lunedì 26 gennaio 2009

MILANSTORY- 1905/1906: IL SECONDO SCUDETTO

Capitan Kilpin guida il Milan al suo scudetto: un centrocampo super (Giger, Bosshard, Heuberger) e un attacco geniale (Rizzi, Pedroni, Malvano, Trerè, Widmer) sono i punti di forza. E poco conta che in finale la Juventus non giochi per protesta...

I CAMPIONI TRICOLORI

IL MILAN si trasferisce dal campo dell'Acquabella a quello di via Fratelli Bronzetti. Capitan Kilpin è ormai l'unico inglese rimasto in squadra, e veste la camicia rossonera per la settima stagione. E' un Milan brillante e aggressivo, capitanato dal carismatico britannico che lo trascina a traguardi prestigiosi. In porta debutta il giovane Attilio Trerè, 19 anni, fratello del Trerè Alessandro, attaccante rossonero già in pianta stabile in prima squadra. In difesa, al fianco dell'autoritario Kilpin, si piazza l'efficace Guido Moda, aitante trevigiano di 21 anni. La linea di centrocampo è un muro invalicabile: regia nelle mani dello svizzero Giger, affiancato da Bosshard (altro elvetico) e dal tedesco Heuberger. Giger è arrivato dal San Gallo, Bosshard dal Lugano: entrambi hanno giocato contro il Milan in amichevole nel 1905 e, assieme all'attaccante Widmer (altro ex San Gallo), portano in rossonero la loro esperienza internazionale. In attacco, ci sono Pedroni e Trerè I in regia, con il bomber Rizzi pronto a colpire, ben coadiuvato da Widmer e da Malvano, ex capitano juventino che già in passato (1901) aveva segnato contro il Milan. L'ingaggio di Malvano, stella della Juventus campione d'Italia in carica, è sintomo di un Milan che non vuole più fermarsi davanti a nessuno. E a fine anno rivince pure la Palla Dapples.

CAMMINO TRIONFALE. Il torneo inizia nell'eliminatoria milanese con l'US Milanese. Pedroni, ala destra, porta il Milan in vantaggio. I rossoneri raddoppiano con Giger, il fortissimo playmaker che corona la sua partita con una rete in una proiezione offensiva, e chiudono il match con l'acquisto di lusso Malvano. Sembra incredibile, ma a questo punto il Milan si gode il vantaggio e gli avversari rimontano le tre reti. In pieno recupero, l'attaccante svizzero Widmer trova il gol vittoria, con i tifosi in preda ad un vortice di emozioni. Il ritorno finisce 2-1, con altra prodezza del guizzante idmer e raddoppio del Bomber Rizzi. Nel girone finale il Milan deve affrontare Genoa e Juve. Milan-Genoa salta per mancato arrivo dei liguri, che nel recupero danno forfait assegnando al Milan il 2-0 a tavolino. Con la Juve sono invece due battaglie. A Torino vincono loro (2-1), con il portiere rossonero Trerè II che lascia la porta all'olandese Knoote per provare il brivido dell'attacco: se la scelta di Knoote è poco azzeccata, Trerè II segna il gol della bandiera. Ma è meglio rimettersi tra i pali. Difatti a Milano una prodezza del solito Rizzi crocifigge i piemontesi: le due squadre terminano a pari punti, e lo spareggio si gioca sul campo dell Juve che ha segnato più reti. Termina 0-0. La Federazione impone la ripetizione in campo neutro, ma opta per il terreno della US Milanese: sempre a Milano, dunque. Per protesta la Juventus non si presenta, e il Milan è per la seconda volta Campione d'Italia. Kilpin si fregia del suo secondo titolo nazionale, alla guida di una squadra vincente e davvero molto forte, al di là delle decisioni del giudice sportivo.

PROTAGONISTI. Fiero e autoritario come sempre, Capitan Kilpin: sir Herbert si piazza in difesa, e combatte con aggressività per presidiare la porta rossonera. Un capitano vero, che a 36 anni è ancora uno dei migliorifootballers d'Italia. E' lui a guidare un Milan giovane sul trono nazionale, è lui a svezzare i "pinguini" delle giovanili, sempre lui che in campo sbraita e si infuria quando non tutto gira come nei suoi piani: un allenatore in campo, un campione insostituibile, che sotto i baffoni da caporale inflessibile nasconde un cuore d'oro, che si scalda ferocemente per le sorti del Diavolo! Kilpin gioca tutte le 6 partite della stagione. In porta vola il giovane Attilio Trerè, milanese classe 1887. In rossonero Trerè II giocherà per 8 stagioni, sommando ben 75 presenze, e non solo in porta. Anzi, la sua ultima annata (1915) la fa in attacco, realizzando 12 dei suoi 19 gol con il Milan. Era uno che in campo faceva fuoco e fiamme per la passione ardente che ci metteva. Con Kilpin in difesa brilla Guido Moda, di Piavon (Treviso), classe 1885. Un pilastro efficace e costante, che resta rossonero fino al 1912, e in questa stagione gioca 4 partite su 6. La sua riserva è Andrea Meschia, milanese cresciuto nel Milan. Terzino puntuale su cui puntare in caso di mancanza del titolare. Le chiavi del centrocampo sono affidate a Oscar Joseph Giger, svizzero di 26 anni. Ex San Gallo, Giger possiede gran visione di gioco, una buona incursione a rete e soprattutto una grandissima combattività in fase di interdizione. Il centrocampo di quel Milan è affiatato e fortissimo, pressochè invalicabile. Con Giger sputano sangue il connazionale Alfred Bosshard (22 anni), proveniente dal Lugano, e Hans Mayer Heuberger, tedesco. Bosshard porta parecchia esperienza internazionale, nonostante la giovane età; sa interdire e rilanciare l'azione, resta al Milan anche l'anno dopo (altro scudetto) e si rivede nel 1909. Heuberger è nato a Lipsia nel 1882 ed è forse il più lottatore dei 3, che disputano tutte le 6 gare in programma. Alcuni anni più tardi Heuberger riabbraccerà i colori rossoneri, ma da avversario: con la maglia della Juventus sarà infatti uno dei più cavallereschi deja vu di quei tempi. L'attacco confida nel genio bizzoso di Giuseppe Rizzi, un atleta che curava il suo corpo in modo maniacale e che in campo era genio e sregolatezza. Anarchico, ma a suon di gol: 2, importantissimi in questo scudetto. Veronese, si era avvicinato al football a Basilea, ed era entrato nei soci del Milan nel 1904, debuttando in squadra con 1 gol in 2 match. Dopo il titolo, lascia il Milan e fonda l'Ausonia, e nel 1910 debutta in Nazionale; poi torna rossonero, dà un piccolo contributo nel 1911 (1 gol) e l'anno successivo brilla con 12 reti in 15 partite, un bottino ottimo. Rizzi era rappresentante di pellami, e spesso viaggiava in Russia per lavoro. Nel 1913, dopo altre 3 marcature, lascia il Milan per i cugini dell'Inter, dove chiude la sua lunghisima carriera nel 1919. Al suo fianco, l'ala Guido Pedroni, agile e scattante, che con 3 reti è il cannoniere di questo Milan campione. La regia offensiva sta nelle giocate di Alessandro Trerè, milanese classe 1884 e rossonero fino al 1907; dopo 2 titoli si trasferì col fratello a Busto Arsizio, dove fondò l'Aurora (mamma della Pro Patria) prima di chiudere la carriera nell'Hellas Verona, nel 1913. In attacco giostravano anche Widmer e Malvano. Ernst Widmer era di Basilea (1877), aveva già 29 anni e arrivò con Giger dal San Gallo; era centravanti d'esperienza e manovra, giocava di sponda più per i compagni che per la realizzazione personale. Gioca 5 partite condite da 2 reti. Umberto Malvano, invece, era nato a Torino nel 1884 ed era stato tra i fondatori della Juventus. Del club bianconero era divenuto il bomber, la bandiera e la stella; in passato aveva dato diversi grattacapi proprio al Milan, che poi l'aveva ingaggiato mentre prestava il servizio militare a Pavia. Così Malvano, già campione d'Italia conl la Juve l'anno prima, vinse 2 titoli di fila, anche se contro gli ex compagni preferì... assentarsi: per lui 4 gare e 1 gol. In seguito tornò a vestire la maglia bianconera. Tra le riserve spiccava Attilio Colombo, robusto, aggressivo e abbastanza tecnico, che gioca nel Milan per ben 14 stagioni: 40 presenze per lui dal 1905 al 1917. L'altro Colombo, Guerriero (un nome che dice tutto), era al Milan dal 1900. Nato a Salonicco, in Grecia, giocò solo una partita in questa stagiome, come Antonio Sala, centrocampista. Infine 2 presenze (una in porta) per l'olandese François Menno Knoote, di famiglia nobile e appassionato di canto. Un damerino che chissà perchè era finito in un campo da calcio: per proteggere la sua voce evitava di giocare quando pioveva o faceva freddo, era sempre premurosamente intento a misurare la temperatura ambientale e Kilpin disse che "un giocatore così è come non averlo". Un tipo poco guerriero, non da Milan. Non è un caso se, nel 1908, tra i fondatori dell'Inter c'è pure lui...

1 commento:

Yannick ha detto...

Puo' inviare una e-mail a yannick@eling.nl? Sono molto interessato a questa storia. Grazie (un giornalista olandese)