sabato 3 novembre 2007

STASERA MILAN-TORINO: I DOPPI EX STORICI

DAI GRANDI LOIK E MENTI FINO AI VARI GALLI, PANCARO, VIERI, COCO E LENTINI: TANTI DOPPI EX, PASSANDO PER ROSATO, CESARE MALDINI, NESTOR COMBIN E IL "PENDOLARE" ALDO SERENA...


Nereo Rocco e Cesare Maldini, leggende rossonere. Ma a fine carriera
hanno assaggiato pure il granata.


DUE COLONNE del grande Torino vestirono il rossonero prima del granata: Ezio Loik, guizzante ala di centrocampo, e Romeo Menti, infinito fantasista vicentino cresciuto nel Vicenza ed esploso nella Fiorentina. Negli anni della guerra Romeo Menti giocò qualche gara nel Milan, prima di segnare a suon di finezze i 4 scudetti (al fianco di Loik) che impregnarono di gloria l'epopea del Grande Torino. La leggenda granata si spense tragicamente con il maledetto schianto di Superga: ogni squadra cedette un giocatore al Torino, per consentirgli di creare una squadra competitiva dopo la perdita di tanti campioni. Il Milan contribuì col forte centravanti Riccardo Carapallese. Anche "Pantera" Danova dopo gli esordi e i gol (giovanissimo) nel Milan, vestì la maglia del Toro. Uno dei più grandi ed eleganti difensori della storia rossonera, Roberto Rosato, esplose proprio nel Toro: debuttò nel '60 e fino al '66 mise in mostra tecnica, tempismo, cattiveria agonistica nonostante la faccia d'angelo. Nato lo stesso giorno di Gianni Rivera, giocò al Milan fino al '73, vincendo 1 scudetto, 3 coppe Italia, 2 Coppe Coppe, 1 Coppa Campioni, 1 Intercontinentale. Giocò 187 gare (5 reti) e chiuse la carriera nel Genoa, nel 1977. Percorso iverso per Cesare Maldini, arrivato al Milan giovanissimo dalla triestina (1954) e presto diventato leader e capitano, pupillo di mister Rocco e terzino arrembante di livello mondiale. Il suo palmares annovera 4 scudetti, 1 coppa latina e la prima coppa campioni "italiana", alzata a Wembley da capitano nel 1969. Col procedere degli anni si spostò al centro della difesa, con altrettanto positivi risultati. Nel 1966 va alTorino per chiudere la carriera, dopo 12 stagioni e 342 presenze rossonere. In granata gioca 2 stagioni da "senatore", poi torna a Milano da allenatore e segna il suo gol più bello: la nascita del figlio Paolo... Nestor Combin era un giramondo francese, ala scattante soprannominato "olgore". Dopo i passaggi con Lione, Varese e Torino giocò nel Milan dal '68 al '70, brillando nella finale Intercontinentale nella quale fu pestato a sangue. Passato al Metz, smise nel '75 con la Red Star Paris. Aldo Serena è l'ex più ex di tutti gli ex, nel senso che ha giocato nel Milan e nel Toro, ma anche nell'Inter e nella Juve. Cresciuto nell?inter, attaccante, dopo poco fruttiferi prestiti a Como e bari inizia a mettere in mostra doti di buon opportunista d'area in nerazzurro, e nel 1982 viene prestato proprio al Milan, finito in seri B. Con 11 reti Serena è il bomber della promozione, e si merita il ritorno alla base dove segna 14 gol imponendosi come giovane tra i più promettenti. Per giocare titolare accetta così la maglia del Torino, e in granata segna 12 reti. Ormai Serena è una realtà ammirata e con grande mercato, tanto che clamorosamente sono i cugini della Juve ad assicurarselo. In bianconero Serena diventa star internazionale, vince lo scudetto, la coppa Campioni e l'Intercontinentale. E' il cannoniere da 21 gol in due stagioni, il partner di genio Platini, un terminale offensivo che tuttavia nella folta rosa bianconera trova molti concorrenti. Così quando nel 1987 la sua amata Inter lo richiama, lui non sa dire di no. E torna da stella conclamata, da salvatore. E trascina, da capocannoniere (22 gol), i nerazzurri allo scudetto dei record nel 1989. Vince anche una Supercoppa Italiana, 1 coppa italia, 1 UEFa. In 4 stagioni segna 68 gol. Nel 1991, a 31 anni, finisce la sua storia con l'Inter. Ormai i riflessi sono appannati e qualche infortunio l'ha logorato, così Serena accetta il ritorno al Milan dieci anni dopo, per fare l'ultima punta, la chioccia che non gioca mai ma quando lo fa deve dare esperienza e maturità. E' un Milan diverso da quello vissuto in B, è un Milan ricco, bello e vincente, e così Serena vince altri 2 scudetti da comprimario.

Gianluigi Lentini era una mezzala geniale dal cuore granata, cresciuto nel Toro e autore sin da giovanissimo di autentiche prodezze sotto la Mole: dopo un prestito all'Ancona, dall'89 al '92 Lentini diventa il giovane italiano più conteso sul mercato. I 40 miliardi che il Milan sborsa per averlo fanno scandalo. In rossonero Lentini gioca bene, diverte, vince. Ma un disastroso incidente d'auto, la passione smodata per le donne e la bella vita ne rovinano l'ascesa. Cos' dal '96 Gigi tenta vari rilanci, senza mai tornare "lui": Atalanta, ancora Torino, Cosenza. Adesso, a 37 anni gioca ancora nel Canelli. Giuseppe Pancaro è cresciuto nel Torino ma è esploso a Cagliari e, dopo una vita di successi nella Lazio ha giocato 2 stagioni nel Milan, diventando perno fondamentale dello scudetto 2004: terzino volenteroso dalla buona spinta, dopo un passaggio alla Fiorentina ha chiuso la sua lunga avventura proprio nel Torino: 10 presenze nel 2007. Anche Bobo Vieri, bomber e bandiera dell'Inter, ha giocato col Torno prima di lanciarsi in un giro d'Italia (Pisa, Venezia, Ravenna, Atalanta) a suon di gol, che lo hanno portato alla Juventus prima (scudetto) e, dopo 24 gol in 24 gare nell'Atletico Madrid, alla Lazio nel 1998: dopo l'ottima annata romana, le sei stagioni nerazzurre, con 103 gol in 143 partite! Sembrava in declino e il passaggio clamoroso al Milan lo confermò: 2 soli gol poi il fallimento al Monaco, gli infortuni. Vieri torna all'Atalanta e si rilancia, e da quest'anno veste con profitto la maglia della Fiorentina: a 34 anni è tornato un gran centravanti di sfondamento. Giovanni Galli fu il mitico portiere del Milan di Sacchi, quello delle due coppe campioni, dello scudetto, delle Intercontinentali: forgiato nella Fiorentina (77/86, 259 presenze) vinse tutto al Milan (1986/90, 98 gare) e continuò a parare nel Napoli (90/93), prima di vivere una stagione da protagonista proprio nel Toro e una da secondo al Parma. L'addio, nel 1996, da titolare nella Lucchese. Francesco Coco prima di diventare un modaiolo esempio di calciatore scemo e gossipparo, è stato un terzino scoppiettante nel Milan. Era l'erede di paolo Maldini e prometteva una carriera stellare. Prestato al Vicenza prima e al Toro poi, tra 2000 e 2001 visse grandi momenti in rossonero. Ma alla prima panchina (con Terim) fu tradito dalla sua inesperienza: voleva tutto e subito e scese un anno al Barcellna. Buono, ma senza seguito. Coco finì all'Inter, si ruppe e non giocò neanche trenta volte in 3 anni. Prestato prima al Livorno e poi allo stesso Torino, era ormai perso: e a trent'anni ha preferito al calcio l'isola dei famosi. Christian Abbiati fu la sorpresa dello scudetto 99: portierino esplosivo e presto titolare. Dal 2002 fu il vice di Dida, in 8 stagioni rossonere ha giocato 110 partite. Ultrà rossonero nel sangue, dopo tanti anni in panchina accetta nel 2005 il passaggio alla Juve, dove l'infortunio di Buffon lo rende titolare per metà anno. Poi il clamoroso passaggio al Toro, e una buona annata salvezza. Quest'anno, sempre in prestito dal Milan, è in Spagna con l'Atletico Madrid. Altri doppi ex? Petrini, Santin, Mussi, Romano, Cruz, De Ascentis, Donati, Maniero, Taibi, Trebbi, Terraneo e Fuser.

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