LOUIS VAN HEGE è stato uno degli attaccanti più straordinari mai passati in Italia: la sua unica colpa, oltre che ad un Milan poco vincente, è quella di essere vissuto nella preistoria del football: se ci fossero state delle immagini a poterlo tramandare ai posteri, godrebbe di una considerazione illimitata vista la grandiosità del suo repertorio, la completezza del suo essere attaccante e la spaventosa messe di reti contabilizzate nei suoi 7 anni rossoneri. Belga, Van Hege nasce a Bruxelles l'8 maggio 1889. Il gol ce l'ha nel sangue, tanto che entra giovanissimo nell'Union St Gilloise. Con i gialloblù assume a livelli di cannoniere internazionale, riscuotendo successi a grandi latitudini. Tanto che il grande Milan decide di metterlo sotto contratto nel 1910, dopo un'amichevole col suo club. Dettaglio non trascurabile: Van Hege non giocò quella gara, quindi la sua fama era già ben conosciuta nella lontana Italia! Van Hege veste dunque con orgoglio la maglia rossonera e incanta fin da subito, con 19 reti in sole 16 partite alla prima stagione. Sono anni difficili per il Milan, con una difesa un pò troppo allegra e un destino segnato nella tragedia (sportiva), se non fosse stato per van Hege. Lo chiamavano "Pallido Saettante", a causa del suo candore cutaneo e soprattutto per merito delle sue azioni folgoranti, scintillanti. Un bomber universale, che sfruttava il fisico minuto per schizzare come una pallina da tennis. Infatti era dotato di un dribbling rapido che lo rendeva pressochè imprendibile, e quando si trovava la palla tra i piedi era letale: potente, preciso. Le sue medie realizzative sono state sempre da capogiro, basta guardare il suo curriculum: 18 perle in 17 gare al secondo anno, 17 in 18 al terzo, e il meglio doveva ancora venire! Van Hege era la griffe che donava prestigio al Milan, invitato ovunque a disputare amichevoli per esprre il suo gioiello: come per l'inaugurazione del campo del Bologna (e Van Hege quella volta infilò 7 reti tutte d'un fiato!), o come per la tourneè in Belgio, con i tifosi del RC Halinoi che salutarono tra gli applausi la vittoria del Milan e le gesta del loro connazionale. Van Hege era la palesazione del gol, segnava praticamente sempre, non disdegnava le doppiette, adorava le triplette e a volte si concedeva il lusso sfrenato di conteggiare cinque reti in una partita. Un uragano implacabile, senza freni. Fu anche capitano del milan. Arrivò con Max Tobias, altro belga e altro bomber sublime, poi giocò con tantissimi partner, e al suo fianco tutti brillavano e segnavano con prolifictà: merito delle sue sponde, delle aperture, degli assit che regalava, forte dell'incredibile poliedricità delle sue doti. Medie realizzative pazzesche lo portarono a realizzare 21 gol in 17 gare nel 1914, e 22 (in 20 match) l'anno successivo; alla testa dell'attacco rossonero giocò alla grande queste prime 5 stagioni, mentre nelle ultime due, con la guerra mondiale in corso e i campionati che saltavano, raccolse 3 gare e un gol: la storia, insomma, era già fatta. Van Hege era impiegato alla Pirelli di Milano, visto che Pirelli era il presidente del Milan; quando al pomeriggio usciva dall'ufficio, in giacca e cravatta raggiungeva il campo di allenamento (all'Acquabella) correndo senza mai fermarsi dietro ai tram! Serio, disciplinato, mise insieme complessivamente un bottino di 98 reti in 91 partite col Milan. In piena guerra fu richiamato in patria e lasciò gli amati colori rossoneri salutando i compagni piangendo. Sì, piangeva Luis: sullo scudo di Milano che ornava le strisce rossonere colavano le lacrime del bomber. Il conflitto passò, lui per raccogliere fondi benefici tornò in Italia con una raccolta nazionale e giocò 2 amichevoli contro Italia e Milan. Divenne rappresentante della Pirelli in Belgio, e stella dell'Anderlecht di Bruxelles, la più titolata squadra belga di sempre; con lui in attacco brillava Venerino Papa, altro ex rossonero inviato nelle Fiandre come rappresentante Pirelli. Nel 1920, col Belgio, vinse un oro olimpico da capitano. Non dimenticò mai il suo Milan, fino alla sua morte. Che lo consacrò nella leggenda rossonera. La scheda di Van Hege.
venerdì 20 febbraio 2009
MILANSTORY: LOUIS VAN HEGE
LOUIS VAN HEGE è stato uno degli attaccanti più straordinari mai passati in Italia: la sua unica colpa, oltre che ad un Milan poco vincente, è quella di essere vissuto nella preistoria del football: se ci fossero state delle immagini a poterlo tramandare ai posteri, godrebbe di una considerazione illimitata vista la grandiosità del suo repertorio, la completezza del suo essere attaccante e la spaventosa messe di reti contabilizzate nei suoi 7 anni rossoneri. Belga, Van Hege nasce a Bruxelles l'8 maggio 1889. Il gol ce l'ha nel sangue, tanto che entra giovanissimo nell'Union St Gilloise. Con i gialloblù assume a livelli di cannoniere internazionale, riscuotendo successi a grandi latitudini. Tanto che il grande Milan decide di metterlo sotto contratto nel 1910, dopo un'amichevole col suo club. Dettaglio non trascurabile: Van Hege non giocò quella gara, quindi la sua fama era già ben conosciuta nella lontana Italia! Van Hege veste dunque con orgoglio la maglia rossonera e incanta fin da subito, con 19 reti in sole 16 partite alla prima stagione. Sono anni difficili per il Milan, con una difesa un pò troppo allegra e un destino segnato nella tragedia (sportiva), se non fosse stato per van Hege. Lo chiamavano "Pallido Saettante", a causa del suo candore cutaneo e soprattutto per merito delle sue azioni folgoranti, scintillanti. Un bomber universale, che sfruttava il fisico minuto per schizzare come una pallina da tennis. Infatti era dotato di un dribbling rapido che lo rendeva pressochè imprendibile, e quando si trovava la palla tra i piedi era letale: potente, preciso. Le sue medie realizzative sono state sempre da capogiro, basta guardare il suo curriculum: 18 perle in 17 gare al secondo anno, 17 in 18 al terzo, e il meglio doveva ancora venire! Van Hege era la griffe che donava prestigio al Milan, invitato ovunque a disputare amichevoli per esprre il suo gioiello: come per l'inaugurazione del campo del Bologna (e Van Hege quella volta infilò 7 reti tutte d'un fiato!), o come per la tourneè in Belgio, con i tifosi del RC Halinoi che salutarono tra gli applausi la vittoria del Milan e le gesta del loro connazionale. Van Hege era la palesazione del gol, segnava praticamente sempre, non disdegnava le doppiette, adorava le triplette e a volte si concedeva il lusso sfrenato di conteggiare cinque reti in una partita. Un uragano implacabile, senza freni. Fu anche capitano del milan. Arrivò con Max Tobias, altro belga e altro bomber sublime, poi giocò con tantissimi partner, e al suo fianco tutti brillavano e segnavano con prolifictà: merito delle sue sponde, delle aperture, degli assit che regalava, forte dell'incredibile poliedricità delle sue doti. Medie realizzative pazzesche lo portarono a realizzare 21 gol in 17 gare nel 1914, e 22 (in 20 match) l'anno successivo; alla testa dell'attacco rossonero giocò alla grande queste prime 5 stagioni, mentre nelle ultime due, con la guerra mondiale in corso e i campionati che saltavano, raccolse 3 gare e un gol: la storia, insomma, era già fatta. Van Hege era impiegato alla Pirelli di Milano, visto che Pirelli era il presidente del Milan; quando al pomeriggio usciva dall'ufficio, in giacca e cravatta raggiungeva il campo di allenamento (all'Acquabella) correndo senza mai fermarsi dietro ai tram! Serio, disciplinato, mise insieme complessivamente un bottino di 98 reti in 91 partite col Milan. In piena guerra fu richiamato in patria e lasciò gli amati colori rossoneri salutando i compagni piangendo. Sì, piangeva Luis: sullo scudo di Milano che ornava le strisce rossonere colavano le lacrime del bomber. Il conflitto passò, lui per raccogliere fondi benefici tornò in Italia con una raccolta nazionale e giocò 2 amichevoli contro Italia e Milan. Divenne rappresentante della Pirelli in Belgio, e stella dell'Anderlecht di Bruxelles, la più titolata squadra belga di sempre; con lui in attacco brillava Venerino Papa, altro ex rossonero inviato nelle Fiandre come rappresentante Pirelli. Nel 1920, col Belgio, vinse un oro olimpico da capitano. Non dimenticò mai il suo Milan, fino alla sua morte. Che lo consacrò nella leggenda rossonera. La scheda di Van Hege.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
hELLO from Belgium,
Louis VAN HEGE play for UNION SAINT-GILLOISE: 1907-1910, MILAN CLUB: 1910-1916 and UNION SAINT-GILLOISE: 1919-1923
PLEASE NOT FOR ANDERLECHT OUR ENNEMY !
Posta un commento