COMPLIMENTI - E’ stato il migliore in campo» dice Ancelotti. "Fantastico, straordinario. Questo Ronaldinho non ha nulla a che vedere con quello degli anni scorsi" gongola Galliani che ha avuto la conferma di non aver portato soltanto un uomo-immagine, ma anche un fuoriclasse. "È tornato quello vero" assicura Zambrotta pensando ai due anni passati con il Gaucho a Barcellona. "Grazie dei complimenti, ma non posso essere soddisfatto quando non si vince" scuote la testa Ronaldinho prima di scappare verso l’aeroporto di Malpensa da dove decolla verso Parigi e poi vola in Brasile per gli impegni con la Seleçao.
SPIEGAZIONE - Chi lo accompagna a Malpensa racconta di un ragazzo un po’ abbattuto: la sconfitta lo ha rabbuiato e questo testimonia che è già entrato nel clima della squadra. "C’è da lavorare parecchio e lo faremo - spiega ancora Ronaldinho -.Abbiamo un grande gruppo e un grande allenatore: c’è tutto il tempo per recuperare. Stavo bene nel secondo tempo: abbiamo avuto diverse possibilità di fare gol, ma sfortunatamente non ci siamo riusciti". Lui, per 93 minuti, ha fatto quello che nessuno si aspettava facesse: ha dribblato, crossato, tirato, regalato assist. E così staranno zitti i soliti criticoni che avevano già armato gli archi con frecce avvelenate. Le perle, inoltre, proprio come un padre buono, Ronaldinho le ha distribuite a tutti, senza fare particolari differenze: a Inzaghi, a Shevchenko, a Seedorf, ad Ambrosini. La sconfitta del Milan si spiega con semplicità: Ronaldinho, non essendo ubiquo, non può inventare l’assist e anche andarlo a ricevere e calciare in porta. Ecco servito il k.o.: ma non dite che la colpa è di Ronaldinho. Averne di giocatori come lui.
Andrea Schianchi
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