NOI STIAMO COL MISTER!
GENUINO. Lo accusano di essere troppo buono, di essere amico dei giocatori. Lui che ha riportato il Milan a vincere la Champions League dopo nove anni, dopo aver visto i colori rossoneri strisciare tra il quato e il decimo posto, dopo aver visto il Milan di Josè Mari e Javi Moreno, di Comandini e di Umit avala con tutto il rispetto. Carletto che ha vinto uno scudetto da dominatore, cosa che al Milan non riusciva dal 1996 visto che nel 1999 è stato un tricolore 'da rimonta' soffertissima. L'Ancelotti delle tre supercoppe e della Champions League impossibile, quella del 2007. E il Carletto Mondiale, col Milan sul tetto dei continenti 17 anni dopo Sacchi. Ancelotti non è 'troppo' buono, è un mite col cuore grande (e rossonero) che sa anche incazzarsi. Il futuro non lo conosce nessuno, o forse in via Turati sì, però quello che i tifosi rossoneri devono fare è stringersi attorno al loro mister perchè nel calcio di persone così ce ne sono poche. Genuino, simpatico, vero.
SUCCESSORI. La stampa fa i nomi dei successori. Ci gioca, certo. Frankie Rijkaard sembra il più indicato: centrocampista principesco forgiato nell'Ajax e mente del grande Milan di Sacchi, l'Uragano Frankie ha costruito il suo palmarès da allenatore a Barcellona, dopo un paio di passi falsi con l'Olanda e lo Sparta Rotterdam. In catalogna ha dato spettacolo e ha vinto due Liga e la Champions. Il divorzio non è stato indolore: forse anche con lo stesso Ronaldinho non c'era più grosso feeling. Come lui, anche marco Van Basten è lontano da anni dall'ambiente rossonero ed italiano, ma il Cigno di Utrecht -124 reti rossonere e tre palloni d'oro col ritiro a 29 anni- è meno esperto del collega: ha iniziato tardi, sembrava diventato un genio alla guida dell'Olanda agli Europei, è stato ridimensionato e ora guida il suo Ajax. La terza candidatura è quella di Roberto Donadoni, ex centrocampista di quantità e qualità per tre lustri rossoneri. Donadoni sembra l'opposto di Ancelotti: serio, taciturno, 'solitario' all'apparenza. Chissà se avrebbe il carisma adatto a guidare il Milan: a Livorno ha fatto bene, e anche in azzurro non ha demeritato. L'ultimo nome fatto dai giornali è quello di Leonardo, fantasista brasiliano poliglotta in rossonero dal 1997 al 2001, e poi dal 2002/ prima come giocatore e poi da dirigente. Nella prima veste è stato protagonista di uno scudetto e una coppa Italia, nella seconda è diventato artefice di colpi di mercato come Kakà e Pato. Ma è davvero ipotizzabile una sua avventura immediata sulla panchina rossonera? A nostro giudizio no, anche perchè un pò di settore giovanile fa bene a tutti. Se il Milan volesse lanciare un 'giovane' avrebbe in casa già Tassotti, Filippo Galli, Chicco Evani. Sono tutte voci, solo voci. Il futuro passa anche dal derby, e Carlo Ancelotti vuole essere padrone del suo destino.
Nessun commento:
Posta un commento