allenamento lavora bene. Sono felice per la squadra perchè siamo tanti campioni e il Mister ha solo l'imbarazzo della scelta nel decidere chi schierare."

CLASSIFICA SERIE A
72 Inter 38 Napoli
63 Juventus 37 Catania
58 Milan 37 Sampdoria
54 Genoa 36 Udinese
52 Fiorentina 34 Siena
49 Roma 31 Chievo Verona
45 Palermo 26 Bologna
45 Cagliari 24 Lecce
41 Lazio 24 Torino
40 Atalanta 20 Reggina




giovedì 2 aprile 2009

MILANSTORY- 1937/1938, GRAN TERZO POSTO

Il Milan di Banas migliora, addirittura, il quarto posto della stagione precedente: trascinato dai gol dello strepitoso Boffi, lotta per il tricolore e conclude al terzo posto finale.
Il quarto posto colto nel 1937 non resta un'episodio isolato, in casa Milan. I rossoneri, guidati ancora dall'ungherese Jozsef Banas (affiancato dall'austrotedesco Felsner nelle vesti di DT), si migliorano addirittura e restano in scia scudetto fino all'ultima giornata, terminando terzi a pari merito col Genoa. In estate arrivano Lovetti, Remondini, Loik (un diciottenne che nel Grande Torino diverrà un campion e di livello assoluto) e Antonini, che militerà nel Milan per oltre un decennio come colonna di centrocampo. La formazione impostata da Banas prevede: Zorzan; Perversi (capitano), Bonizzoni; Lovetti (Remondini), Bortoletti, Gianesello; Moretti, Gabardo (Antonini); Capra, Boffi, Arnoni. In estate il Milan debutta in Europa, nella Mitropa Cup: i romeni del Ripensia Timisoara eliminano subito la compagine meneghina, che si rifà in campionato. La perla di tutta la stagione è l'1-0 nel derby, sigillato dal gol di Capra. Un successo atteso quasi 10 anni. Alla fine lo scudetto va all'Ambrosiana Inter, di soli tre punti davanti ai rossoneri: le prime 7 della classe finiscono tutte nel giro di 5 punti. La coppa Italia, invece, svanisce ancora al '118 supplementare, e ancora contro il Torino: evidenti scherzi di un destino ancora beffardo per il vecchio Diavolo.

CORSA INCREDIBILE. La stagione inizia in casa con il Liguria: Aldo Boffi, dopo la prima stagione da giovane promessa, si candida per il ruolo di stella della squadra con la prima doppietta di stagione. Alla seconda giornata il Milan va a vincere a Bari, con reti di Capra, del solito Boffi e del nuovo Antonini. I tifosi si disilludono presto: ko col Toro (0-1 in asa) e pari con Napoli (1-1) e Lazio: biancocelesti avanti con l'ex Stella, rossoneri che pareggiano col carioca Gabardo e raddoppiano col regista di lungo corso Moretti. La beffa arriva all'84, su sfortunato autogol della quercia Perversi. Il Milan crolla anche nel derby (1-2) ma rialza la testa vincendo a Livorno (2-1) con graffi di Remondini e Moretti, sempre affine col gol. Moretti, fiero della sua maglia a strisce rossonere, va ancora a bersaglio con l'Atalanta, aprendo la discesa verso un facile 3-0: rossoneri che recuperano terreno. Nelle 5 gare successive, oltre a due pareggi, il Milan abbatte Roma (1-0), Fiorentina (a bersaglio anche Moretti e Bonizzoni dal dischetto) e Genova (Capra sigla l'1-0 in Liguria). Le sconfitte con Bologna (0-1) e Juve (0-2), seguite dall'1-1 col Liguria (a segno il giovane Loik, fturo grande torinista) frenano l'armata di Banas. Il Bari materasso, che pur si salverà, ne prende 5 (a 1) a Milano: un autogol, una doppietta del narciso Gabardo e due fucilate del bomberone Boffi. Aldo da Giussano è alla seconda doppietta e sta iniziando a diventare un centravanti completo. Potente e veloce, acquisisce partita per partita maggiore continuità che gli garantirà presto proficui bottini di reti. In casa del Torino è solo 0-0, ma il giovane cannoniere esibisce tutto il suo repertorio nel 3-1 al Napoli, rifilando al malcapitato portiere di turno l'ennesima doppietta. Va a segno anche Arnoni. A Roma, in casa Lazio, il Milan scivola: 1-1 e gol di Moretti, bestiaccia nera dei biancocelesti di quegli anni. L'andamento in campionato è positivo, non irresistibile, ma i tifosi sono soddisfatti. Certo non si aspettavano il regalone che arriva nel sentitissimo derby con i cuginastri 'borghesi'. La vittoria manca da quasi dieci anni e curiosamente, forse per scaramanzia, il Milan scende in campo con una maglia rossa a pois neri! Questa divisa allucinante, che forse confonde i nerazzurri, porta bene: Capra segna con un guizzo che rialza una stagione per lui opaca, i tifoi esultano per l'1-0 da due punti! Sulle ali dell'entusiasmo, i Ragazzi di Banas affondano ancora il Livorno: la griffe, ancora una volta, è del ciclonico Aldo Boffi. La fiducia riacquistata esalta la tifoseria meneghina, ma gli sforzi esalati in queste partite difficili si fa sentire: due 0-0 e l'1-3 in casa della Roma minano i sogni tricolori del Milan. I tifosi si aggrappano tutti all'idolissimo Boffi, e nella gara in casa con la Lucchese fanno sentire tutta la loro voglia di grande calcio. Lovetti apre le marcature, ma i 'rossoneri toscani' danno battaglia. Serve un grandissimo Boffi per spegnerli: Aldone segna il 2-0 e chiuòde la gara. Poi lancia un messaggio ai tifosi, infilando altri due peri: tripletta devastante, che grida la grandezza del campione e la sete della squadra. Il gruppo si compatta attorno a Boffi e al mister, e si rimette in carreggiata con la pesantissima vittoria a Firenze: 1-0 del 'pirata' Antonini, ormai impossessatosi del ruolo di titolare in regia, a fianco a Moretti. Il sogno scudetto resiste, anche se il Genova mette i bastoni tra le ruote: 2-2, non basta l'ennesima doppietta di un Boffi scatenato. Identico risultato a Bologna: stavolta Boffi va a bersaglio 'solo' una volta, raddoppia Arnoni: ma ormai lo scudetto è un sogno quasi impossibile. Difatti all'ultimo turno il Milan non riesce a battere la Juve: 1-1 acciuffato solo all'84, con l'ultima scintilla -la numero 16- dell'impagabile Boffi. Il terzo posto è, in ogni caso, più che dignitoso. COPPE. E' Moretti l'eroe dei primi turni della Coppa nazionale: 2 gol nel 2-0 al Varese, uno nel 3-0 al Liguria nella ripetizione, dopo lo 0-0 d'andata: copertina anche per il baby Loik, autore di una fantastica doppietta. Il Milan asfalta il Bologna ai quarti: 2-0 e doppio sigillo di Moretti, sempre lui. Col Toro, in semifinale, è durissima: Boffi e Gianesello marcano rete, ma termina 2-2. Boffi segna anche al ritorno, ma il Toro pareggia e vince 3-2 al '118 supplementare: replay della beffa dell'anno precedente. In Europa il Milan debutta a Timisoara, travolto (0-3) dai romeni del Ripensia in Mitropa Cup. A poco serve il 3-1 di San Siro: romeni avanti con Bindea, pari di Cossio (utilizzato solo nel doppio confronto estivo con i romeni) e gol di Loik; 3° gol ancora di Cossio, ma Milan eliminato.

BOFFI 19 RETI. Terza stagione tra i pali per l'affidabile Zorzan (35 partite), difeso da capitan Perversi (37/0) e Bonizzoni (33 gare e un gol su rigore), affiatati come sempre. Per Perversi è la dodicesima stagione con le strisce rossonere. A centrocampo viene introdotto Lovetti (28/1), con Remondini (21/1) pronto a subentrare. Pilastro del centrocampo è ancora Bortoletti (36/0), alla quinta stagione milanese. Sulla sinistra si distingue bene il valoroso Gianesello (25/1, al terzo anno al Milan). La regia è affidata a Gabardo (26/1) e Moretti, che più invecchia e più sorprende, anche in zona gol: 32 gare totali e 12 gol per lui, 7 in serie A e 5 in 5 apparizioni di Coppa Italia. Antonini (23/2) è discreta alternativa al brasiliano Gabardo, ma negli anni diventerà un perno del centrocampo e una vera bandiera: 288 presenze rossonere fino al 1949. L'attacco è tutto impostato sul ciclonico Aldo Boffi, prototipo del bomber sfondareti anni '30: cecchino infallibile, Boffi realizza 16 gol in campionato (in 24 gare) e 3 nelle Coppe (5 gare tra Coppa Italia e Mitropa), per un totale di 19, che si aggiungono ai 15 della prima stagione con la casacca rossonera. Meno incisivo della stagione precedente Egidio Capra (36 gare e 6 gol, tutti in A), che però si prende le copertine decidendo un derby che il Milan non vinceva da troppi anni. Completa il reparto Arnoni (23/4), troppo leggero come punteros. In rosa ci sono anche Berra, Bodini, Buscaglia, Cossio (solo 2 gare, e 2 gol: entramibi in Mitropa), Diamante, Martini, Poggi, Provagli, rigotti e Scagliotti. Ezio Loik da Fiume (all'epoca città libera), è una talentuosa mezzala di 18 anni che diventerà una stella nazionale nel Grande Torino: solo 2 gare (e 1 gol) nella prima di tre stagioni rossonere.