E' terminata l'avventura rossonera di Alberto Gilardino. Sono volati tre anni pieni di gol ed emozioni, vittorie e delusioni, nei quali "Aladino" si è sempre dimostrato ragazzo per bene, mai polemico, uno che ha sempre lavorato sodo lasciando comunque un buon ricordo a Milanello. Biellese, cresciuto nel Piacenza, a soli 17 anni debuttò in A proprio contro il Milan. Nel biennio al Verona iniziò a mettersi in luce come attaccante scaltro, furbo, l'erede designato di Pippo Inzaghi. Dopo un anno di rodaggio nel Parma, diventa titolare in Emilia e conclude per due anni la stagione con 24 cenri uno più bello dell'altro, con la ciliegina del gol salvezza al Bologna nello spareggio playout. Lo volevano tutti, in Italia e all'estero. La spuntò il Milan del dopo Istanbul, e al primo anno Gila segnò 19 reti, in un attacco fenomenale con Inzaghi e Shevchenko. Un pò timido, accusato di poco carattere, Gila ha ben presto incontrato critiche e difficoltà, specie nella seconda annata. Concluse comunque con un bottino di 12 centri, su tutti quello al Manchester United nella semifinale di ChampionLeague, poi vinta ad Atene. Tuttavia l'involuzione del bomber, sia dal punto di vista tecnico-tattico (fuori dal gioco, poco incisivo, poco "rabbioso") che da quello numerico 8solo 7 gol nella stagione appena conclusa), lo ha portato ai margini, convincendolo ad accettare l'offerta della Fiorentina. La viola è allenata da Cesare Prendelli, il mentore che lo lanciò a Parma, dove componeva un super tandem con Mutu, anch'esso ora in viola. Gila volta pagina: sembrava destinato a sfondare e lustrare di gol la storia rossonera dei prossimi 10 anni, invece dopo appena 3 stagioni rifà le valigie e viaggia verso la Toscana. Domani la presentazione: in bocca al lupo, Gila.
mercoledì 28 maggio 2008
GILA ALLA FIORENTINA: CIAO ALBERTO
E' terminata l'avventura rossonera di Alberto Gilardino. Sono volati tre anni pieni di gol ed emozioni, vittorie e delusioni, nei quali "Aladino" si è sempre dimostrato ragazzo per bene, mai polemico, uno che ha sempre lavorato sodo lasciando comunque un buon ricordo a Milanello. Biellese, cresciuto nel Piacenza, a soli 17 anni debuttò in A proprio contro il Milan. Nel biennio al Verona iniziò a mettersi in luce come attaccante scaltro, furbo, l'erede designato di Pippo Inzaghi. Dopo un anno di rodaggio nel Parma, diventa titolare in Emilia e conclude per due anni la stagione con 24 cenri uno più bello dell'altro, con la ciliegina del gol salvezza al Bologna nello spareggio playout. Lo volevano tutti, in Italia e all'estero. La spuntò il Milan del dopo Istanbul, e al primo anno Gila segnò 19 reti, in un attacco fenomenale con Inzaghi e Shevchenko. Un pò timido, accusato di poco carattere, Gila ha ben presto incontrato critiche e difficoltà, specie nella seconda annata. Concluse comunque con un bottino di 12 centri, su tutti quello al Manchester United nella semifinale di ChampionLeague, poi vinta ad Atene. Tuttavia l'involuzione del bomber, sia dal punto di vista tecnico-tattico (fuori dal gioco, poco incisivo, poco "rabbioso") che da quello numerico 8solo 7 gol nella stagione appena conclusa), lo ha portato ai margini, convincendolo ad accettare l'offerta della Fiorentina. La viola è allenata da Cesare Prendelli, il mentore che lo lanciò a Parma, dove componeva un super tandem con Mutu, anch'esso ora in viola. Gila volta pagina: sembrava destinato a sfondare e lustrare di gol la storia rossonera dei prossimi 10 anni, invece dopo appena 3 stagioni rifà le valigie e viaggia verso la Toscana. Domani la presentazione: in bocca al lupo, Gila.
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