venerdì 28 dicembre 2007

IL MILAN CERCA RONALDINHO

IL CLUB ROSSONERO TRATTA IL FANTASISTA DEL BARCA, CHE CERCA IL RILANCIO DOPO ESSERE STATO A LUNGO IL NUMERO UNO AL MONDO. BERLUSCONI GIA' SOGNA IL SUPER TRIO CON PATO E KAKA'...

SEMBRA CHE IL MILAN stia trattando in queste ore il fuoriclasse brasiliano del Barcellona Ronaldinho, ritenuto fino a poco tempo fa il numero uno al mondo e scalzato solo dalla splendida ascesa di Kakà. Ronalinho, al Barcellona dal 2004, ha saputo da subito riportare la squadra blaugrana al top nazionale ed europeo, vivendo diverse stagioni stellari coronate da 2 Liga e una Champions League. Mai come ora il giocatore e il Milan, unico club al quale è sempre stato prepotentemente associato (merito dei molti amici brasiliani del Gaucho che giocano in rossonero), sembrano vicini. Ronaldinho potrebbe giocare alla Shevchenko, come seconda punta di classe immensa e numeri paradisiaci, completando così l'istinto del gol di Pato (o di Gilardino, o di Inzaghi) e dando a Kakà l'opportunità di esprimersi con due punte davanti, cioè come preferisce. Gli unici dubbi legati al dentone sono la sua professionalità e la possibilità per il classico brasiliano tutto samba e numeri di ambientarsi al duro torneo italico...

giovedì 27 dicembre 2007

A LONDRA SHEVA TORNA A SORRIDERE

STA RISALENDO LA CHINA L'EX FUORICLASSE ROSSONERO, DOPO IL PRIMO NEGATIVO APPROCCIO COL CALCIO INGLESE. NELLA SPERANZA SEMPRE VIVA DI UN RITORNO A CASA...


LONDRA. Il vecchio, gelido vento di passione inizia forse a spirare anche sulla nebbiosa Inghilterra. Altra doppietta per Andriy Shevchenko con la maglia del Chelsea, piccolo tassello di una stagione che piano piano sta lievitando dopo il primo, fallimentare approccio con la Premiership. L'ex numero 7 rossonero sembra ritrovare fiducia in se e, di conseguenza, riscopre la classe indimenticata, il fiuto del gol da bomber stellare che lo rese celebre sin da ragazzino, quando con la maglia della Dinamo Kiev vinse 5 campionati di fila, si laureò capocannoniere di ChAmpions e stese a suon di reti Real Madrid e Barcellona. Nell'estate 1999 i tifosi del Milan lo accolsero presto e lui, col suo sguardo da ragazzino, li ripagò subito a suon di gol. Velocissimo, esplosivo, tecnico, inflessibile al freddo e allo sforzo: in lui San Siro riassaporò presto il mito di Van Basten, innamorandosi del bambino silenzioso con quella maglia rossonera alzata sul viso e la sua pazza, sfrenata gioia gol. Andriy fu subito capocannoniere con 24 gol, e il Milan arrivò terzo. Con una squadra mediocre, Andriy si caricò nella stagione successiva le sorti del Milan sulle spalle. Le sue galoppate a velocità estrema, i suoi dribbling insistiti, i gol mirabolanti accendevano i cuori di noi, giovani tifosi. Era un mito nel deserto, Andriy, e furono altri 24 gol. L'anno dopo, corteggiatissimo dal Real Madrid, restò un punto di forza sprecato per una squadra che per vari infortuni giunse solo quarta. Lo stesso Sheva pagò caro un infortunio al naso, ma chiuse comunque con 14 gol.

GLI ESORDI IN ROSSONERO




IL CICLO ANCELOTTI. L'anno dopo il Milan tornò a vincere e incantare, ma paradossalmente senza Andriy, infortunato. Quando tornò, l'ucraino faticava a reinserirsi nel vivo e a fine anno contò solo 10 reti totali. Ma in quella stagione imparò a soffrire e mettersi al servizio della squadra, lavorare per i compagni, passare di più la palla, muoversi con classe ed efficacia su tuto il fronte. E diventò protagonista nella cavalcata europea: gol e assist ai quarti con l'Ajax, gol all'Inter nell'euroderby in semifinale. E il celebre, decisivo, rigore di Manchester nella finale con la Juve. Finalmente un trionfo, l'inizio di un ciclo. E non poteva che essere Andriy a entrare nella storia per primo. Sheva griffò con gol anche la vittoria in Coppa Italia con la Roma, e in agosto affossò il Porto nella Supercoppa Europea. Tre coppe, tutte nel segno di Sheva. Ormai attaccante irraggiungibile, completo, imprendibile, bomber infinito, Shevchenko visse nel 2003/04 la sua stagione migliore: segnava sempre, tanto, gol belli e pesanti. 24 a fine stagione, determinanti per la vittoria dello scudetto. Presto Sheva ruppe il muro dei 100 gol rossoneri. Andry era al top, e difatti proseguì la stagione dopo: tripletta in supercoppa italiana, gol a ripetizione in Champions e in campionato. Sempre con quella maglia rossonera alzata sul viso e la sua pazza, sfrenata gioia gol. Milan un pò affaticato, ma Andriy sempre pronto con fiotti di gol a salvare il gonfalone. Meritatissimo, il Pallone d'oro 2004. Altre imprese e gol in serie riempirono gli occhi dei tifosi nel 2005/06: come il poker europeo al Fenerbache, come tante altre prodezze realizzate spesso con la fascia di capitano al braccio, visto il sempre più frequente part time di Maldini. Sheva, mito e principe in un regno che delirava per lui.

L'EROE DI MANCHESTER


L'ADDIO. Nessuno immaginava che quel gol, il numero 173 in rossonero, sarebbe stato l'ultimo. Nel maggio 2006, con calciopoli alle porte, i soldi del Chelsea e i capricci della moglie portarono Andriy a tradirre il suo regno con una stupida scusa. Finì a Londra, triste eridimensionato: nessuno sapeva che fine aveva fatto il principesco fuoriclasse dell'est. Continuamente dato in ritorno a Milano, Sheva ha tenuto duro e ora sembra riemergere. Da milanisti, dimenticando rancori e vendette, non possiamo che essere felici per lui. Adesso si parla di America, ma caro Andriy noi ti auguriamo di continuare sempre meglio col Chelsea, di tornare a vincere e incantare l'Europa. E magari, se avessi voglia, saremmo sempre strafelici di riabbracciarti tra noi, con quella maglia rossonera alzata sul viso e la tua pazza, sfrenata gioia gol.

IL PRINCIPE DELLO SCUDETTO


L'ANNO DEL PALLONE D'ORO


GESTI D'AMORE POCHI MESI PRIMA DEL TRADIMENTO...

mercoledì 26 dicembre 2007

CALCIOMERCATO, DIDA E RONALDO VIA A FINE STAGIONE?

L'UNO TROPPO ALLEGRO TRA I PALI, L'ALTRO ATTESO GIA' TROPPO A LUNGO DOPO I CONTINUI INFORTUNI MA ANCORA LONTANO DAL RITORNO IN CAMPO: IL MILAN DEVE TUTELARSI DA DUE BRASILIANI ALQUANTO PRECARI...


FENOMENO. Luis Nazario Da Lima Ronaldo, classe 1976, è esploso nel Cruzeiro ed è stato portato in Europa dal PSV. Dopo una stagione stellare nel Barcellona, il quinquennio all'Inter tra sorrisi, gol e prodezze ma anche infortuni. Dal 2002 al 2007 gioca e segna per il Real Madrid, dal gennaio scorso 15 gare e 7 gol in rossonero.

Sembra essere arrivato al minimo storico il gradimento di Neslon Dida presso i tifosi rossoneri, stanchi ormai di assistere a più papere che parate del numero uno brasiliano: da un paio d'anni Nelson non è più la strepitosa pantera protagonista dei primi trionfi del ciclo Ancelotti, e anche se talvolta si prende applausi per qualche intervento vecchio stile, ormai prevalgono gli errori. Soprattutto, l'ingenuità di questi errori rende il portiere indifendibile agli occhi di ogni tifoso. Io stesso ho cercato di difenderlo fino all'ultimo, ma ormai è palese che il Milan per riaprire un nuovo ciclo dopo quello coronato a Yokohama ha bisogno di un nuovo guardiano. Dida a rischio, Dida sul mercato. A gennaio, più probabilmente a giugno. Il sostituto? Il sogno è Sebastien Frey, il fortissimo portierone della Fiorentina. Sul taccuino anche Boruc (Celtic), ma la merce veramente valorosa sul mercato è proprio poca. Anche Ronaldo sembra al capolinea. Dopo lo scorcio di stagione scorsa, a suon di gol, Ronie è piombato in 6 mesi di infortuni, polemiche, dubbi dai quali non è ancora uscito. E' stato mandato in Brasile a guarire, l'hanno fotografato a far baldoria con Adriano. Col Milan a soffrire e ridotto a giocare con i soli Inzaghi e Gilardino di punta (in attesa di Pato) la società non può permettersi di aspettare il Fenomeno in eterno. E intanto lui flirta col Flamengo, richiesto anche dal Fenerbache. Come si concluderà la vicenda?


PANTERA. Nelson De Jesus Silva Dida, dopo gli inizi nel Vitoria Bahia e una lunga carriera al Corinthians, passa al Milan nel 2000 e, dopo un anno in prestito al Cruzeiro, ne diventa titolare nel 2002/2003. Alla settima stagione rossonera, ha vinto 2 Champions, 1 scudetto, 1 coppa e 1 supercoppa italiana, 2 supercoppe europee, una coppa intercontinentale.

lunedì 24 dicembre 2007

IL MAGNIFICO 2007 ROSSONERO

RIVIVIAMO UN ANNO MAGICO, CHE HA PORTATO IN BACHECA LA CHAMPIONS LEAGUE, LA SUPERCOPPA EUROPEA, LA COPPA INTERCONTINENTALE E I PREMI DI UN SUPER KAKA': PALLONE D'ORO E FIFA WORLD PLAYER.

GENNAIO. Un inizio di stagione duro, calciopoli, la preparazione rovinata, l'addio di Shevchenko: nel ritiro natalizio di Malta, Ancelotti e il suo staff ricostruiscono il Milan e lo preparano ad un 2007 indelebile. Il 2007 nasce in Coppa Italia, col Milan che regola l'Arezzo (2-0) con gol dei suoi bomber Inzaghi e Gilardino. In campionato, superata con spettacolo la Reggina (3-1), il Milan impatta senza reti con la Lazio e poi si ributta in coppa. Battuto senza conseguenze ad Arezzo, pareggia con la Roma per 2-2, ma al ritorno sono i giallorossi a passare (3-1).

LA PREPARAZIONE A MALTA


FEBBRAIO.
I rossoneri si possono concentrare ora solo sul campionato: Inzaghi affonda il Parma (1-0, gol dell'ex), Jankulovski e addirittura Gattuso piegano il Livorno (2-1). Poi esplode Ronaldo, nel pirotecnico 4-3 sul Siena. Ronie e Oliveira portano due volte il Milan in vantaggio, ma Vergassola e Maccarone pareggiano all'istante; All'81 il Fenomeno trova la sua prima doppietta, ma all'89 ancora Maccarone sembra sancire il pareggio definifitvo; e invece una sortita di Ambrosini provoca l'autogol di Molinaro che al '94 vale tre punti! Torna la Champions, e agli ottavi il Milan si blocca 0-0 sul campo del Celtic. In campionato, continua la rimonta al quarto posto: è un'inzuccata di Ambrosini che vale l'1-0 alla Samp. Il mese si conclude con lo 0-0 di Palermo.

SI SCATENA IL FENOMENO


MARZO. I rossoneri piegano il Chievo (3-1, in gol Gilardino, Oddo, Seedorf) e tornano a godere in Champions: nel ritorno col Celtic, un guizzo di Kakà evita i rigori all'ultimo minuto supplementare. Nel derby di ritorno Ronaldo apre i giochi, illudendo i tifosi: la sua favola di vendetta termina col 2-1 finale per i cugini. Ancora Ambro rimette in piedi il Milan con un'inzuccata da tre punti, sull'Atalanta; una perla di Gila vale il pareggio con la Roma in una sfida divertente.

KAKA' PIEGA IL CELTIC



APRILE. Il Milan inizia a respirare l'aria più dolce d'Europa. A San Siro arriva il Bayern. Milan due volte avanti (Pirlo e Kakà), ma due volte raggiunto da due gol evitabili dello stopper Van Buyten: 2-2. Prima dl ritorno, c'è da regolare l'Empoli: ci pensano Ronaldo, Gilardino e Favalli. Di nuovo Bayern, dunque: a Monaco un Milan sontuoso affonda le speranze bavaresi, graffiando prima con Seedorf e poi con Inzaghi, e volando in semifinale. Prima del match tra diavoli col Manchester ci sono 3 giornate di campionato: Messina (3-1, ancora in gol Ronaldo e Favalli), Ascoli (5-2 con doppiette di Gila e Kakà) e Cagliari (3-1, doppietta del fenomeno, sempre più straordinario trascinatore) si inchinano al Milan, che a Manchester gioca a testa alta, segna 2 volte con Kakà ma si arrende solo al '91 al 3-2 di Rooney; archiviata la pratica Torino (1-0, Seedorf), il Milan si prepara al ritorno della semifinale.

INZAGHI E SEEDORF BATTONO IL BAYERN A MONACO




MAGGIO.
sotto una pioggia spettrale, il Milan ospita lo United e lo umilia con una storica lezione di calcio. 3-0 ispirato da un Kakà gigantesco, autore di due reti; la "partita perfetta", completata dal 3-0 di Gilardino, proietta i Ragazzi alla mitica finale di Atene. In campionato, dopo 2 pari, arriva il ko con l'Udinese a quarto posto già archiviato: è la giornata dell'addio di Billy Costacurta, 40 anni e 692 presenze con la maglia rossonera, difesa con orgoglio e medaglie per oltre vent'anni. Billy segna, da rigore, il suo terzo e ultimo gol da milanista. E' il preludio al trionfo di Atene. Il Milan piega il Liverpool con doppietta di Inzaghi, vendicandosi della sconfitta del 2005 e consentendo a Paolo Maldini di alzare al cielo stellato la settima coppa della storia del club. Il ko a Reggio Calabria all'ultima di campionato è solo formalità. Può iniziare la festa.

MANCHESTER, LA PARTITA PERFETTA


L'ADDIO DEL GRANDE BILLY


INZAGHI STREGA IL LIVERPOOL


CAMPIONI D'EUROPA!!


GIUGNO-LUGLIO. Dopo una breve vacanza, i rossoneri si ritrovano a Milanello per la nuova stagione. Salutati Costacurta, Borriello e Oliveira, la società acquista Emerson e annuncia il colpo Pato, che potrà giocare da gennaio. Dopo le prime amichevoli, è già ora di serie A.

ARRIVA IL BIMBO PRODIGIO


AGOSTO.
L'avvio è ottimo, con un 3-0 al Genoa seguito dal trionfo in Supercoppa Europea: nella tristezza per la morte del sivigliano Puerta, il Milan alza la Supercoppa Europea vinta grazie alle reti di Inzaghi, Pirlo e Jankulovski.

SUPERCOPPA ROSSONERA



SETTEMBRE. In campionato iniziano i dolori: dopo l'1-1 con la Fiorentina, col Siena e col Parma arriva il ko di Palermo. In mezzo, il 2-1 sul Benfica dell'ex Rui Costa, piegato con spettacolare maestria dai gol di Pirlo e Inzaghi. Però in casa nostra non gira per niente: pari anche col Catania.

IL SALUTO DEL GRANDE EX



OTTOBRE. battuto 2-1 a Glasgow in Champions, il Milan si riscatta sommergendo per 5-1 la Lazio all'Olimpico, con 2 gol a testa per Gila e Kakà; Gila ne fa due anche nel 4-1 europeo allo Shakthar, ma il Milan perde due volte di fila in casa prima di tornare magicamente invincibile in trasferta, a Genova: 5-0 alla Sampdoria, con i gol di Gourcuff, Seedorf, Gilardino (2) e Kakà.

GILARDINO GOLEADOR


NOVEMBRE. Dopo lo 0-0 di Torino, una doppietta del solito Euroinzaghi lancia il Milan nel 3-1 sul campo dello Shakthar. I rossoneri superano a fatica il Cagliari (punizione allo scadere di Pirlo) e impattano 1-1 sul Benfica, qualificandosi per gli ottavi; è ancora una magia di Pirlo a segnare il risultato.

EURO INZAGHI


DICEMBRE. L'attesa sfida con la Juventus è un deludente 0-0. In coppa Inzaghi piega il Celtic e lancia il Milan al primo posto, mentre inizia la trasferta mondiale in Giappone. Dopo una settimana di ambientamento, Seedorf piega gli Urawa Red Diamond in semifinale. In finale un super Milan sotterra il Boca Juniors con 4 reti: 2 di Inzaghi, una di Nesta, una di Kakà, neo Pallone d'Oro e presto anche Fifa World Player. Capitan Maldini alza la quarta Intercontinentale del Club Più Titolato Al Mondo. Il rientro in Italia coincide con un 1-2 di poco conto in Coppa Italai col Catania, prima dell'attesissimo derby milanese. In vantaggio con Pirlo, il Milan deve però inchinarsi ai fortissimi cuginastri: al 2008, e che sia un anno altrettanto magnifico!

SUL TETTO DEL MONDO!

domenica 23 dicembre 2007

LE PAGELLE DI INTER-MILAN



DIDA 5
L'Inter tira due volte e fa due gol. Nelson entra in azione solo in queste due occasioni, e in entrambe ha le sue colpe: soprattutto sul secondo gol, quando sul tiro di Cambiasso si fa passare la palla sotto le gambe dopo essersi buttato dalla parte sbagliata. ODDO 6 Almeno in difesa sembra attento, e in attacco butta in mezzo tante palle. Gli manca la precisione e un pò di arrembaggio in più sulla corsia. NESTA 6,5 Come sempre attento ed efficace nel cuore della difesa, regge tutte le scosse nerazzurre con la classe e la forza. Con l'aiuto di Kaladze, annulla dal campo Ibrahimovic, il fuoriclasse più temuto. KALADZE 6 Tiene anche lui su la baracca e l'onore col giusto agonismo. MALDINI 6,5 Stupendo capitano, nonostante il tempo che vola. Corre, difende con anticipi spettacolari e tempismo mostruoso. Combatte con grinta e tempra contro i monelli nerazzurri, e ne esce sempre a testa alta. Infine si proietta in attacco con regolari sovrapposizioni, concedendosi due splendidi tiri in rovesciata appena imprecisi. GATTUSO 6 Ringhia e sgomita anche se acciaccato. Ha rischiato di non giocare, difatti nella ripresa lascia spazio a Emerson (EMERSON 5,5 si vede pochissimo nel vivo dell'azione, appare lento e affaticato). PIRLO 6,5 Primo tempo ottimo, fatto non "solo" delle classiche geometrie e del gioiello che apre la partita: lotta, corre, dribbla. Nella ripresa alla lunga paga la foga avversaria e la stanchezza post Yokohama. AMBROSINI 6 Il derby lui lo sente tantissimo, e di conseguenza cerca di lasciare il segno anche con qualche incursione aerea oltre che con i soliti polmoni, le solite battaglie. SEEDORF 5 Non si vede praticamente mai, stanco e poco in giornata (SERGINHO 6 Qualche scatto propositivo fin da subito, accelerazioni vecchio stile, un paio di cross temibili). KAKA' 6 Sfodera alcune galoppate delle sue, ma in qualche occasione potrebbe dare di più: o si lascia andare cercando il rigore oppure si ferma dopo aver subito fallo, quando invece avrebbe avuto campo libero e vantaggio garantito. Finte e controfinte in serie, ma cala molto nella ripresa. INZAGHI 6 Si procura con esperienza la punizione di Pirlo, sfiora un gol in avvio. Servito pochissimo (GILARDINO 5,5 Spreca un'occasione davanti al portiere e, in genere, non brilla nel momento di superiorità interista).


INTER-MILAN 2-1, IL MILAN SI PIEGA AI CUGINI

SERIE A, DICIASSETTESIMA GIORNATA



ROSSONERI IN VANTAGGIO CON PIRLO IN UN PRIMO TEMPO SPETTACOLARE E VELOCE, GIOCATO A PARIMERITO. I NERAZZURRI PAREGGIANO CON CRUZ E NELLA RIPRESA SI DIMOSTRANO SQUADRA FORTISSIMA, PASSANDO CON CAMBIASSO.

MILANO. Saremo anche i Campioni del Mondo, ma probabilmente dobbiamo ammettere che l'Inter è la migliore in Italia. Fa male dirlo, ma è così e nello scontro diretto ne abbiamo avuto la prova. Nerazzurri ammirevoli già prima della partita, quando si dispongono in due ali ai lati del tunnel per fare entrare i Mondiali rossoneri come in una regale passerella. Poi la sfida ha inizio, ed è velocissima, spettacolare, densa, piena di ardore e contrasti battaglieri, a dimostrazione di quanto sentita è la partita. Il Milan passa con un gioiello di Pirlo su punizione, poi però l'Inter cresce, segna con Cruz e Cambiasso grazie a due errori di Dida e conduce la gara mettendo sotto gli uomini di capitan Maldini, mai domo e anzi spesso funambolico anche in proiezione offensiva. Il Milan paga l'affaticamento e qualche infortunio, ma per raddrizzare questo campionato forse servirà qualche sforzo sul mercato.

LA PARTITA. Capitan Maldini a sinistra e Oddo a destra cingono la difesa con Nesta e Kaladze. Centrocampo titolare, con Gattuso regolarmente in campo nonostante qualche acciacco. In attacco gioca Inzaghi dietro ai due fantasisti. Gattuso accende subito la gara con un focosa entrata su Jimenez; Ibrahimovic incanta con una girata al volo alta. Il primo tempo è velocissimo, giocato ad alti ritmi, con azioni rapide e piene di tocchi di prima, assalti arrembanti e emozioni su entrambi i fronti. Pirlo apre su punizione dando uno scossone alla partita, una specialità tipico della casa per l'1-0. L'Inter replica con una traversa terribile del folletto Jimenez e Cruz pareggia dopo una serie di uno contro a uno a tutto campo e parecchi falli da giallo: controllo perfetto nonostante la pressione di Seedorf e tocco di giustezza nell’angolo, con qualche responsabilità di Dida. 1-1. Kakà brilla soprattutto nel primo tempo, regala qualche galoppata in alta velocità ma in due occasioni potrebbe fare di più: prima quando piomba in area, scherza tre volte Samuel con finte e controfinte ma si butta a terra sfiorato da Cambiasso; poi quando in altissima velocità è fermato fallosamente da Materazzi e, invece di continuare la corsa, lanciato com'era e con un'intera metà campo liberissima, si ferma a cercare il fallo. Nella ripresa Ancelotti butta in campo Emerson, Gilardino e Serginho (per gli stanchi&acciaccati Seedorf, Inzaghi, Gattuso). Gilardino ha subito un'occasione ma la sciupa; Cambiasso invece si presenta al tiro e impallina Dida con una fionda velenosa da fuori, che vale il 2-1. Il portiere si butta dalla parte sbagliata, e si fa pure passare il pallone, goffamente, sotto le gambe. Chiusa la rimonta, la squadra di Mancini rischia con un pallone vagante non controllato da Ambrosini poco prima di produrre uno dei rari tentativi di Ibrahimovic (meno brillante del solito). Nonostante stanchezza e postumi da fuso orario il Milan resta in gioco fino alla fine, e per fortuna che Nesta e Kaladze annullano del tutto Ibrahimovic. Kakà impegna Julio Cesar. Nesta prova a bissare in mischia il gol della finale con il Boca, ma non è fortunato. Per finire Ambrosini arriva con un pizzico di ritardo all’appuntamento con il 2-2. E’ l’ultimo sussulto: il Milan deve inchinarsi ai valorosi cugini, che volano imperterriti verso il loro terzo scudetto di fila dopo 16 anni di soffernze e agonia.

PIRLO PORTA IN VANTAGGIO IL MILAN...


E FESTEGGIA COSI'



INTER-MILAN 2-1
MARCATORI: Pirlo (M) al 18’, Cruz (I) al 36’ p.t.; Cambiasso (I) al 17’ s.t. INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel (dal 38’ s.t. Materazzi), Maxwell; Zanetti, Cambiasso, Chivu; Jimenez (dal 34’ s.t. Pelé); Cruz (dal 40’ s.t. Suazo), Ibrahimovic. (Orlandoni, Burdisso, Cesar, Crespo). All. Mancini. MILAN (4-3-2-1): Dida; Oddo, Nesta, Kaladze, Maldini; Gattuso (dal 1’ s.t. Emerson), Pirlo, Ambrosini; Kaka, Seedorf (dal 12’ s.t. Serginho); Inzaghi (dal 1’ s.t. Gilardino). (Kalac, Cafu, Bonera, Brocchi). All. Ancelotti. ARBITRO: Morganti. NOTE: giornata fredda, campo in discrete condizioni, spettatori 85mila circa (tutto esaurito); ammoniti Pirlo (M), Cordoba (I), Gattuso (M), Jimenez (I), Materazzi (I), Ambrosini (M), Cruz (I), tutti per gioco scorretto; angoli 2-5; recupero 1’ p.t., 4 s.t.

NEL CUORE DEL DERBY




IL PAREGGIO NERAZZURRO



HANNO DETTO...
CARLO ANCELOTTI: "Siamo Campioni del Mondo, oggi abbiamo disputato una partita leggittimando questo primato, nessuna sconfitta può togliermi il sorriso dalle labbra e cancellare questo stato di beatitudine. Sicuramente è una sconfitta che dispiace, è arrivata in circostanze particolari, con molti episodi sfavorevoli. I giocatori dell'Inter hanno giocato molto bene e sono riusciti a farci i complimenti per il Mondiale in una maniera molto originale, inaspettato. Peccato però che il pubblico non sia stato molto carino nei confronti di Ambrosini. Noi siamo una squadra più agile, più abile rispetto all'Inter e abbiamo cercato di portare la partita in questo senso. Con l'anno nuovo il nostro primo obiettivo per il 2008 sarà quello di fare più punti possibili dalla ripresa del campionato fino al 20 febbraio e cercare di arrivare agli ottavi di finale di Champions con una posizione migliore in classifica. Troveremo Pato all'interno del gruppo e presto speriamo anche Ronaldo dal momento che oggi gli è stata concessa l'autorizzazione a correre. Riguardo all'episodio di Dida, può succedere che un portiere commetta un errore, non mi piace scaricare tutta la responsabilità su un singolo giocatore, lui resta impermeabile e da parte nostra c'è la fiducia completa."

CAMBIASSO, SORPASSO NERAZZURRO


DIDA AFFRANTO


LA DELUSIONE DI KAKA'


CLASSIFICA
43 INTER 36 ROMA 35 JUVENTUS 29 UDINESE 28 FIORENTINA 25 PALERMO 23 NAPOLI 22 ATALANTA 21 SAMPDORIA 21 CATANIA 19 GENOA 18 MILAN 18 PARMA 18 LAZIO 17 TORINO 15 LIVORNO 15 EMPOLI 14 SIENA 13 REGGINA 10 CAGLIARI

VIVA IL FAIR PLAY

OGGI INTER-MILAN, IL DERBY STELLARE

LE SQUADRE MILANESI SI SFIDANO IN UNA SFIDA ENTUSIASMANTE: A SAN SIRO SFILANO I CAMPIONI D'ITALIA CONTRO I CAMPIONI D'EUROPA E DEL MONDO.



"IL MILAN è una parte di me, ha segnato e segnerà il mio modo di vivere e di essere per il senso di appartenenza". Parole e musica di Massimo Ambrosini, il vicecapitano, nella vigilia di un derby stellare. L'attesa cresce, la voglia di affossare i rivali è tanta. E lo stadio si prepara ad un'incredibile sfida fratricida, Campioni d'Italia contro Campioni d'Europa e del Mondo. Il Milan scenderà in campo con una maglia speciale, con la scritta "Il club più titolato del mondo", quasi a ribadire con orgoglio la superiorità... internazionale. I rossoneri giocheranno in formazione classica, però con capitan Maldini a sinistra: Cuore di Drago non vuole certo perdersi un supermatch di tale portata. In attacco, Kakà (con Seedorf) dovrà accendere la miccia Inzaghi. Il brasiliano sarà protagonista della sfida nella sfida con Zlatan Ibrahimovic, il fuoriclasse svedese che condivide con Ricky l'essere uno dei più grandi footballers esistenti.


venerdì 21 dicembre 2007

VERSO INTER-MILAN: I DOPPI EX STORICI

GIUSEPPE MEAZZA E I FRATELLI CEVENINI, IL TRADIMENTO DI COLLOVATI E I VIAVAI DI SERENA, GANZ, VIERI. E, NATURALMENTE, I GRANDIOSI SCAMBI DI FINE SECOLO, A COMINCIARE DA PIRLO E SEEDORF...

DA MEAZZA AI PORTIERONI.
I Cevenini, 5 calciatori, negli anni '20, vagabondanti tra nerazzurro e rossonero. Se Mario Cevenini II (terzino, 5 anni nelle riserve dell'Inter), Cesare Cevenini IV (ala sinistra con qualche apparizione nel milan) e Carlo Cevenini V (ala destra) sono stati giocatori di livello discreto, ben altra dimensione hanno raggiunto i grandi Aldo Cevenini I e Luigi Cevenini III. Quest'ultimo è stato forse il migliore, era una mezzala sinistra di grande tecnica che legò la sua grandezza alla maglia dell'Inter. Aldo cevenini I è quello che in rossonero ha brillato di più. Prima in coppia con Van Hege, poi da solo fino al 1919: 1 gol nell'anno del debutto, 7 in quello dell'esplosione, ben 18 in quello della consacrazione. Poi, il clamoroso passaggio all'Inter, i gol da ex nel derby dei ricordi e, nel 1915 un altro clamoroso cambio di casacca: con 10 reti riconquista ben presto i tifosi, trafigge gli ex nerazzurri e alza da eroe la coppa Federale. In rossonero vive altre due stagioni da favola, rispettivamente con 14 e 19 reti; conclude con 4 gol nel 1919 e torna nuovamente all'Inter, in un andirivieni che sembra quasi non scalfirlo nella sua passione irrefrenabile per il gol. In realtà il primo "doppio ex" di livello fu Marco Sala, 15 anni nel Milan dal 1906 al 1921 e un paio nell'Inter. Giuseppe Meazza (foto), un'icona sacra per i cugini: esordio da goleador a 17 anni, 244 gol dal '27 al '40, scudetti vari ed una leggenda che spopolava oltre ogni confine grazie alle magie in Nazionale. Già, perchè oltre a 33 gol in 53 gare, Meazza aveva vinto ben 2 Mondiali con l'Italia! Potentissimo, massiccio ma tecnico, Meazza era un opportunista d'area capace di invenzioni imprevedibili, che sapeva segnare in ogni modo e in qualsiasi occasione, grazie ad un fiuto eccezionale per la rete. Minato da un infortunio al piede, a 30 anni Meazza si trova però appiedato e per ripicca passa ai cugini rossoneri. La prima stagione, dopo le 13 da interista, è buona: segna 6 gol, la squadra è competitiva e lui castiga i suoi ex tifosi nel derby. Logoro e appannato, Meazza segna solo 4 gol l'anno dopo e passa alla Juve, dove torna concreto e positivo: 10 reti. Il Balilla si rilancia del tutto con una grande stagione nelle fila del Varese (27 gol in 26 gare!), continuando a segnare poi nelll'Atalanta (16 centri) prima di tornare a chiudere nella mai dimenticata Inter, con 2 reti nel 1947. Antonio Valentin Angelillo era un attaccante italoargentino che nel '59 concluse la stagione, nell'Inter, con ben 33 gol. Dopo 77 reti nerazzurre e il declino romanista, passò a due riprese nel Milan, come riserva d'esperienza con pochi momenti di gloria. Lorenzo Buffon e Giorgio Ghezzi furono due portieri giganteschi, di livello supremo, capaci di vincere e incantare su entrambe le spoglie del Naviglio: Buffon al Milan dieci anni dal '49 al '59 e all'Inter per tre dopo un passaggio al Genoa; Ghezzi all'Inter dal '51 al '58. Ghezzi passò poi al Genoa e quindi al Milan, dove ereditò i guanti di Buffon che a sua volta lo rimpiazzò in Liguria.


Il Milan col portierissimo Buffon

IL TRADITORE E IL CODINO. Fulvio Collovati
è, per tutti i rossoneri, "il traditore": bandiera designata sin dalle giovanili, rossonero dal '76 all'82, era difensore solido e tecnico. Vinse la stella ma, dopo la seconda retrocessione in B, a differenza di Baresi, Galli, Evani e Tassotti, preferì rinnegare il Diavolo e si vestì di nerazzurro. Per 4 stagioni prima del declino (Udinese, Roma, Genoa). Resta negli occhi il gol nel derby di Mark Hateley, che fulminò Fulvio nello stacco aereo: storico. Roby Baggio è storia, un attaccante grandioso dai colpi divini. Nato nel Vicenza, esploso nel quinquennio alla Fiorentina, geniale ed entusiasmante trascinatore della Nazionale a tre epici mondiali, il Codino brillò intensamente con la maglia bianconera: dal '90 al '95, 78 gol, lo scudetto, 2 coppe, il Pallone d'oro. Lo diedero per vecchio e invece si rilanciò al Milan: 7 gol, magie, nuovo scudetto. Il secondo anno fu più duro, Roby si rilanciò a Bologna e dopo un buon biennio nell'Inter chiuse trentaseienne con 4 grandi stagioni nel Brescia.





GOLEADOR E SUPER TERZINI... Maurizio Ganz
era bomber rapace e smaliziato, leggero fisicamente ma crudele in zona gol. Di scuola Samp, dopo varie peregrinazioni (Parma, Brescia) esplose proprio nell'Atalanta, meritandosi il salto all'Inter. Idolo nerazzurro, nel '97 fu clamorosamente sbolognato al Milan, e da riserva sempre pronta Ganz firmò gol pesantissimi nel tricolore del '99, prima di tornare all'Atalanta dopo una parentesi al Venezia, e chiudere la carriera nel 2006 dopo tanti gol con Fiorentina, Ancona, Modena, Lugano e Pro Vercelli. Anche Bobo Vieri si è messo in luce nell'Atalanta, prima di spiccare il volo alla Juve: scudetto bianconero, 24 gol a Madrid, il ritorno alla Lazio (12 gol) e la messe di reti nelle 6 dure stagioni interiste furono seguite dal deludente passaggio al Milan (poi al Monaco) e dal nuovo rilancio proprio a Bergamo: oggi segna ancora per la Fiorentina. Andres Guglielminpietro, per tutti Guly, argentino, fu la sorpresa del Milan scudettato '99. Centrocampista tecnico, segnò un gol decisivo per il tricolore ma nelle due stagioni successive declinò e difatti passò all'Inter, senza brillare in due stagioni. Poi per lui Bologna, Boca, Gimnasia, Al Nasr. Cristian Panucci, scovato nel Genoa e designato erede di Tassotti, dopo 4 grandi stagioni nel Milan andò a vincere nel Real Madrid. Rientrò nel 1999, con un anno deludente nell'Inter e, dopo i flop con Chelsea e Monaco, dal 2001 si è rilanciato alla Roma.


Cristian Panucci

IL PENDOLARE SERENA. Aldo Serena
è l'ex più ex di tutti gli ex, nel senso che ha giocato nel Milan e nell'Inter, ma anche nel Toro e nella Juve. Cresciuto nell'inter, attaccante, dopo poco fruttiferi prestiti a Como e Bari inizia a mettere in mostra doti di buon opportunista d'area in nerazzurro, e nel 1982 viene prestato proprio al Milan, finito in serie B. Con 11 reti Serena è il bomber della promozione, e si merita il ritorno alla base dove segna 14 gol imponendosi come giovane tra i più promettenti. Per giocare titolare accetta così la maglia del Torino, e in granata segna 12 reti. Ormai Serena è una realtà ammirata e con grande mercato, tanto che clamorosamente sono i cugini della Juve ad assicurarselo. In bianconero Serena diventa star internazionale, vince lo scudetto, la coppa Campioni e l'Intercontinentale. E' il cannoniere da 21 gol in due stagioni, il partner di genio Platini, un terminale offensivo che tuttavia nella folta rosa bianconera trova molti concorrenti. Così quando nel 1987 la sua amata Inter lo richiama, lui non sa dire di no. E torna da stella conclamata, da salvatore. E trascina, da capocannoniere (22 gol), i nerazzurri allo scudetto dei record nel 1989. Vince anche una Supercoppa Italiana, 1 coppa italia, 1 UEFA. In 4 stagioni segna 68 gol. Nel 1991, a 31 anni, finisce la sua storia con l'Inter. Ormai i riflessi sono appannati e qualche infortunio l'ha logorato, così Serena accetta il ritorno al Milan dieci anni dopo, per fare l'ultima punta, la chioccia che non gioca mai ma quando lo fa deve dare esperienza e maturità. E' un Milan diverso da quello vissuto in B, è un Milan ricco, bello e vincente, e così Serena vince altri 2 scudetti da comprimario.


Aldo Serena

SCAMBI SPASSOSI. Il folcloristico nigeriano Taribo West, dopo 3 anni nell'Inter passa come meteora nel Milan (4 gare, 1 gol) nel 1999, ma è comunque amatissimo dai tifosi. Francesco Coco, terzino designato nuovo Maldini, cresce nel Milan e sembra destinato a una carriera luminosa. Poi però dissidi con Terim lo portano al Barcellona e quando rientra accetta l'Inter, dove tra infortuni e gossip si rovina, si rompe, gioca pochissimo e non torna mai quello di prima, ritirandosi nel 2007 a soli 30 anni. Thomas Helveg, danese ex bandiera dell'Udinese, arriva al Milan nel '98 ed è subito protagonista dello scudetto. Terzino volenteroso e puntuale, nel 2002/03 diventa riserva e, vinta la Champions, passa all'Inter per due stagioni omai declinanti. Brocchi, Simic, Pirlo e Seedorf sono un caso a parte: incompresi in nerazzurro, diventano stelle assolute nel Milan. Soprattutto gli ultimi due, geniali guerrieri del grande ciclo Ancelotti. Hernan Crespo, scuola River Plate, segnò 61 gol in 4 anni a Parma e 35 in 2 con la Lazio, confermandosi uno dei bomber più prolifici del mondo. Un infortunio rovinò il suo passaggio all'Inter e, dopo una parentesi nel Chelsea, visse una gran annata al Milan del suo mentore Ancelotti: inizio lento, poi 18 gol e la doppietta nella finale di Istanbul. Il Chelsea lo ha rivoluto dal prestito e, dopo un anno lo ha ridato all'Inter: altri gol, altri titoli, in pieno stil crespo. Ahinoi. Ronaldo, infine, dopo gli anni da Fenomeno tra Inter (5) e Real Madrid (5), è arrivato al Milan con le ossa ormai logore. Aveva iniziato bene, ma quest'anno si sta facendo attendere parecchio, ed ha giocato solo una volta.



BREVE STORIA DEL SUPERDERBY MILANESE...

DA MEAZZA A KAKA', PASSANDO PER IL TRADIMENTO DI COLLOVATI E LA VENDETTA DI HATELEY. SENZA TRALASCIARE OVVIAMENTE QUELL'INDIMENTICABILE 6-0...



INTER-MILAN
, fascino di un derby che trasuda storia, grandi sfide e sgarri entusiasmanti. A partire dal primo, targato 1908, quando 44 soci fondatori del Diavolo (occhio al numero) decisero di staccarsi per dissidi interni e creare una squadra tutta loro: l'Inter. Il Milan da allora ci mise 44 anni (!) per tornare a vincere, anche se il primo derby, un'amichevole in Svizzera, fu vinto per 2-0. Dai viavai incessanti dei 5 fratelli Cevenini al tradimento di Meazza: il bomberissimo nerazzurro aveva vissuto 15 stagioni strepitose con la Beneamata, segnando fiotti di gol e vincendo molto, compresi 2 Mondiali con la Nazionale; a fine anni '30, ritenuto finito, passò al Milan e disputò due buone stagioni, coronate dal gol alla sua Inter nel primo derby da ex! Dopo alcune peregrinazioni Meazza tornò all'Inter a fine carriera e a lui è intitolato lo stadio di San Siro. Dalla fine degli anni '40 il Milan scalzò i rivali nell'elite nazionale: le squadre si trovarono per la prima volta alla pari negli anni '60, quando si spartirono Italia e Mondo, con 2 Coppe Campioni e 2 Intercontinentali a testa. Gli anni '70 passarono soprattutto sotto il segno Juve, e nel decennio successivo il derby ritrovò una rivalità accesissima. La miccia fu il tradimento di Fulvio Collovati, gemellino di Franco Baresi: entrambi giovani promettenti difensori, entrambi protagonisti dello scudetto della stella, entrambi potenziali bandiere: ma quando dopo il calcioscommesse il Milan piombò per la seconda volta in B, Collovati passò all'Inter per non perdere la Nazionale. Baresi invece diventò una leggenda rossonera, e nei derby erano sfide uniche col fratello maggiore Beppe, alfiere nerazzurro. Il Milan tornò in A grazie ai gol di Aldo Serena, in prestito dai cugni: i tifosi, frastornati da tante sofferenze e crisi di inferiorità, tornarono a godere in un derby storico del 1984. Il Milan non prevaleva dai cugini da tempo, ma quel giorno un memorabile gol di testa di Collo d'Acciaio Hateley umiliò sullo stacco proprio Collovati, ridicolizzato dall'elevazione dell'inglese sotto gli occhi vendicativi dei tifosi rossoneri! Nel 1985 fa sorridere il derby di Paolo Rossi, il vecchio campione pieno di cerotti che sverna in rossonero e segna all'Inter le sue uniche reti milaniste, con una doppietta . Il Milan iniziò, con l'arrivo di Berlusconi, un ciclo d'oro decennale. L'Inter, a parte il grande scudetto '89, sparì dai vertici, spesso soccombendo nei derby. Quando il Diavolo tornò a tribolare (1997) l'Inter ripetè il favore-Serena svendendoci Maurizio Ganz, che segnò nel derby e l'anno dopo fu tra i protagonisti dello scudetto. Passò alla storia il derby in cui il giovane Ronaldo, già Fenomeno planetario, fu cazziato a muso duro dal pivellino Gattuso, già focoso, che iniziava allora a scaldare la Sud. La Curva vive un sogno la notte dell'11 maggio 2001. L'Inter viene travolta per 6-0 dal Milan di Cesare Maldini, trascinato da un Serginho in vena di gol (1) e assist (4) per le reti di Comandini (2, le uniche in A della meteora rossonera!) e Shevchenko (2), con Giunti a completare l'opera. L'Inter cova vendetta, ma l'anno dopo ne prende altri 4. Nel 2002/03, oltre al doppio 1-0 di campionato (Inzaghi e Serginho su assist di Rui Costa e Rivaldo), le rivali battagliano in una tesa semifinale di Champions, col Milan che passa solo grazie al gol in "trasferta" di Shevchenko. Nell'anno dello scudetto arrivano due derby storici: il primo per il primo gol rossonero di Kakà, appena arrivato, il secondo per la rimontissima rossonera: sotto di 2-0 al '45, il Milan pareggia con Kakà e Tomasson e vince, all'84, col siluro dell'ex Seedorf. Già, Seedorf: che affari ha fatto il club di via Turati con i cugini! Ha prelevato Clarence e Pirlo (!), Simic e Brocchi in cambio di Coco, Guly, Helveg (in declino) e Umit Davala!! Nel 2005 un nuovo confronto europeo, deciso dai gol di Sheva e Stam all'andata, finisce nel vergognoso lancio di petardi dei fans interisti al ritorno. Poi nelle ultime due stagioni l'Inter ha saputo darci filo da torcere, portando a casa anche qualche vittoria prestigiosa. Come la doppia vittoria dell'anno scorso: scoppiettante 4-3 all'andata, sofferto 2-1 al ritorno con primo centro rossonero di un ex intramontabile come Ronaldo. Adesso è tornata l'ora del derby, a Kakà e compagni il compito di darci l'ennesima gioia!


CHAMPIONS LEAGUE, IL PUNTO DOPO IL PRIMO TURNO



NYON.
L'Europa è il salotto buono che esalta i rossoneri, e il sorteggio di Nyon, per gli ottavi di finale, ha riservato ai Ragazzi un accoppiamento davvero esaltante: la sfida con l'Arsenal, capolista in Inghilterra e ammirata ovunque per le sue giovani stelle, Fabregas in testa. I rossoneri sono carichi e, da campioni del mondo, guardano con soddisfazione la loro ennesima ottima campagna europea: la coppa tornerà in primavera, e ora c'è tutto il tempo di dedicarsi al campionato.

IL CAMMINO
Nel gironcino i rossoneri hanno vinto senza troppe sofferenze, aprendo col successo sul Benfica (firmato Inzaghi) e proseguendo, dopo il piccolo scivolone di Glasgow, con i due successi sullo Shaktar:7 gol totali, due dei quali firmati dall'intramontabile Inzaghi. Il quale, dopo l'1-1 di Lisbona (Pirlo), ha deciso anche il match di ritorno col Celtic. Pippo in Europa si scalda e diventa letale, ed è proprio lui, con la sua sete insaziabile di gol, ad essere la vera forza del Milan. Ovviamente assieme all'infinito Kakà, che sforna magie in serie e che è temuto sempre di più: inzaghi e Kakà, solo a nominarli gli avversari tremano!



IL SORTEGGIO
I gunners hanno conosciuto il massimo fulgore storico negli anni '90, quando con Henry in campo entrarono nelle big europee, tuttavia senza mai vincere la Champions. Nel 1994 ha giocato l'unica sfida col Milan, che prevalse nel doppio confronto di Supercoppa Europea; ora mister Wenger sta rigenerando la squadra segnata dall'addio di Henry. "Abbiamo visto sorteggi migliori - ha spiegato Umberto Gandini, inviato milanista in Svizzera -. Abbiamo trovato la squadra peggiore". Poco di cui rallegrarsi, insomma, anche se, questo il Milan se lo concede, "abbiamo un ricordo positivo, visto che abbiamo vinto la sfida della Supercoppa Europea del 1994". Poi l'analisi tecnica: "L'Arsenal è guidata da un tecnico esperto come Arsene Wenger, ha a disposizione ottimi giovani e elementi esperti. Hanno davanti un grandissimo presente e un brillante futuro. Noi ci giocheremo questo ottavo di finale da campioni d'Europa e da campioni del Mondo, speriamo di continuare il nostro cammino". "Sarà Milano contro l'Inghilterra", conclude Gandini pensando anche a Liverpool-Inter. "Noi siamo almeno contenti di avere Pato - chiude - Sarà l'uomo in più".


Fabregas, stella dell'Arsenal

COSA VA
Il morale e l'orgoglio, altissimi, che sempre spingono i Ragazzi a incantare l'Europa. E poi la forza d'urto della classe di Kakà, i record di Inzaghi che segna per se, per noi e per la storia, il cuore di Gattuso e Ambro, le geometrie di Pirlo e la solidità difensiva di Nesta (immenso Sandro) e Kaladze (una roccia), i numeri di cucciolo Pato che sta per lasciare il biberon per rincorrere la palla in campo. L'orgoglio di essere campioni d'Europa e del Mondo, la voglia di confermarsi tali, l'inscindibile storica attitudine internazionale che tanto affascina e invoglia questa società.

COSA NON VA
Ad oggi l'unica cosa che non va è il campionato, dove ci avviciniamo allo scontro diretto con l'Inter capolista a 22 punti di distanza, ma con 3 partite in meno: fare i conti prima di giocarle può essere deleterio, ma se vinciamo il derby e tutte quelle tre gare da recuperare ci ritroviamo a -9 dai cuginastri, che prima o poi perderanno pur una partita! Per il resto, escluso il caso Ronaldo (ormai irrecuperabile?) solo sorrisi in casa rossonera.