mercoledì 22 agosto 2007

LA LUNGA STORIA DEI BRASILIANI IN ROSSONERO

IL PRIMO FUORICLASSE CARIOCA FU IL BOMBERISSIMO ALTAFINI; DOPO LE COPPE DI SORMANI, NEL '97 SPLENDE A SAN SIRO IL SAMBA DI LEONARDO. E NEL 2002 ARRIVA ADDIRITTURA IL PALLONE D'ORO RIVALDO. UNA LUNGA STORIA DI IMPRESE GRANDI E PICCOLE DA SAN PAOLO A MILANELLO...


Cafu

In principio furono Vincente Arnoni ed Eliseo Gabardo, italobrasiliani arrivati a Milano nel 1935. Ala il primo, centrocampista il secondo. Arnoni non era certo un bomber, tornò in patria e nel '37 di nuovo al Milan: 10 gol totali in 2 anni. Meglio Gabardo, rossonero per 3 anni senza strafare. Milan e Brasile si incontrano di nuovo nel 1958, ma è una scintilla diversa. Josè Joao Altafini, detto Mazola, arriva dal Palmeiras per diventare uno dei più grandi bomber della storia rossonera. Subito capocannoniere (28 gol), trascinatore dello scudetto. Poi eroe in coppa Campioni, con 14 gol in 9 match nel '63. Il Milan vinse la coppa con doppietta di Altafini in finale. Josè non era il classico brasiliano, la sua forza era la potenza devastante e la rapidità estreme, abbinata ad un fiuto per il gol innato e mosruoso. 161 i gol che Altafini segna in 7 stagioni rossonere. Segnerà ancora nl Napoli e, vecchietto terribile, impiegato a gettone alla Juventus. Una carriera infinita e zeppa di gol. Decisivo anche nello scudetto del '62 (22 centri), quando la regia del centrocampo del Milan era affidata al tecnicissimo Dino Sani, illuminante regista arrivato dal Boca juniors. Sembrava un impiegato, pelatino coi baffetti, basso e tranquillo: invece è un campione vero e lo dimostra appieno in 3 stagioni in Italia. In rosa quell'anno anche una super meteora come Germano e l'utilissimo Emanuele Delvecchio, rincalzo costruttivo (9 gare, 3 gol). Nel '63 arriva Amarildo, ala dai grandi giochi di prestigio ma un pò altalenante nel rendimento, che saluta il Milan nel '67 dopo 32 reti. A fine anni '60 brilla la classe eccelsa del gigantesco Angelo Benedicto Sormani, ala dal gol facile esploso al Mantova ma deludente con Roma e Samp. Rocco lo trasforma in un autentico fuoriclasse, incisivo e straripante nella fase offensiva, con gol e assist. Segna nella finale di coppa campioni vinta con l'Ajax nel '69, alza tutti i trofei disponibili sulla piazza italiana, europea e mondiale e saluta il Milan dopo 45 centri. Segna gli ultimi gol con Napoli e Vicenza.


Altafini e Amarildo

Dopo la chiusura delle frontiere, il Milan torna verdeoro nel 1997 col diligente difensore Andrè Cruz e, soprattutto, il fantasista Nascimento Leonardo. E San Siro torna a godersi uno spettacolo sontuoso. Leo, che è una persona squisita, intelligente, buonissimo, colto e disponibile, è un vero fenomeno in campo. L'anno è storto, ma già dal '98/99 Leo e il Milan vincono uno scudetto incredibile. 12 i centri del grande leo, oltre a tanti assist; duttile e tecnico, può giocare in tantissimi ruoli garantendo sempre classe, funambolismi e tocchi pregiati, continuo ed efficace. Delizioso. Leonardo è cittadino del mondo: ha giocato con Flamengo, San Paolo, Valencia, Kashima Antlers e Paris Saint Germain prima del Milan. Le ultime due annate a Milan sono buone, anche se infortunied età iniziano a farsi sentire. Così leo torna in patria, al San Paolo, e chiude al Flamengo. 6 mesi dopo l'addio, torna in Italia alla festa di boban e, elettrizzato dal riabbracciare il Milan... torna in campo e delizia ancora con gol e colpi di tacco, vincendo coppa Italia e champions prima di diventare lo stimato dirigente autore dei colpi Kakà e Pato!! In queste stagioni transitano in difesa 2 difensori mediocri e fuggiaschi, Julio Cesar e Roque Junior. Nel 2002 il colpo è Rivaldo, superbo fantasista vecchio stile, dai ritmi cadenzati e la classe eccelsa, fresco protagonista del successo mondiale della Selecao brasileira. Scoperto dal Deportivo, ha incantato il mondo vincendo tantissimo in 5 anni incredibili al barcellona. Assist splendidi, gol mirabolanti, magie in quantità. Al Milan inizia benissimo, e con lui e Rui Costa i Diavoli incantano. Via via cala, non riesce ad ambientarsi completamente al calcio italiano e, tradito da problemi con la moglie, vive dei mesi orribili. Segna gol importanti nel cammino vincente in coppa (gol qualificazione alla Lokomotiv) e coppa Italia (gol in finale alla Roma) ed entra comunque nella storia del club. La stagione seguente, con l'esplosione di Kakà è un supplizio, gioca solo 1 volta e, dopo l'oceanico saluto del "Meazza", nel gennaio 2004 va al Cruzeiro. Dall'estate successiva gioca, segna e vince alla grande in Grecia con l'Olympiakos. Nella stagione scorsa si è visto Ricardo Oliveira, attaccane leggerino e un pò discontinuo sostanzialmente bravo tecnicamente e autore di qualche buono spunto in rossonero.


Leonardo e Rivaldo

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