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RONALDINHO, IL SORRISO E' ROSSONERO!
RONALDINHO si è preso il Milan, una favola a lieto fine. Un gol nel derby ti segna a vita, un gol al tuo primo derby ti rende leggenda, specie se decisivo, specie se così bello. Un terzo tempo alla Michael Jordan, in una collezione magica di cross deliziosi e numeri ubriacanti che hanno piegato l'Inter. Il mondo dietro alla tivvù, per quel derby un pò così. Una schiera di forche caudine pronte a massacrare Dinho, brandite da tutti coloro che ancora non si erano convinti della sua straordinarietà. Chi si aspettava un altro brasiliano pigro, chi continuava a parlare di festini e notti brave, o semplicemente chi discuteva motivazioni e forma fisica del carioca dovrà ricredersi. Ronaldinho è tornato, titolavano i giornali spagnoli all'indomani della sua prodezza nella stracittadina milanese. Ronaldinho non se ne è mai andato, potrebbe aggiungere lui, che con umiltà e voglia di fare bene si è subito messo chino a sgobbare sui campi di Milanello, agli ordini di Carletto Ancelotti. Ha distillato giochetti e finezze da subito, si è seduto in panca quando ha dovuto e, alla prima vera supersfida ha lasciato il segno. 'Segnare nel derby è una grande emozione. L'esultanza? E' stata spontanea e istintiva per la grande gioia che ho provato. Speravo nel gol, mi mancava segnare. Ho trovato il primo gol nel derby e il primo con la maglia del Milan'. Felice come un bimbo nel paese di balocchi, Dinho è elegante anche nel momento della rivincita: non si toglie sassolini dalle scarpe, ma dedica la prodezza al Presidente: 'Sono felice anche perchè tutti ci tenevamo a fare un bel regalo per il compleanno del presidente Silvio Berlusconi'.
CHI E' RONALDINHO
Ronaldinho da Porto Alegre, un nome che è un programma per il sorridente moretto carioca, nasce calcisticamente nel Gremio, giovanissimo. Dai nerazzurri all'Europa il salto è targato Paris SG. Con i bleus et rouge incanta in ligue 1 e stuzzica l'Europa asuon di gol e numeri funambolici. Il suo look e il suo sorriso diventano famosi ovunque col mondiale 2002, e in particolare col suo gol fenomenale all'Inghilterra. Da quel momento l'escalation del dentone è irresistibile: trasferimento al Barcellona nel gennaio 2003 e prime prodezze per risollevare i blaugrana in crisi. Dalla stagione successiva inizia un biennio d'oro per gli irresistibili uomini di Rijkaard. Trascinati da un Ronaldinho superbo, i catalani vincono a mani basse la liga, ripetendosi l'anno dopo. E' il 2006, e i gol favolosi di Dinho, i suoi dribbling surreali iperveloci, i suoi morbidi tocchi, i numeri irresistibili catapultano la squadra sul tetto d'Europa, col trionfo in Champions League. Elastico, ruleta, sombrero, doppio passo: repertorio fantastellare puntualmente esibito a velocità schizofreniche, per giocate leggendarie e gol da spellarsi le mani. Da tutte le posizioni, in ogni situazione, con qualunque avversario. Anche il Milan, regolato nel 2005 da una rete superba da fuori area. Il pallone d'oro fu il degno coronamento di un fenomeno mostruoso, ai livelli del quale probabilmente nessuno riuscirà più ad esibirsi. Dopo è stata un lento declino: un mondiale 2006 deludente, una stagione 06/07 di alti bassi per lui e per il Barca (pur con sprazzi di magia, come un gol in rovesciata epocale) e un 07/08 ancor peggiore, con tanti guai fisici, pochi gol e poche partite, ma soprattutto poche magie. Non da Ronaldinho, insomma. E' da Ronaldinho il gol nel derby, è da Ronaldinho la meraviglia che sgorga dai suoi piedi ad ogni palla toccata. E adesso Dinho continua così!
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