mercoledì 16 luglio 2008

MILAN, COLPO RONALDINHO


E alla fine il diavolo si è mosso. Il tanto atteso colpo di mercato è arrivato e ha i dentoni di Ronaldinho, nientemeno che l'ex pallone d'oro del Barcellona. Quello che fino a due anni fa era il giocatore più forte del mondo, innalzato ai livelli di Pelè e Maradona dalle sue prestazioni stratosferiche e dalle magie eccezionali che riusciva a regalare. Fossimo nel 2006, o giù di li, il colpo sarebbe galattico. Qualcosa di utopico, assurdo, paradossale. Invece siamo nel 2008, e qualche mese di acciacchi, bagordi e partite un pò meno belle, insinuano qualche dubbio lecito nell'analisi di questo che rimane, comunque, un colpo a effetto. Il Milan scommette su Ronaldinho, replicando l'acquisto di Rivaldo nel 2002. Brasiliani, ex palloni d'oro, leggende in declino nel Barcellona dopo anni di vittorie. Entrambi grandi artisti dai piedi magici, entrambi fuoriclasse giganteschi molto sudamericani nell'indole e nel modo di vivere e giocare. Il rischio sta nel fisico e nelle motivazioni, nella continuità da ritrovare e nell'umiltà di doversi rimettere a lavorare a testa bassa, come se non fosse Ronaldinho. Deve ripartire, dimostrare di aver voglia di fare bene rispettando i tifosi, i colori, i compagni e soprattutto se stesso. Perchè se dovesse tornare il Ronaldinho vero, non ce ne sarebbe per nessuno.

Ronaldinho da Porto Alegre, un nome che è un programma per il sorridente moretto carioca, nasce calcisticamente nel Gremio, giovanissimo. Dai nerazzurri all'Europa il salto è targato Paris SG. Con i bleus et rouge incanta in ligue 1 e stuzzica l'Europa asuon di gol e numeri funambolici. Il suo look e il suo sorriso diventano famosi ovunque col mondiale 2002, e in particolare col suo gol fenomenale all'Inghilterra. Da quel momento l'escalation del dentone è irresistibile: trasferimento al Barcellona nel gennaio 2003 e prime prodezze per risollevare i blaugrana in crisi. Dalla stagione successiva inizia un biennio d'oro per gli irresistibili uomini di Rijkaard. Trascinati da un Ronaldinho superbo, i catalani vincono a mani basse la liga, ripetendosi l'anno dopo. E' il 2006, e i gol favolosi di Dinho, i suoi dribbling surreali iperveloci, i suoi morbidi tocchi, i numeri irresistibili catapultano la squadra sul tetto d'Europa, col trionfo in Champions League. Elastico, ruleta, sombrero, doppio passo: repertorio fantastellare puntualmente esibito a velocità schizofreniche, per giocate leggendarie e gol da spellarsi le mani. Da tutte le posizioni, in ogni situazione, con qualunque avversario. Anche il Milan, regolato nel 2005 da una rete superba da fuori area. Il pallone d'oro fu il degno coronamento di un fenomeno mostruoso, ai livelli del quale probabilmente nessuno riuscirà più ad esibirsi. Dopo è stata un lento declino: un mondiale 2006 deludente, una stagione 06/07 di alti bassi per lui e per il Barca (pur con sprazzi di magia, come un gol in rovesciata epocale) e un 07/08 ancor peggiore, con tanti guai fisici, pochi gol e poche partite, ma soprattutto poche magie. Non da Ronaldinho, insomma. Il Milan lo cercava dal 2005, più volte i due sono stati vicini, vicinissimi. Dinho ha sempre lanciato messaggi dolci ai colri rossoneri, ed ora il matrimonio s'è fatto. Nel momento più difficile, tra pancetta e sorrisini facili della gente. Al tempo, e a Dinho, l'arduo compito di non rovinarsi a vicenda.


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