giovedì 23 aprile 2009

MILANSTORY- 1939/1940, BOFFI NEL DESERTO

Dopo la stagione nera dell'anno precedente, i rossoneri soffrono meno ma restano squadra da media classifica. L'unico che si eleva dalla media è Aldo Boffi, autore di 24 gol e nuovamente capocannoniere. Entusiasmante successo nel derby.
C’è voglia di ripartire, in casa Milan. La retrocessione sfiorata con mano l’anno prima, ed evitata soprattutto grazie al poderoso bomber Boffi, impone un rinnovamento: la società passa da Emilio Colombo ad Achille Invernizzi. Corposa la campagna acquisti: arrivano Chizzo (centrocampista), Pasinati e Biraghi (attaccanti) ma soprattutto Boniforti (un difensore che resterà rossonero per 4 anni) e Umberto Menti (gioiello del Vicenza, fantasista). Dal vivaio, emerge il regista di centrocampo Paolo Todeschini. Dopo 14 stagioni da mastino, Luigi Perversi è al tramonto e lascia spazio ai giovani; come lui, il suo compagno di reparto per 9 anni, Bonizzoni. E’ Bartoletti il nuovo capitano. Antonini arretra in mediana, Loik diventa titolare dietro le punte. Boffi è la stella indiscussa dell’attacco, in porta vola sempre l’ottimo Zorzan. La panchina viene affidata al duo Banas-Violak, che schiera il Milan così: Zorzan; Boniforti (Bonizzoni), Berra; Antonini, Bortoletti, Dovetti; loik, Chizzo; Pasinati, Biraghi (Menti), Boffi. L’andata è entusiasmante (il Milan chiude secondo), ma nel ritorno un calo vistoso porta la squadra all’ottavo posto. Boffi è di nuovo capocannoniere, con uno strepitoso score di 24 gol. Lo scudetto va all’Inter, la Coppa Italia alla Fiorentina.

COLPI DI SCENA. Il torneo parte in salita (1-2 dal Torino), ma il Milan si sveglia presto battendo 3-1 la Fiorentina: Aldo Boffi ci mette pochissimo a ricordare a tutti il sontuoso toro d’area che è, realizzando una tripletta strappa applausi. Di Romeo Menti, giovane fratello del neorossonero Umberti, il gol viola. Boffi timbra ancora il cartellino a Genova, ma la beffa dell’1-1 arriva quasi a fine gara. Il gioco del Milan è comunque buono e propositivo: arioso, addirittura, nel 4-0 al Bari. Loik ispira e segna, Boffi non fa mai mancare il suo nome nei tabellini; Pasinati e un’autorete completano la goleada. Arriva l’ora di Milan-Lazio, sfida tra Boffi e Piola: la vince il secondo, che segna uno dei due gol biancocelesti (2-0), che fanno scattare qualche allarme in casa rossonera. Infatti, la partita seguente è un ko col Novara (1-0). I tifosi rumoreggiano e nel match interno col Bologna la gara è sospesa sullo 0-2 per intemperanze: la crisi sembra nera. Eppure i Ragazzi hanno l’orgoglio di pareggiare (2-2) a Torino con la Juventus: succede tutto tra il ’16 e il ’36: rete di Varglien, pari di Pasinati, vantaggio di Bo, pareggio definitivo del solito Boffi. I nuovi acquisti si inseriscono gradualmente: Pasinati ha già trovato due gol Chizzo va a bersaglio col Venezia e il Milan vince 2-1 (di Boffi, manco a dirlo, l’altra firma). Momentaccio superato: la compagine di Banas va a vincere a Napoli per 4-1 con reti di Chizzo, Remondini (riserva che si prende una giornata di gloria: doppietta!) e Boffi, sempre più acclamato dalla tifoseria ed elogiato da stampa e critica. Potente e veloce, Boffi è anche freddo e preciso: lo dimostra il rigore da cecchino trasformato col Liguria, per evitare un tonfo casalingo che avrebbe potuto essere pesante (1-1). Il Milan arriva al derby all’Arena Civica col fiatone: l’Ambrosiana Inter conduce ed è strafavorita. Ma come sempre la stracittadina è un match a se, e i rossoneri dominano in lungo e in largo. Chizzo ferisce i nerazzurri, poi Boffi esplode tutta la sua fame di gloria con una doppietta che lo tramanda direttamente nella storia rossonera. Finisce 3-0 e il tripudio dei tifosi porta energie e ottimismo in squadra. Infatti il Milan travolge 3-0 la Roma. Ancora protagonista Boffi: seconda doppietta di fila. Il bottino di reti del cannoniere cresce in maniera impetuosa, così come impetuosa è la sua forza d’urto contro ogni difesa. E’ un momento strepitoso per Boffi, in rete anche nell’1-1 di Trieste: tutta Italia ammira stupefatta le gesta dell’Aldun, che contro il Modena fa scuola. Il Milan vince 4-0 e Boffi firma tutte e quattro le reti, evidenziando un fiuto da lupo e un repertorio invidiabile per ogni ruvido centravanti dell’epoca. Un mostro. L’1-3 col Torino è una delusione per i tifosi di casa, ma Boffi va ancora a segno: è la nona partita di fila, e il parziale dice 14 centri! La stanchezza si fa sentire: 0-1 a Firenze, 2-2 col genoa (lampo di Loik), 0-2 a Bari, 2-2 con la Lazio (in gol sia Boffi che Piola), 0-2 col Novara, 0-1 a Bologna, 1-2 con la Juve. La striscia è interrotta solo da un 2-0 a Venezia, per intemperanze dei tifosi locali sullo 0-0. Prova a reagire, il Diavolo, col Napoli: vince 3-0 e rispolvera il regista Buscaglia (doppietta), che era stato accantonato a favore di Chizzo. Loik, brillante come in gran parte della stagione, sigla l’altra rete. Nelle restanti 5 partite, arrivano 3 sconfitte (tra cui quella nel derby di San Siro) e 2 pareggi, uno 0-0 con la Triestina e il 2-2 di Modena: il Milan, sotto di due reti, rimonta con l’orgoglio dello sproporzionato Boffi, ancora autore di 2 reti, che gli valgono il trono di Principe dei cannonieri con 24 centri. L’ottavo posto non è certo positivo per chi può vantare cannonieri di tale stazza. In Coppa Italia il Milan supera il Novara ma è eliminato dalla Fiorentina: dopo l’1-1 milanese, il crollo fragoroso (0-5) nel replay in Toscana.
BOFFI SEMPRE PIU' STELLARE. La difesa rossonera si rinnova. Davanti all’affidabile Zorzan (23/0), emergono il nuovo Boniforti (22 gare e 1 gol) e Berra (30/0), che nelle due stagioni precedenti aveva raccolto qualche briciola. Bonizzoni giocherà solo 10 gare, Perversi solo 2. A centrocampo, tutto giostra attorno alla diligente regia di capitan Bortoletti (31 gare), settima stagione rossonera: Antonimi lascia la regia e si dimostra più utile come recuperatore di palloni (32 gare), Lovetti si mantiene sui suoi standard sufficienti. Gli viene alternato, talvolta, Villa. Loik è il genietto piazzato in zona fantasia: tocco felpato e guizzi da futuro campione gli permettono di trovare anche 4 gol pesanti, in 31 match. Al suo fianco, una new entry: Chizzo, che gioca 26 volte ma segna poco (3 reti) ed è poco continuo. Solo 12 gare, ma 4 reti, per Buscaglia, accantonato proprio per far posto a Chizzo. Ancora nuovi in attacco: Pasinati (24/4) e Biraghi (16/1) si dimostrano gli ennesimi fallimenti di affiancare a Boffi gente al suo livello. Un po’ meglio se la cava Umberto Menti, ex Vicenza, che gioca 15 volte e segna 2 gol. Ma anche lui sarà una meteora in rossonero. Le meteore, invece, Aldo Boffi le scaglia contro i portieri: altri 24 gol, in 31 gare complessive: un’enormità, in una stagione perfetta per il fenomenale cannoniere. Tecnica ottima, fiuto innato, rapidità e intuitività nei movimenti, potenza devastante nel tiro: sono le caratteristiche di un repertorio da incorniciare. Tuuta la squadra ruota attorno a Boffi, che col tempo assume anche i galloni di leader nello spogliaotoio e figura di riferimento. Sono ormai lontane le timidezze dei primi mesi rossoneri: ora Boffi è maturo e forte, pur rimanendo sempre un mite, una persona molto buona e semplice. Completano i quadri Bolla, Cassani, Diamante, Micheloni, Traversa, Remondini (ormai finito tra i rincalzi: 9 gare e due gol) e il baby Todeschini: gioca 8 volte ma si dimostrerà molto utile in futuro.
Il portiere rossonero Mario Zorzan con moglie e figlia a San Siro sulla copertina de "Il Calcio Illustrato" del 25 giugno 1940. "Il terzino di ferro" Giuseppe Bonizzoni (249 presenze in rossonero), alla sua ultima stagione da calciatore, in posa con nipote Luigi detto "cina", prodotto del vivaio, che sarà anche allenatore del Milan con Gipo Viani direttore tecnico e guiderà il Diavolo alla conquista dello scudetto 1958-59.

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