Kakà Pallone d’oro 2007, ormai è ufficiale. L’incoronazione col prestigioso premio di France Football non solo premia l’anno magico del fantasista brasiliano del Milan, ma lo incensa definitivamente come giocatore più forte al mondo. Riccardino è diventato grande, un fenomeno completo e universale capace di fare tantissime cose, in campo. Inoltre, un bravo ragazzo pieno di valori e buoni sentimenti, il che non guasta mai. Era arrivato ragazzino, e subito si era fatto spazio tra monumenti come Rivaldo e Rui Costa, assurgendo a titolare e trascinando il Milan allo scudetto, da protagonista. Era, il primo Kakà, un rapidissimo e geniale fantasista dalla percussione letale, dalla sciabolata decisiva, veloce e arrembante. Un fantasista di nuova generazione, non più il classico regista lento e cadenzato tutto dribbling e intuizioni “statiche”, ma uno splendido esemplare di scheggia pensante, capace al tempo stesso d’esser sciabola e foretto. Tuttavia negli anni ha saputo potenziarsi nel fisico, e dall’esile fuscello che era si è via via irrobustito, diventando un carroramato travolgente, implacabile fonte di dribbling, accelerazioni, sgroppate, discese, e gol micidiali. Dopo i 14 gol del primo anno, Kakà vive la stagione più difficile, che però è quella della maturazione. Affaticato e alla ricerca di un gioco più definito, Kakà inizialmente alterna prodezze in serie ad apparizioni meno eclatanti, tuttavia senza mai scendere sotto la sufficienza; tutti si attendono solo meraviglie da lui e lo criticano, Ricky si fortifica e chiude l’anno alla grande, ripresentandosi alla nuova annata carico e rinnovato nella grandezza: non più solo assistman, fantasista dal lancio pregiato e dalla regia illuminata col fiuto del gol, ma vero e proprio bomber aggiunto. Segna infatti 19 gol, e si consacra come stella mondiale. Il 2006/07 è l’anno più bello: con 10 gol e mille magie, prodezze, galoppate, Kakà trascina il Milan alla Champions League di Atene. La stagione in corso, dopo un inizio di gran livello, ha accusato un calo fisiologico anche dovuto alle trasferte con la Selecao, ma per il Mondiale per club Riccardino vuole essere (e sarà) al top. Il pallone d’oro è frutto del repertorio messo in luce in Coppa: classe cristallina, gran capacità di creare numeri, giocate, azioni e gol memorabili a grandissima velocità, accelerazioni dirompenti con le quali seminare caos e magia nelle difese avversarie. Un fantasista super, coi fiocchi. Moderno, forse avanti coi tempi. Un lusso superbo, perché non si limita a far solo il regista ma è straordinario anche in zona gol. Insomma, il trono di migliore al mondo è anche poco per un extraterrestre così!
domenica 2 dicembre 2007
KAKA' PALLONE D'ORO 2007
Kakà Pallone d’oro 2007, ormai è ufficiale. L’incoronazione col prestigioso premio di France Football non solo premia l’anno magico del fantasista brasiliano del Milan, ma lo incensa definitivamente come giocatore più forte al mondo. Riccardino è diventato grande, un fenomeno completo e universale capace di fare tantissime cose, in campo. Inoltre, un bravo ragazzo pieno di valori e buoni sentimenti, il che non guasta mai. Era arrivato ragazzino, e subito si era fatto spazio tra monumenti come Rivaldo e Rui Costa, assurgendo a titolare e trascinando il Milan allo scudetto, da protagonista. Era, il primo Kakà, un rapidissimo e geniale fantasista dalla percussione letale, dalla sciabolata decisiva, veloce e arrembante. Un fantasista di nuova generazione, non più il classico regista lento e cadenzato tutto dribbling e intuizioni “statiche”, ma uno splendido esemplare di scheggia pensante, capace al tempo stesso d’esser sciabola e foretto. Tuttavia negli anni ha saputo potenziarsi nel fisico, e dall’esile fuscello che era si è via via irrobustito, diventando un carroramato travolgente, implacabile fonte di dribbling, accelerazioni, sgroppate, discese, e gol micidiali. Dopo i 14 gol del primo anno, Kakà vive la stagione più difficile, che però è quella della maturazione. Affaticato e alla ricerca di un gioco più definito, Kakà inizialmente alterna prodezze in serie ad apparizioni meno eclatanti, tuttavia senza mai scendere sotto la sufficienza; tutti si attendono solo meraviglie da lui e lo criticano, Ricky si fortifica e chiude l’anno alla grande, ripresentandosi alla nuova annata carico e rinnovato nella grandezza: non più solo assistman, fantasista dal lancio pregiato e dalla regia illuminata col fiuto del gol, ma vero e proprio bomber aggiunto. Segna infatti 19 gol, e si consacra come stella mondiale. Il 2006/07 è l’anno più bello: con 10 gol e mille magie, prodezze, galoppate, Kakà trascina il Milan alla Champions League di Atene. La stagione in corso, dopo un inizio di gran livello, ha accusato un calo fisiologico anche dovuto alle trasferte con la Selecao, ma per il Mondiale per club Riccardino vuole essere (e sarà) al top. Il pallone d’oro è frutto del repertorio messo in luce in Coppa: classe cristallina, gran capacità di creare numeri, giocate, azioni e gol memorabili a grandissima velocità, accelerazioni dirompenti con le quali seminare caos e magia nelle difese avversarie. Un fantasista super, coi fiocchi. Moderno, forse avanti coi tempi. Un lusso superbo, perché non si limita a far solo il regista ma è straordinario anche in zona gol. Insomma, il trono di migliore al mondo è anche poco per un extraterrestre così!
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