Eliminato dalla Juve in campionato, il Mlan si rifà vincendo svariate coppe e trofei. Tra cui la Coppa della Federazione Ginnastica Italiana, la prima trasferta al di fuori del triangolo Genova-Milano-Torino.
HERBERT KILPIN inizia la sua quinta stagione con la maglia rossonera. Il capitano abbottona la camicia a strisce sottilissime, fiero dello scudo di Milano sul cuore, e col suo sguardo inflessibile e i baffoni ben curati scruta i compagni nello spogliatoio. Al suo fianco, l'altra bandiera del diavolo, il terzino svizzero Hans Suter, al quarto campionato da milanista. I due senatori parlottano e discutono, preparano la formazione, mentre i compagni più giovani scherzano indossando le scarpe bullonate e la fiammante divisa. E' di nuovo clima di campionato, all'Acquabella arrivano i genovesi dell'Andrea Doria ed è ora di dare battaglia. Kilpin conduce la squadra in campo e si sistema in difesa. Ma è proprio lui che risolve la gara con un'incursione delle sue, tanto per ribadire la superiorità su tutti i compagni. Il Milan avanza, gol di Kilpin. Che banalità! La sfida successiva oppone i rossoneri alla Juventus, e alla fine è solo 1-1: bisogna giocarsi lo spareggio. Purtroppo però al ritorno il Milan sbanda incredibilmente, la Juventus trova larghi spazi e si impone con un netto 3-0: fine della corsa. Kilpin è deluso, ma incoraggia i giovani compagni: il suo Milan sta crescendo, e lo dimostra vincendo a mani basse una miriade di coppette, tornei e trofei vari. E a fine campionato disputa (e vince) anche la Coppa della Federazione Ginnastica Italiana, probabilmente la prima trasferta al di fuori del triangolo Genova-Milano-Torino. Nella foto sotto: Milan e Juventus ritratti insieme prima della partita di campionato.
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