lunedì 25 agosto 2008

E' TORNATO SHEVCHENKO!



Dopo una telnovela durata praticamente due anni, Andriy torna al Milan: sarà l'ottava stagione rossonera per il miglior bomber degli ultimi 50 anni di Milan!

Dal giorno stesso in cui se ne era andato, con qualche scusa e gli occhi lucidi, erano iniziate a rincorrersi le voci del suo ritorno. Lo abbiamo sempre saputo, che sarebbe tornato. Ed ora finalmente Andriy Shevchenko, goleador maximo degli ultimi cinquant'anni rossoneri, torna a vestire la maglia più amata. Abramovich e berlusconi hanno definito quello che inizia sotto forma di prestito e strappa la stella ucraina dalla sua prigione dorata londinese, un incubo durato due anni e che troppo strideva con le sette meravigliose stagioni in rossonero. In blues Sheva non si è mai ambientato, ha segnato al debutto ma ben presto le presenze in campo sono diventate pochissime, e i gol ancora meno. Lontanissimi gli standard milanesi, con quota 20-25 reti puntualmente sfondata e una mietitura incredibile di coppe e trofei. Abramovich aveva puntato tantissimo su di lui, e fino all'ultimo ha cercato di valorizzare un acquisto tanto esoso. Ma Mourinho prima, e Grant dopo proprio non 'vedevano' l'ucraino. Triste, male integrato, forse escluso dai compagni, certamente non idolatrato come a San Siro (ed è ovvio), dove era un principe incontrastato.

Due stagioni fallimentari sembrano cancellare la maestosità di un attaccante sontuoso, che fin dagli esordi con la Dinamo Kiev (5 scudetti in 5 anni) incantava l'Europa con i suoi guizzi rapidissimi, i gol spettacolari e copiosi, la tecnica morbida, la duttilità estrema. Il suo primo arrivo in rossonero (1999) fu bagnato dal solito gol al debutto e 29 centri complessivi a fine stagione. Di questi, 24 in campionato con tanto di titolo di capocannoniere. Un Milan poco competitivo si attaccava letteralmente, l'anno successivo, al principino dell'est; un tornado capace di risegnare 24 volte e stordire l'Inter con una doppietta nel derby del 6-0. Il Milan era Sheva: c'era siolo lui a splendere, e senza le sue realizzazioni sarebbero stati dolori. L'avvento di Ancelotti (2001) coincide con un sofferto quarto posto, ma Sheva patisce diversi infortuni e deve concludere con un bottino comunque grosso di 17 centri. La quarta stagione è quella del trionfo. Il Milan sontuoso dei Meravigliosi torna a dettare legge in Europa. Andriy soffre ancora alcuni infortuni, ma soprattutto si mette a servizio della squadra e diventa fuoriclasse a tutto tondo. All'inizio soffriva il non essere più al centro della scena, e difatti il numero dei gol si ridusse per un pò; ma quando Vento di Passioni maturò definitivamente non ci fu storia. Gol e assist, con l'Ajax agli euroquarti; gol pesantissimo nel derby in semifinale. Rigore decisivo alla Juventus nella finale di Manchester e Milan campione d'Europa: la consacrazione, per il bomber. 10 gol stagionali, pochi per lui ma tutti pesantissimi. Il fattore numerico viene rivalutato l'anno dopo, con 24 reti solo in campionato: scudetto ad un Milan schiacciasassi e Sheva in forma stratosferica, mastodontica. Segna in tutti i modi, con un repertorio invidiabile. Suo il gol che porta anche la supercoppa europea. Letale come sempre, ma più completo e incoronato da un Milan davvero mostruoso. Andriy sfonda quota 100 gol rossoneri, e anche l'anno dopo è assoluto protagonista: tripletta in Supercoppa italiana, pallone d'oro in dicembre, altre decine di gol importantissimi. Come in coppa al Barcellona. La stagione si conclude con la beffa atroce di Istanbul, col Liverpool, e il rigore sbagliato proprio da Sheva; la stagione della riscossa non porterà nessun trofeo, e la riscossa vera arriverà solo quando Shevchenko sarà già partito; tuttavia anche nella sua ultima stagione Andriy si prende grosse soddisfazioni, come un poker in Champions, il tetto dei 20 gol sfondato nuovamente, la fascia di capitano spesso portata al braccio, un cammino europeo denso di emozioni (le goleade al Bayern e Lione, con tanti gol dell'ucraino) chiuso solo ingiustamente in semifinale (annullato a Sheva gol regolare col Barcellona).

Poi, all'improvviso come un fulmine a ciel sereno, l'addio. La moglie che voleva Londra e la scusa dell'inglese per il figlio, tanti soldi da riscuotere e un viaggio verso un mondo plastificato che mai avrebbe potuto essere caldo come la famiglia rossonera. Andriy lo sapeva, e infatti non è mai stato convinto, felice della sua scelta. Filo spezzato che ora si riallaccia, due anni per non dimenticarsi e rivolersi ardentemente. ricomincia la storia, riparte da 173 gol e il record di Nordhal da riacciuffare (210), nuovi trionfi da accarezzare e un'immagine da rilanciare. Per chiedere scusa a tutti, a se stesso e ai tifosi, basterà far soffiare di nuovo quel vento di passioni.

DAL CENTRO SPORTIVO ROSSONERO...
MILANELLO - A mezzogiorno Sheva è tornato a Milanello. Il campione ucraino ha salutato i tifosi milanisti che lo attendevano ai cancelli del centro sportivo rossonero, per poi fare la stessa cosa con il personale in servizio e con i giocatori presenti nella struttura per lavori specifici e riabilitazione. In questi minuti Shevchenko, ancora molto felice per la grande accoglienza riservatagli dai tifosi rossoneri ieri sera a Linate, si sta sottoponendo alle visite mediche, ma ha voluto ritagliarsi un attimo per una dichiarazione: "Sono felicissimo di essere qui. In queste ore per me così speciali, voglio rivolgere un saluto anche ai tifosi del Chelsea che negli ultimi due anni mi hanno sempre fatto sentire il loro supporto. Grazie davvero per questo".


L'ultima stagione, sempre a suon di gol


Giovanissimo, ai tempi della Dinamo Kiev


Il Chelsea resterà una parentesi

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