sabato 17 maggio 2008

MARCOS E SERGIO, PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI

Ultima partita da rossoneri per Cafu e Serginho, che salutano la fine di anni dorati e pieni di vittorie. Il Milan e i tifosi non li dimenticherà mai perchè hanno fatto la storia. In campo e fuori.

Domani due grandi campioni della gloriosa storia rossonera saluteranno il Milan, dopo tanti anni di battaglie e vittorie. Sono i gemelli brasiliani delle fasce, Pendolino Cafu e Concorde Serginho, i due razzi che nei tempi d'oro facevano il bello e il cattivo tempo sulle rispettive corsie. Col loro carattere allegro e positivo hanno portato nello spogliatoio tanti sorrisi, dmostrandosi sempre maestri in campo, non solo nei cross ma anche nel fairplay.

MARCOS EVANGELISTA DE MOARES CAFU



MARCOS CAFU è stato per anni il capitano della Selecao Brasiliana, ha vinto 2 mondiali e giocato 3 finali. Dopo gli anni nel San Paolo e nel Palmeiras, aveva vissuto 6 anni d'oro nella Roma, coronati dallo scudetto e da scorribande inimitabili in fascia. Lo davano per finito, e derisero il Milan quabdo lo acquistò nell'estate 2003. Il Pendolino in rossonero rinacque, disputando una stagione sontuosa culminata dallo scudetto. Prezioso e maturato in zona difensiva, Cafù fu come sempre letale nelle sue sgroppate, nei suoi dribbling, nelle incursioni impossibili, nei cross a pioggia che tanto facevano la felicità di Shevchenko. Determinato, sempre pronto a battagliare, fino all'ultimo minuto, ha regalato assist preziosi e inaspettati. Pegaso narici di fuoco, scalpitante sul sambodromo di destra! In gran forma anche nella seconda stagione, quella della debacle di Istanbul, Cafu ha coperto con gran carisma e allegria la fascia destra da titolare anche nel 2005/06 e, nella stagione seguente fino a gennaio: gli anni iniziavano a farsi sentire e per il finale di stagione arrivò Oddo a farlo riposare un pò, permettendogli comunque di entrare tra i protagonisti della vittoria in Champions e, a dicembre, del mondiale per club, già vinto col san Paolo 8contro il Milan) nel 1993. Quest'anno Marcos è stato impiegato pochissimo, neppure 20 partite per lui nella stagione del canto del cigno. Pochi sussulti e tanti bei ricordi, in oltre 160 partite con i Diavoli. razie infinite, Pegaso!

<<Credo che dentro di me rimarrà per sempre questa allegria per tutti i titoli che ho vinto qua insieme ai miei compagni. E' arrivato il momento di partire, è triste, dura, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l'ora di tornare a casa, di tornare in Brasile>>


"Cinque anni fa ho scelto di venire al Milan perchè sapevo che si trattava di una società seria, importante e che qui avrei potuto dimostrare tutto quello che avevo precedentemente imparato nel mio passato calcistico. Ho vissuto cinque anni meravigliosi in cui sono riuscito a conquistare tutto. Mi rimarrà per sempre un ricordo incredibile. Quando sono arrivato nell'estate del 2003, il Milan aveva appena conquistato il titolo di Campione d'Europa nella finale di Manchester ed oggi il Milan è ancora per pochi giorni Campione D'Europa a seguito della finale di Atene. Con il Milan abbiamo conquistato tanti titoli, in questi cinque anni siamo anche diventati anche Campioni del Mondo, Campioni d'Italia. Credo che dentro di me rimarrà per sempre questa allegria per tutti i titoli che ho vinto qua insieme ai miei compagni. E' arrivato il momento di partire, è triste, dura, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l'ora di tornare a casa, di tornare in Brasile dalla mia famiglia. I miei figli si sono trovati bene qui in Italia, soprattutto qui a Milano. Quando sono arrivato al Milan ho trovato il mister Carlo Ancelotti che anche lui ha conosciuto l'ambiente romanista. Alla prima partita a Roma c'era la curiosità di vedere la reazioni nei nostri confronti da parte dei tifosi giallorossi. A Roma ho trascorso sei anni meravigliosi, ho conquistato il titolo di Campione d'Italia, e quello che mi rimarrà sia dei tifosi romanisti che di quelli rossoneri, è sicuramente uno splendido ricordo. Sono giunto al momento dei saluti, non so se quando sarò in Brasile giocherò ancora. Domenica sarà la mia ultima partita, non so se il mister mi farà giocare o meno, ma sarò pronto per questo importante impegno che non sarà solo la mia partita d'addio, ma una gara importante per il Milan. Carlo Ancelotti potrà contare su di me su tutti i fronti. Non sarà facile salutare i tifosi che mi hanno accolto in una maniera fantastica, spero di non aver deluso nessuno. Continuerò comunque a fare il tifo per il Milan. Nella mia carriera ho conquistato trentadue titoli, è certamente una bella soddisfazione sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale. Questo significa che la mia carriera è stata vittoriosa, ho vinto tutto e ne sono davvero felice."

SERGIO CLAUDIO DOS SANTOS SERGINHO


SERGINHO arrivò al Milan tra altrettanti dubbi. In Brasile dopo gli inizi in provincia si fece le ossa nel Cruzeiro e disputò diverse importanti stagioni nel San Paolo. Esterno destro rapidissimo e dal cross facile, pareva leggerino per la serie A. Era il 1999, diec'anni fa. Arrivò con Shevchenko e Gattuso, e nel primo anno dimostrò subito ottime doti di incursore, anche se un pò altalenanti. Il 2000/01 fu l'anno de grande salto, Sergio iniziò a divenire sempre più decisivo, segnando anche gol importanti e sfornando serie di cross da leccarsi i baffi. Soprattutto l'Inter iniziò a soffrire le sue galoppate, e vale per tutti il derby mitologico dell'11 maggio 2001: 4 assist, un gol, la punizione procurata e segnata da Giunti per il 6-0 finale. Sergio si mantenne su quei livelli anche nel 2001/02, col Milan che però soffriva. Il vero capolavoro, per lui e per la squadra, fu il 2002/03 in Champions: Milan letale e campione d'Europa a Manchester, Serginho devastante in tutti i ruoli. Terzino, pur con qualche distrazione; centrocampista, con fiotti di cross a catena per l'assatanato Pippo Inzaghi. Come col Bayern Monaco, una goduria. Persino da attaccante, con gol pesanti come sempre al Bayern o, in serie A, nel solito derby. Più difficile ma comunque positivo (per qualche infortunio di troppo) fu l'anno dello scudetto 2003/04, mentre nella stagione di Istanbul Sergio giocò comunque su buoni livelli. Il 2005/06 fu un'altra annata splendida per il Concorde di Niteroi, che si trasformò definitivamente in terzino acquisendo maturità, destrezza, continuità e pulizia senza distrazioni in retroguardia, smentendo tutte le accuse, in passato, di esser bravo solo a correre e attaccare dimenticandosi del lavoro di sacrificio. Persa per ernia al disco quasi tutta l'annata dell'ultima Champions, Sergio era ormai al capolinea di 9 stagioni da favola: anche per lui neppure 20 match in quella in corso, tanta tribuna più per ringraziarlo di anni d'oro che per effettiva utilità al Milan. Grazie anche a te, fenomeno.

<<Ero venuto al Milan con il fine di compiere una missione, ad oggi questa è compiuta e con molta serenità accetto che la mia carriera sia finita. Domenica sarà per me un momento difficile perchè ormai San Siro è la mia casa>>


"Dopo il problema alla schiena che mi ha coinvolto due anni fa non sono mai riuscito a ritornare al mio massimo livello, per cui credo sia giunto il momento di salutare la squadra. Sono arrivato al Milan nell'estate 1999 insieme a Gattuso e a Shevchenko, avevo ventisette anni, sono trascorsi nove anni splendidi e devo ringraziare la società, i tifosi per il fantastico ambiente che mi ha accolto qui. Al Milan sono riuscito anche a trovare un pezzo di Brasile in Italia, ed è stato stupendo. In questi due anni ho sofferto perchè la mia schiena mi ha impedito di mantenere il mio livello, ho provato in tutte le maniere, non sono riuscito. Oggi che ho trentasei anni, in passato non avevo mai avuto alcun problema e ho deciso di accettare questo problema e di tornare a casa. Ringrazio il Milan per quello che ha fatto in questi nove anni, io mi sono sempre impegnato al massimo e ho dedicato tutto me stesso a questa maglia. Anche Silvio Berlusconi mi ha dimostrato la sua stima e questo mi dà un piacere immenso perchè non è facile accontentare una persona così esigente. Ero venuto al Milan con il fine di compiere una missione, ad oggi questa è compiuta e con molta serenità accetto che la mia carriera sia finita. Domenica sarà per me un momento difficile perchè ormai San Siro è la mia casa e tutti i tifosi hanno sempre dimostrato di seguire il gruppo. Tutti gli adii sono difficili, ma io personalmente sono tranquillo per quello che ho fatto e ho creato per questa squadra. vado via con la tranquillità di avere dato in ogni occasione il cento per cento delle mie possibilità e proprio perchè oggi nono posso più dare questo cento per cento, credo che la decisione più intelligente sia quella di andare via.

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