martedì 21 ottobre 2008

MILANSTORY- 1900/1901: IL PRIMO SCUDETTO

Il Milan vince il suo primo scudetto battendo il Genoa sul suo campo (3-0): Kilpin guida i rossoneri in finale superando Juventus e Mediolanum. Inizia la leggenda dei Diavoli rossoneri.

CAMPIONI D'ITALIA!!

1901, L'ANNO DEL DIAVOLO. Con un anno in più di esperienza sulle spalle, i ragazzi di Kilpin si ripresentano all'appuntamento col campionato carichi e motivati. La splendida divisa a sottilissime strisce rossonere, con scudo milanese sul cuore, inizia a coprirsi di onore e gloria: olte alla Medaglia del re, rivinta dai ragazzi, stavolta è il campionato l'obbiettivo principale. La prima sfida oppone al Milan i cugini della Mediolanum. In campo i rossoneri viaggiano spediti e passano in vantaggio con Davies, centravanti inglese che aveva seguito Kilpin a Milano da Torino. Il Milan argina gli avversari grazie all'affiatata coppia difensiva Suter-Gadda, e a chiudere i giochi ci pensa il forte mediano Lies, segnando il 2-0. La gara di semifinale è un big match con la Juventus. I bianconeri passano con Donna, la gara è combattutissima e il Milan va in rete col baby Negretti, diciottenne su cui ci sono molte speranze. La battaglia continua senza esclusione di colpi, ed è ancora la Juve a passare, con Malvano; il Milan non demorde e spinge con grinta, basando le proprie forze sul trittico di centrocampo Lies-Kilpin-Angeloni, uomini di gran tempra che lottano con energia su ogni pallone. Proprio Kilpin, il faro del Milan per il suo grande entusiasmo agonistico, dà la scossa. I rossoneri pareggiano ancora con Negretti e, quando la gara sembra finita, siglano il 3-2 definitivo proprio con l'incommisurabile leader britannico. Il mediano inglese si prende la gloria e l'onore di trascinare il Milan nella sua prima finale. L'ultimo atto si disputa a Genova, contro i fortissimi campioni in carica. I rossoblù hanno vinto i primi 3 scudetti di fila e sul loro campo sembrano invincibili; inoltre i milanisti devono sorbirsi il lungo e faticoso viaggio in treno, in terza classe e a spese proprie, che spesso sfinisce la squadra ospite. Invece i Diavoli si materializzano forti come mai sul campo di Ponte Carrega e spazzano via i supercampioni con un 3-0 senza repliche. Unico marcatore noto, il solito Kilpin: il papà del Milan firma con tanta grinta ed un gol storico il primo successo di una serie infinita, ed è giusto che il destino scelga lui per incoronare la squadra dei sogni.

I PROTAGONISTI. Portiere del Milan dei pionieri era Hoberlin Hoode, uno dei tanti inglesi in squadra. Oltre alle qualità di portiere gli vanno riconosciute doti di coraggio e forza interiore attribuibili a tutti gli estremi difensori dell'epoca, visto che il portiere era spesso vittima di grosse ammucchiate in area. Ciò era figlio di uno schema tattico con 2 soli difensori e ben 5 attaccanti, utilizzato da tutte le squadre: così ogni corner era un'immensa mischia in area, con praticamente tutta la squadra rivale a suonarle di santa ragione. L'affiatatissima coppia difensiva era composta da Suter e Gadda, un binomio vincente. Hans Heinrich Suter era uno svizzero di gran classe, che a fine carriera cercherà l'avventura negli USA, dove morirà nel 1955. Catullo Gadda era un grintoso terzino arrivato dalla Mediolanum, bravo e autoritario nel lottare con gli avversari. Il centrocampo era guidato dall'immenso Kilpin, quello che è considerato da tutti il fondatore del Milan: un giocatore magari non molto dotato tecnicamente, ma che colmava queste lacune con una tempra trascinante. Con lui lottavano Kurt Lies, alto e potente, ed il più tecnico Daniele Angeloni, anch'esso ex Mediolanum. L'attacco, affollatissimo, era imperniato sul giovanissimo Ettore Negretti, una speranza che non mantenne poi tutte le promesse; in questo campionato, tuttavia, segnò una doppietta epocale nella semifinale con la Juventus. Ai suoi fianchi agivano Samuel Davies (perito tessile come Kilpin), che segnò il primo gol della stagione nel derby con la Mediolanum, e il capitano, David Allison. Inglese nato in Francia, Allison aveva una grande esperienza ed una forte personalità; giocava da centravanti boa e non segnava moltissimo, però sapeva destreggiarsi come un maestro sulla linea dell'offside, sfruttando la poca dimestichezza con le regole di arbitro e collaboratori. Più esterni agivano Agostino Recalcati, scattante e minuto fisicamente, e Guerriero Colombo, di valore tecnico e aonistico notevoli. Recalcati proveniva dalla Mediolanum, e dopo lo scudetto in rossonero vi avrebbe fatto ritorno; nel 1904 fu tra i fondatori dell'US Milanese. In rosa c'era anche l'inglese Penvhyn Llwellyn Neville, socio fondatore e giocatore poliedrico.

OBBIETTIVO SU... HERBERT KILPIN: Herbert Kilpin, alle origini del Diavolo: decisivo nella fondazione del club, determinante nei primi successi in campo. A tutto campo. Nato a Nottingham (Inghilterra) il 23 gennaio 1870, Kilpin inizia nel Garibaldi, piccolo club cittadino, e si stabilisce in Italia per lavoro. A Torino gioca con Internazionale Torino ed FC Torinese, prima di trasferirsi a Milano dove fonda il Milan. Resta rossonero dal 1899 al 1908, vincendo tre scudetti e giocando in tutti i ruoli. Per lui 23 presenze e 8 reti. E' morto nel 1916.

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