MALDINI, L'ETERNO CAMPIONE CORONA L'ULTIMO SOGNO MONDIALE DI UNA CARRIERA STELLARE. UNA COPPA SOGNATA DA TEMPO E FINALMENTE RIPORTATA A CASA!
CUORE DI DRAGO. La notte scende fresca su Yokhoama, il guerriero stringe la coppa e sorride, nel mezzo della festa, tra le urla di gioia e i brindisi dei compagni. Sfiora con la mano le medaglie che gli cingono il petto, e guarda fiero la nuova brillante conquista. La inseguiva da tempo, il capitno. Paolo Maldini ha 39 anni ed un palmares gonfio di trionfi, quasi 1000 partite tra Milan e Nazionale, un passato grandissimo da terzino sontuoso e un altro da centrale stellare, si gode un presente felice fatto ancora di Milan e grandi occasioni, ma non si stanca mai di alzare coppe e trofei. E' tornato sul tetto del mondo, per la prima volta da capitano, dopo aver sognato per anni una notte così: dopo le due intercontinentali, vinte, di inizio anni '90, Maldini e il suo Milan si presero due delusioni mondiali a metà decennio che fecero crescere la voglia di riscatto, la sete di rivincita. Finalmente, nel 2003, la vittoria in Champions offriva al Milan la possibilità di tornare in Giappone. Il capitano dichiarava che quello era l'ultimo grande traguardo della sua carriera. Poi purtroppo il Boca prevalse ai rigori e fortunatamente il capitano decise di andare avanti, fino a che non avesse rivinto quella coppa. Arrivarono così altri anni d'oro, altre notti da sogno, altre battaglie da higlander, tackle magistrali, anticipi sontuosi, fuoriclasse domati con la stessa classe e possenza divina di sempre. Fino all'ennesimo trionfo in Champions, ennesima coppa da innalzare tra i fuochi d'artificio e le vibrazioni di un'anima mai sazia di gloria. Da un paio di stagioni Paolo non gioca più tutte le partite, per preservarsi e poter allungare ancora una carriera già mostruosa. Da quest'anno il numero di partite è sceso ancor più, proprio per arrivare in forma perfetta a quell'appuntamento atteso una vita: Giappone, Intercontinentale. Un assaggio di sushi in semifinale, e poi la gran notte della finale, notte fresca e sapore di gloria. Paolo sfreccia a sinistra come da ragazzino, lotta come se il suo palmares non dicesse 30 trofei in 24 stagioni rossonere. Maldini, in campo, sontuoso, efficace, sicuro. Tocca di classe, tiene la difensiva senza troppo scorazzare in avanti, battibecca con un insulso avversario che osa mettersi a muso duro con una leggenda di simili proporzioni. Scalpita e soffre, Capitano, si incazza quando entrano duro su Gattuso, sorride come un bimbo dopo i gol, cade maltrattato da un avversario e il Milan segna con lui steso a terra, in mezzo al campo, sofferente. I tifosi si preoccupano, "se esce non alzerà la coppa da capitano!", ma evidentemente ancora non hanno capito la tempra vichinga del fuoriclasse italiano. Che difatti si rialza, stinge i denti, continua la battaglia. E alla fine gode, sorride, incredulo e realizzato. Blatter gli passa la coppa, e PAOLO LA ALZA AL CIELO, coronando l'ultimo sogno, dando un sorriso all'ultimo desiderio. Epico, fastoso, in quell'alzata di coppa che corona la splendida e ventennale avventura di un campione ifinito. Che già dichiara di sognare, adesso, la prossima finale di Champions. Mai sazio, mai pago, mai domo!
855 PARTITE ROSSONERE PER PAOLO
PAOLO MALDINI è nato a Milano il 26 giugno 1968, figlio di Cesare ex capitano rossonero. Entra nel Milan nel '78 (pulcini) e nell'85 debutta in A sedicenne con Liedholm in panchina. A 17 anni è titolare, a 19 diventa protagonista assoluto del ciclo di Sacchi prima (1 scudetto, 2 Campioni, 2 Intercontinentali, 3 Supercoppe) e Capello poi (4 scudetti, 1 Campioni, 3 Supercoppe), come terzino sinistro più forte del mondo. Nuovo scudetto nel '99 con Zaccheroni e un nuovo ruolo di centrale, dove festeggia tutte le vittorie del ciclo Ancelotti: 2 Campioni, 3 Supercoppe, 1 Coppa Itlia, 1 Intercontinentale. Ha giocato 855 partite col Milan e 126 in Nazionale: contando anche l'Under21 è vicino a quota 1000!
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