Qualche calo di concentrazione e un rendimento incostante minano la stagione dei rossoneri, che chiudono al terzo posto. Perso il mitico De Vecchi, i tifosi si coccolano il solito Van Hege, che segna 21 gol in 17 partite.
MILAN PENALIZZATO dalla Juventus: l'anno prima i bianconeri si erano piazzati ultimi nel girone piemontese e, per evitare la retrocessione, chiedono asilo al girone lombardo; ottenutolo, si piazzano secondi dietro l'Inter, qualificandosi al girone finale. Il Milan, giunto terzo, non la manda giù. Anche Rizzi, come Cevenini, passa all'Inter: la fascia di capitano passa sul braccio armato di Luis Van Hege, quarta stagione rossonera e già 54 gol sulle spalle. Il principe dei bomber traccia un'altro assolo poderoso, infilando una stagione da 21 gol in 17 partite! Purtroppo però è anche la prima stagione senza Renzo De Vecchi: il mitico terzino della Nazionale, che al Milan prendeva 100 lire, accetta il ricco contratto del Genoa (ben 20 mila lire!) e il posto di lavoro in banca garantitogli in Liguria. A fine stagione il Milan paga qualche rilassamento di troppo in qualche gara interna, lo scudetto va sorprendentemente al Casale. Orgoglio da big: Pietro Lana, dopo le ultime declinanti due stagioni, si reinventa gran attaccante e conclude la sua avventura rossonera con 9 gol in 16 match. Formazione appena rinnovata: in porta resta la bandiera Barbieri, con il pilasto Sala a presidiare la zona; con lui non c'è più Renzo ma Carlo De Vecchi (nessuna parentela), un onesto mestierante che ironicamente i rifosi chiameranno "il nipote di Dio". Polmoni e grinta caratteristici del senatore Scarioni a centrocampo; al suo fianco la pregevole tecnica del giovane Cesare Lovati, nato in Argentina e futura bandiera del Milan: ha debuttato nel 1910 e, dopo alcune esperienze con la prima squadra, ora è titolare apprezzato e costante nel rendimento. Dall'altra parte galoppa il solito indomito Trerè. Attacco tutto sulle spalle di Van Hege, con Lana, Ferrario e alcuni "nuovi": Ernesto Morandi, che ha esordito un paio di anni prima ed è ora promosso titolare, e Attilio Marchesi, che si alterna costantemente all'inglese Williams.
A NOVARA parte il torneo del Milan, che vince 4-0 grazie alla sua coppia di bomber: Van Hege apre e chiude, in mezzo due guizzi di Lana. Scena che si ripete simile sul Como: Van Hege infila il portiere, il nuovo inglese Williams raddoppia; va a segno anche lo stantuffo Trerè, poi Van Hege decide di chiudere la gara: ancora 4-0. Nella partita successiva il Milan ospita la Juve. Ancora l'incommensurabile Van Hege, con una pregevole doppietta, indirizza i destini della sfida, chiusa sul 3-1 dopo il primo centro in rossonero del promettente argentino Lovati. Con la piccola AC Milanese non c'è storia: i cuginetti osano andare in vantaggio, e Van Hege capisce che anche stavolta deve darsi una mossa per salvare i suoi: segna, raddoppia, ubriaca la difesa, triplica, scatta, tira, segna un poker, guizza, sale, scende, copre, lotta e infila la quinta pera; Ferrario archivia il 6-1. E' un Milan che si deconcentra facilmente, e anche con la Racing Libertas va sotto; ancora Van Hege provvede, ma stavolta si limita all'1-1. Dopo aver passeggiato sulla Juventus Italia (6-0: bis di Ferrario, gol di Van Hege, Lana, Lovati e un autogol), il Milan ospita l'Inter degli ex. Purtroppo i nerazzurri vincono, e con gol del grande Cevenini. Era destino. Lana sigilla il pari in casa della US Milanese, poi il Milan demolisce Nazionale Lombardia(5-1, con doppiette di Lana e Marchesi, e gol di Trerè) e Como (4-0: altra doppietta di Lana, rete di Morandi e gol di Van Hege, che non segnava da ben 3 partite!...) prima di impattare sulla stessa Nazionale Lombardia (2-2) e perdere in casa della Juventus; risultati alquanto altalenanti, dunque. La marcia prosegue con 2 goleade, 2 picchi di gioia in cui per l'ennesima volta splende incontrastata la stella di Van Hege: due triplette pazzesche, contro AC Milanese (6-1) e Racing Libertas (7-1). Il ritorno con la Juve è aperto dalla riservissima Avanzini, al debutto assoluto; raddoppia Lana, chiude sul 3-1 Morandi. Il derby è ancora sofferenza: 2-5, ma fa malissimo vedere Cevenini esultare in nerazzurro per la sua grande tripletta. Pareggiato il match con l'US Milanese (va in gol ancora Avanzini, alla seconda e ultima presenza rossonera!), il Milan chiude terzo con la vittoria a tavolino per forfait del Novara: a -5 dall'Inter e a -2 dalla Juventus.
VENTUNO GOL DI VAN HEGE: nelle 17 gare giocate, il formidabile cannoniere belga mette ancora una volta in luce tutto il suo inesauribile repertorio di bomber completo, tecnico, prolifico. Un attaccante totale, non un centravanti statico ma un micidiale killer che si muove a fondo in tutta la manovra offensiva. Un campione raro di qualità e quantità. In porta gioca quasi sempre il solito Barbieri (14 gare) e in difesa fa sempre la differenza la classe di Marco Sala (17), appoggiato dal De Vecchi... umano (16). Scarioni e Trerè sono i gladiatori che tengono la barriera mediana, ben aiutati dal giovane Lovati: argentino di Buenos Aires, 22 anni, Lovati ha una buona tecnica, la giusta personalità e sa creare buone occasioni; spesso si fa veder anche in zona gol. Aveva debuttato nel 1910, accumulando 8 presenze nelle prime tre stagioni; ora si impone come titolare e giovane tra i più interessanti del campionato, diventerà una bandiera rossonera lasciano il club solo nel 1922 dopo 114 apparizioni condite da 7 reti. Davanti, come detto in precedenza, spicca il canto del cigno di Lana, che segna 9 gol. Ferrario si accontenta di 4 centri. La commissione tecnica alterna Attilio Marchesi (8 presenze e ben 7 gol) al britannico Williams (9 e 1) che però non convince più di tanto. Buono il rendimento dell'ala Ernesto Morandi (17/3), un attaccante che non trova nel gol bensì nell'assist la sua massima aspirazione: è l'erede dell'uruguayano Bavastro (che ha salutato il Milan), ha 20 anni e giocherà 116 match in rossonero. In realtà aveva debuttato nel 1911, ma è nel 13/14 che diventa titolare, ruolo che ricoprirà fino al 1922; nel '23 si accontenta di fare la seconda linea, e chiude nel 1924 con gli ultimi 2 gettoni di carriera. In squadra si vedono anche Andrioli, Avanzin, Bozzi, Cappelli, Carito, Gaslini, Mosca e l'imperterrito Attilio Colombo, un senatore che fa da chioccia dopo aver passato gloriose annate in squadra.
MILAN PENALIZZATO dalla Juventus: l'anno prima i bianconeri si erano piazzati ultimi nel girone piemontese e, per evitare la retrocessione, chiedono asilo al girone lombardo; ottenutolo, si piazzano secondi dietro l'Inter, qualificandosi al girone finale. Il Milan, giunto terzo, non la manda giù. Anche Rizzi, come Cevenini, passa all'Inter: la fascia di capitano passa sul braccio armato di Luis Van Hege, quarta stagione rossonera e già 54 gol sulle spalle. Il principe dei bomber traccia un'altro assolo poderoso, infilando una stagione da 21 gol in 17 partite! Purtroppo però è anche la prima stagione senza Renzo De Vecchi: il mitico terzino della Nazionale, che al Milan prendeva 100 lire, accetta il ricco contratto del Genoa (ben 20 mila lire!) e il posto di lavoro in banca garantitogli in Liguria. A fine stagione il Milan paga qualche rilassamento di troppo in qualche gara interna, lo scudetto va sorprendentemente al Casale. Orgoglio da big: Pietro Lana, dopo le ultime declinanti due stagioni, si reinventa gran attaccante e conclude la sua avventura rossonera con 9 gol in 16 match. Formazione appena rinnovata: in porta resta la bandiera Barbieri, con il pilasto Sala a presidiare la zona; con lui non c'è più Renzo ma Carlo De Vecchi (nessuna parentela), un onesto mestierante che ironicamente i rifosi chiameranno "il nipote di Dio". Polmoni e grinta caratteristici del senatore Scarioni a centrocampo; al suo fianco la pregevole tecnica del giovane Cesare Lovati, nato in Argentina e futura bandiera del Milan: ha debuttato nel 1910 e, dopo alcune esperienze con la prima squadra, ora è titolare apprezzato e costante nel rendimento. Dall'altra parte galoppa il solito indomito Trerè. Attacco tutto sulle spalle di Van Hege, con Lana, Ferrario e alcuni "nuovi": Ernesto Morandi, che ha esordito un paio di anni prima ed è ora promosso titolare, e Attilio Marchesi, che si alterna costantemente all'inglese Williams.
A NOVARA parte il torneo del Milan, che vince 4-0 grazie alla sua coppia di bomber: Van Hege apre e chiude, in mezzo due guizzi di Lana. Scena che si ripete simile sul Como: Van Hege infila il portiere, il nuovo inglese Williams raddoppia; va a segno anche lo stantuffo Trerè, poi Van Hege decide di chiudere la gara: ancora 4-0. Nella partita successiva il Milan ospita la Juve. Ancora l'incommensurabile Van Hege, con una pregevole doppietta, indirizza i destini della sfida, chiusa sul 3-1 dopo il primo centro in rossonero del promettente argentino Lovati. Con la piccola AC Milanese non c'è storia: i cuginetti osano andare in vantaggio, e Van Hege capisce che anche stavolta deve darsi una mossa per salvare i suoi: segna, raddoppia, ubriaca la difesa, triplica, scatta, tira, segna un poker, guizza, sale, scende, copre, lotta e infila la quinta pera; Ferrario archivia il 6-1. E' un Milan che si deconcentra facilmente, e anche con la Racing Libertas va sotto; ancora Van Hege provvede, ma stavolta si limita all'1-1. Dopo aver passeggiato sulla Juventus Italia (6-0: bis di Ferrario, gol di Van Hege, Lana, Lovati e un autogol), il Milan ospita l'Inter degli ex. Purtroppo i nerazzurri vincono, e con gol del grande Cevenini. Era destino. Lana sigilla il pari in casa della US Milanese, poi il Milan demolisce Nazionale Lombardia(5-1, con doppiette di Lana e Marchesi, e gol di Trerè) e Como (4-0: altra doppietta di Lana, rete di Morandi e gol di Van Hege, che non segnava da ben 3 partite!...) prima di impattare sulla stessa Nazionale Lombardia (2-2) e perdere in casa della Juventus; risultati alquanto altalenanti, dunque. La marcia prosegue con 2 goleade, 2 picchi di gioia in cui per l'ennesima volta splende incontrastata la stella di Van Hege: due triplette pazzesche, contro AC Milanese (6-1) e Racing Libertas (7-1). Il ritorno con la Juve è aperto dalla riservissima Avanzini, al debutto assoluto; raddoppia Lana, chiude sul 3-1 Morandi. Il derby è ancora sofferenza: 2-5, ma fa malissimo vedere Cevenini esultare in nerazzurro per la sua grande tripletta. Pareggiato il match con l'US Milanese (va in gol ancora Avanzini, alla seconda e ultima presenza rossonera!), il Milan chiude terzo con la vittoria a tavolino per forfait del Novara: a -5 dall'Inter e a -2 dalla Juventus.
VENTUNO GOL DI VAN HEGE: nelle 17 gare giocate, il formidabile cannoniere belga mette ancora una volta in luce tutto il suo inesauribile repertorio di bomber completo, tecnico, prolifico. Un attaccante totale, non un centravanti statico ma un micidiale killer che si muove a fondo in tutta la manovra offensiva. Un campione raro di qualità e quantità. In porta gioca quasi sempre il solito Barbieri (14 gare) e in difesa fa sempre la differenza la classe di Marco Sala (17), appoggiato dal De Vecchi... umano (16). Scarioni e Trerè sono i gladiatori che tengono la barriera mediana, ben aiutati dal giovane Lovati: argentino di Buenos Aires, 22 anni, Lovati ha una buona tecnica, la giusta personalità e sa creare buone occasioni; spesso si fa veder anche in zona gol. Aveva debuttato nel 1910, accumulando 8 presenze nelle prime tre stagioni; ora si impone come titolare e giovane tra i più interessanti del campionato, diventerà una bandiera rossonera lasciano il club solo nel 1922 dopo 114 apparizioni condite da 7 reti. Davanti, come detto in precedenza, spicca il canto del cigno di Lana, che segna 9 gol. Ferrario si accontenta di 4 centri. La commissione tecnica alterna Attilio Marchesi (8 presenze e ben 7 gol) al britannico Williams (9 e 1) che però non convince più di tanto. Buono il rendimento dell'ala Ernesto Morandi (17/3), un attaccante che non trova nel gol bensì nell'assist la sua massima aspirazione: è l'erede dell'uruguayano Bavastro (che ha salutato il Milan), ha 20 anni e giocherà 116 match in rossonero. In realtà aveva debuttato nel 1911, ma è nel 13/14 che diventa titolare, ruolo che ricoprirà fino al 1922; nel '23 si accontenta di fare la seconda linea, e chiude nel 1924 con gli ultimi 2 gettoni di carriera. In squadra si vedono anche Andrioli, Avanzin, Bozzi, Cappelli, Carito, Gaslini, Mosca e l'imperterrito Attilio Colombo, un senatore che fa da chioccia dopo aver passato gloriose annate in squadra.
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