DIDA 6. Incolpevole sul gran gol portoghese. Persiste nella sua brutta abitudine di respingere centralmente certi missili da lontano, rischiando sempre di servire per il tap in il centravanti appostato. BONERA 6. Tranquillo sulla destra. NESTA 7,5. Un gigante, spesso nel tormentato finale: c’è sempre, spazza l’area, sfodera serie di tackles, anticipi, colpi di testa. Un pilastro al quale si aggrappa la squadra tutta, un superbo muro contro il quale si schiantano le onde dell’Atlantico benfiquista. KALADZE 7,5. Un altro guerriero implacabile. Recupera due volte su un avversario in maniera inumana, prima dopo essere scivolato e poi dopo averlo perso qualche istante prima. Battagliero, rude, pulito nei tackle, decisivo. SERGINHO 4. Due errori imperdonabili: addormentato sulla fascia, lascia aperta una voragine dietro e nemmeno si dà da fare in spinta (MALDINI 6 Tappa la falla sulla sinistra nella ripresa). GATTUSO 7. Più passano i minuti e più si scalda, entr nel vivo, diventa fondamentale. Capitano coraggioso, si piazza a guardia della difesa respingendo col cuore (e con epici colpi di testa) i flussi violenti del benefica. In mezzo lotta col solito ardore. PIRLO 7. Apre la gara con un gol memorabile, un missile forse ancor più bello dei suoi tiri da fermo. Poi cuce e copre cenza troppi fronzoli. BROCCHI 6. Deve rimpiazzare Ambrosiani, lo fa con la solita generosità (GOURCUFF 6 alterna intuizioni incoraggianti a errori d’inesperienza e/o leziosità). SEEDORF 5. Rientrava da un piccolo infortunio, si vede pochissimo (ODDO sv). KAKA’ 6,5. A volte sparisce dal vivo dell’azione, ma quando è ispirato si distingue con tanta corsa e volenterosi passaggi. A fine gara sciupa il gol del vantaggio, dopo un sombrero sontuoso per liberarsi tra 2-3 uomini: sarebbe stata una vera magia. GILARDINO 6. Fa la sponda ma si vede poco, non per colpa sua ma perché il suo diretto marcatore, Luis, lo pesta senza sosta né riguardo fino a quando Camacho lo cambia. Il nuovo entrato, ricomincia la caccia all’uomo.
venerdì 30 novembre 2007
LE PAGELLE DI BENFICA-MILAN
DIDA 6. Incolpevole sul gran gol portoghese. Persiste nella sua brutta abitudine di respingere centralmente certi missili da lontano, rischiando sempre di servire per il tap in il centravanti appostato. BONERA 6. Tranquillo sulla destra. NESTA 7,5. Un gigante, spesso nel tormentato finale: c’è sempre, spazza l’area, sfodera serie di tackles, anticipi, colpi di testa. Un pilastro al quale si aggrappa la squadra tutta, un superbo muro contro il quale si schiantano le onde dell’Atlantico benfiquista. KALADZE 7,5. Un altro guerriero implacabile. Recupera due volte su un avversario in maniera inumana, prima dopo essere scivolato e poi dopo averlo perso qualche istante prima. Battagliero, rude, pulito nei tackle, decisivo. SERGINHO 4. Due errori imperdonabili: addormentato sulla fascia, lascia aperta una voragine dietro e nemmeno si dà da fare in spinta (MALDINI 6 Tappa la falla sulla sinistra nella ripresa). GATTUSO 7. Più passano i minuti e più si scalda, entr nel vivo, diventa fondamentale. Capitano coraggioso, si piazza a guardia della difesa respingendo col cuore (e con epici colpi di testa) i flussi violenti del benefica. In mezzo lotta col solito ardore. PIRLO 7. Apre la gara con un gol memorabile, un missile forse ancor più bello dei suoi tiri da fermo. Poi cuce e copre cenza troppi fronzoli. BROCCHI 6. Deve rimpiazzare Ambrosiani, lo fa con la solita generosità (GOURCUFF 6 alterna intuizioni incoraggianti a errori d’inesperienza e/o leziosità). SEEDORF 5. Rientrava da un piccolo infortunio, si vede pochissimo (ODDO sv). KAKA’ 6,5. A volte sparisce dal vivo dell’azione, ma quando è ispirato si distingue con tanta corsa e volenterosi passaggi. A fine gara sciupa il gol del vantaggio, dopo un sombrero sontuoso per liberarsi tra 2-3 uomini: sarebbe stata una vera magia. GILARDINO 6. Fa la sponda ma si vede poco, non per colpa sua ma perché il suo diretto marcatore, Luis, lo pesta senza sosta né riguardo fino a quando Camacho lo cambia. Il nuovo entrato, ricomincia la caccia all’uomo.
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