giovedì 24 gennaio 2008

ATALANTA-MILAN 2-1, IL MILAN SI BUTTA VIA

SERIE A, recupero DODICESIMA GIORNATA

ROSSONERI MIGLIORI, E IN VANTAGGIO CON GATTUSO, NEL PRIMO TEMPO. POI PATO SBAGLIA UN GOL FATTO E LA GARA SI ADDORMENTA, CON L'ATALANTA CHE SFRUTTA LE UNICHE DUE OCCASIONI PER VINCERE.
BERGAMO. Stop Milan, dopo due incoraggianti vittorie di fila i rossoneri a Bergamo scoprono come buttar via una partita iniziata bene, portata in vantaggio (con splendido gol di capitan Gattuso) e amministrata bene nel primo tempo. Per giunta, con un'Atalanta che solo in rarissime occasioni si è resa pericolosa: il Milan paga una ripresa meno brillante e tornano a casa con in mano un pugno di mosche.
LA PARTITA. Kalac ancora titolare (Dida sta recuperando), difesa confermata dopo Udine (con Bonera e Favalli esterni) e centrocampo a tre con Gattuso (capitano), Seedorf e Pirlo. In attacco Kakà appoggia Pato e Gilardino, l'eroe del Friuli. Il Milan avanza con azioni lunghe e complesse, con un gran possesso palleggiato: i rossoneri tengono le redini del match e giocano bene. Naturale conseguenza di ciò arriva al quarto d'ora, col gol dell'1-0: un corner spiove a Gattuso in mezzo all'area, Ringhio tira di piatto chirurgico verso la porta e segna dopo che la palla viene sfiorata da un nerazzurro. Per la bandiera calabrese è l'ottavo gol in 9 stagioni milaniste, il settimo in serie A. Il Milan si muove bene, e un Seedorf ispirato palleggia con grazia e autorità tra le linee. Pato si vede poco, e purtroppo quando gli capita l'occasione, solo davanti a Coppola, calcia incredibilmente fuori. L'Atalanta, assente ingiustificata fino al'40, si sveglia in quel momento: un cross taglia la difesa rossonera, impietrita, e arriva a Langella: stop, finta, tiro al volo e gran 1-1. Anche nella ripresa il Milan, orchestrato da un lucido Pirlo, tenta subito di tessere azioni costruttive. Gilardino si distingue con coperture e sponde in velocità con Kakà; eppure il Milan fatica a trovare spazi. Ancelotti inserisce Ronaldo per Pato, ma la gara si addormenta e l'Inzaghi bergamasco colpisce la squadra del fratello, bucando la retroguardia e servendo a Tissone la palla d'oro del 2-1, al '23 st. A poco serve l'inserimento di Oddo in luogo di Bonera, per spingere di più sulla destra: Milan stanco e impreciso. Ronaldo avrebbe un'altra occasione, e nel finale entra anche Gourcuff (per Gattuso), ma l'assalto finale è flebile e soprattutto inutile: l'Atalanta sorride dopo il triplice fischio, il Milan interrompe la sua rimonta e ritornano i problemi.




ATALANTA-MILAN 2-1
MARCATORI: nel pt 16' Gattuso, 42' Langella; nel st 23' Tissone. ATALANTA (4-4-1-1): Coppola, Rivalta, Carrozzieri, Pellegrino, Bellini; Ferreira Pinto, Tissone (dal 36' st Padoin), Guarente, Langella (dal 18' st De Ascentis); Doni (dal 9' st Inzaghi): Floccari. (Ivan, Belleri, Capelli, Muslimovic). All.: Del Neri. MILAN (4-3-1-2): Kalac; Bonera (dal 26' st Oddo), Nesta, Kaladze, Favalli; Gattuso (dal 38' st Gourcuff), Pirlo, Seedorf; Kakà; Pato (dal 18' st Ronaldo), Gilardino. (Fiori, Simic, Emerson, Brocchi). All.: Ancelotti. ARBITRO: Dondarini di Finale Emilia. NOTE: partita giocata a porte chiuse. Angoli: 8-0 per il Milan. Ammoniti: Pirlo, Carrozzieri, Nesta e Favalli per gioco falloso; Floccari per comportamento non regolamentare. Recupero: 0' e 4'.




CARLO ANCELOTTI:"Quando le partite si possono vincere bisogna assolutamente farle proprie. Noi nel primo tempo siamo partiti bene e abbiamo creato anche occasioni da rete putroppo non abbiamo sfruttato le occasioni. Il gol di Langella è stato la chiave di volta della sfida, loro nel secondo tempo si sono chiusi e hanno avuto la possibilità di punirci in contropiede. A noi poi nel secondo tempo è mancato l'equilibrio per reagire. Ciò che c'è di buono è che noi stiamo bene, viviamo un buon momento, in questo senso questa sconfitta non doveva arrivare. Adesso guardiamo avanti perchè ci sono ancora molte partite da giocare e c'è modo comunque di recuperare. Adesso ragioniamo di partita in partita ma certo dobbiamo imparare ad essere più cinici in certe gare".

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