Non sarà più titolare, non sarà più un ragazzino, ma Pippo Inzaghi segna sempre gol decisivi: una carriera incredibile ed una vecchiaia dolcissima, fatta di spezzoni di gloria ai quali San Siro esplode di gioia...
In panchina soffriva e si contorceva. Poi il mister l'ha buttato nella mischia, in una partita che sembrava indirizzata al pareggio. Compito ingrato per il vecchio bomber, che dieci anni fa era il velenoso terminale della grande Juventus; compito ingrato per uno che ha segnato 89 gol nel Milan, vincendo da protagonista la Champions League (2003) prima di rischiare la carriera a causa di una serie incredibile di infortuni; mica facile dover dare una svolta in una manciata di minuti, quando ci hai messo 2 anni per tornare un campione vero a suon di gol (17), per tornare a griffare con euro prodezze una nuova Coppa Campioni (nel 2007, con la doppietta in finale). Non è certo facile riprendersi i palcoscenici quando hai ormai 34 anni, non sei più la stella titolare ma devi fare l'"Altafini" dietro a dei ragazzini ricchi di classe e fama. Non è facile, a meno che tu non ti chiami Pippo Inzaghi: e allora diventa banale entrare e far rabbrividire la difesa, diventa classico scattare sul filo del fuorigioco, diventa magicamente lapalissiano colpire con grazia e spietato killer instinct quella palla spiovente messa da Gouruff, azzannarla con un colpo di testa chirurgico ad altezza ventre e depositarla in rete, correre invasati sotto la curva e non sapere di che follia impazzire, ai piedi di uno stadio delirante per te. Se ti chiami Pippo Inzaghi, diventa immortale la legge del gol!
In panchina soffriva e si contorceva. Poi il mister l'ha buttato nella mischia, in una partita che sembrava indirizzata al pareggio. Compito ingrato per il vecchio bomber, che dieci anni fa era il velenoso terminale della grande Juventus; compito ingrato per uno che ha segnato 89 gol nel Milan, vincendo da protagonista la Champions League (2003) prima di rischiare la carriera a causa di una serie incredibile di infortuni; mica facile dover dare una svolta in una manciata di minuti, quando ci hai messo 2 anni per tornare un campione vero a suon di gol (17), per tornare a griffare con euro prodezze una nuova Coppa Campioni (nel 2007, con la doppietta in finale). Non è certo facile riprendersi i palcoscenici quando hai ormai 34 anni, non sei più la stella titolare ma devi fare l'"Altafini" dietro a dei ragazzini ricchi di classe e fama. Non è facile, a meno che tu non ti chiami Pippo Inzaghi: e allora diventa banale entrare e far rabbrividire la difesa, diventa classico scattare sul filo del fuorigioco, diventa magicamente lapalissiano colpire con grazia e spietato killer instinct quella palla spiovente messa da Gouruff, azzannarla con un colpo di testa chirurgico ad altezza ventre e depositarla in rete, correre invasati sotto la curva e non sapere di che follia impazzire, ai piedi di uno stadio delirante per te. Se ti chiami Pippo Inzaghi, diventa immortale la legge del gol!
1 commento:
super pippo, kakà e pato sn inprendibili, sn 3 macchine da gol mi sà ke qst derby nn lo perderemo!!!!!!!!!
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