giovedì 15 novembre 2007

MALDINI VUOLE IL MONDIALE



PAOLO MALDINI
punta forte al Mondiale per club. Il capitano, all'ultima stagione di una carriera gloriosissima, vuole togliersi la soddisfazione di vincere la sua terza "Intercontinentale", obbiettivo numero uno della stagione. "L'ho vinta due volte, ma l'ho persa tre: vorrei aggiustare questa statistica prima di smettere", ha dichiarato cuore di drago. I giapponesi Urawa Red Diamonds sono gli ultimi arrivati alle finali del mini torneo: al di là di quarti e semifinali (da dove il Milan partirà) con club africani, neozelandesi e, appunto, giapponesi, il Milan sembra già concentrato sulla finalissima, che quasi sicuramente lo vedrà opposto agli argentini del Boca Juniors. La rivincita della sfida del 2003 è servita, e il Capitano vuole assolutamente condurre la truppa al trionfo.

UNA CARRIERA INCREDIBILE, quella del Capitano. A 16 anni Nils Liedholm lo lanciava in serie A, a 17 Paolo era titolare nel Milan, a 18 già tra i più ammirati giovani nazionali. A 19 era già azzurro, già pluridecorato campione euromondiale nel grande Milan di Arrigo Sacchi: ovunque nel mondo il ragazzino era ormai considerato il terzino sonistro più forte in attività. Elegante, pulito negli anticipi, spettacolare nei tackle, sicuro nella fase difensiva; rapido, martellante, efficace con i suoi cross e le sue incursioni in fase offensiva. La stellare carriera di Paolo era all'apice: prima con Sacchi, poi con Capello, fu una mietitura di trionfi. Dieci anni di successi a pioggia, epiche imprese, vittorie esaltanti. Il mondo ai piedi del diavolo, stadi in piedi ad applaudire e media incensanti nel tessere lodi grandiose, durante tanti anni indimenticabili di trionfi. Poi quando la squadra si prese due stagioni di ricaricamento, tutti ad additare i "senatori" come bolliti. Invece con l'orgoglio e la classe di sempre vinsero l'ennesimo insperato scudetto, e traghettarono la squadra nei due anni di "ricambio". Maldini (con Costacurta) si trovò così totem del novo folgorante squadrone di Ancelotti. Con Nesta, da centrale, realizzò una coppia difensiva unica, scoprendosi mastoso anche nel cuore del reparto: sicuro, deciso, un muro grandioso, elegante, pulito. Ancora coppe, scudetti. E dal 2005/06 un utilizzo centellinato per propagarne ancora a lungo la sontuosa carriera.


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