martedì 30 ottobre 2007

DOMANI SAMP-MILAN: GLI EX STORICI-PARTE II

DA GANZ AD EVANI, DA VIERCHOWOOD A SEEDORF PARTENDO DAL DOPPIO EX PIU' GRANDE DI TUTTI: RUUD GULLIT.

Inutile dilungarsi per ricordare la grandezza di Ruud Gullit, straordinaria mezzala olandese che arrivò a Milano dal PSV nel 1987 portando in Italia una vera Gullitmania. Il ciclonico gigante dalle folcloristiche treccine entusiasmava in campo e fuori: perchè nel rettangolo verde era un mostro devastante, capace di trascinare la squadra in imprese e galoppate incredibili; e fuori perchè era simpatico, estroverso, istrionico. Un vero personaggio, che ha conquistato san Siro dal primo istante. Universale, poliedrico, possente, bravo sia a inventare assist e cross che a realizzare in tutti i modi -acrobazia, potente incorata, opportunismo, con dribbling, dalla distanza...- Gullit è subito fondamentale a suon di gol nello scudetto '88 e nella Champions '89, dove sgna una doppietta in finale. Un infortunio ne limita il rendimento a cavallo del '90 e del '91, ma poi Gullit torna il tornado di sempre. 6 stagioni rossonere, 162 gare, 53 gol, 12 trofei e il Pallone d'oro nell'anno dell'Europeo con l'Olanda. I dissidi con Capello lo portano clamorosamente alla Sampdoria nel 1993. Lui crocifigge il Milan a Marassi col gol vittoria ed esulta come un matto, violentando la sua fede rossonera, soffocato dalla voglia di rivincita. Segna 18 gol, record per lui. Ma a fine anno torna al Milan, e nella Supercoppa affronta e affonda (con gol) proprio la Samp. Tuttavia la storia era ormai rotta, e dopo appena 3 gol in 9 gare a novembre torna a Genova: 11 gol. Dal '95 al '98 ha giocato nel Chelsea, anche da allenatore-giocatore (4 gol) senza brillare particolarmente. Da allora più volte ha speso parole dolci per il Milan, partecipando ai match rievocativi e tornando spesso a Milanello, dove nonostantre tutto aveva lasciato il cuore. Difensore arcigno e insuperabile, Pietro Vierchwood ha giocato dal 1976 al 2000 sempre onorando l'immagine di muro rude e combattivo. Fino all'81 aveva giocato nel Como (115 gare), poi passò per un anno alla Fiorentina meritandosi la chiamata prima della Nazionale (campione del mondo '82) e poi della Roma, con cui nell'83 vinse lo scudetto (30 presenze). Ma anche nella capitale restò un anno solo, chiamato dalla Sampdoria. In blucerchiato divenne una bandiera, un'istituzione, stabilendosi a Genova dal 1983 al 1995. Vinse 4 coppe Italia, la Supercoppa Italiana, la Coppa delle Coppe e soprattutto l'incredibile scudetto 1991. Nel cuore della difesa doriana brillò per 358 partite, segnando pure 25 reti. Trentaseienne, passò alla Juventus e in bianconero giocò un'altra grande stagione: vinse il suo terzo scudetto e la sua prima coppa dei Campioni. Vierchwood aveva vinto tutto, era un simbolo della Roma, della Samp e della Juve. La tappa successiva era conquistare anche il Milan. Ma i rossoneri vissero un'annata disgraziata, e dopo sole 16 gare (1 gol) lo zar lasciò Milano, giocando dal '97 al 2000 nel Piacenza, dove smise a 41 anni suonati.


MAURIZIO GANZ, "GANZ'N'ROSES"!

Maurizio Ganz era un bomber agile e minuto fisicamente, scattante e agile, dal guizzo sempre pronto. Cresce nelle giovanili della Sampdoria, esordisce in A diciottenne e, dopo 13 gare, va in prestito al Monza dove realizza 9 reti in C e si merita l'acquisto del Parma, con cui nel '90 segna 5 gol e mette in mostra delle buone qualità sul fronte offensivo. Lo acquista il Brescia, e in 2 stagioni con le rondinelle brilla con 29 gol e tante buone prestazioni. L'esplosione definitiva arriva con la maglia dell'Atalanta: 3 stagioni e 26 gol a Bergamo, ma soprattutto movimenti e giocate da seconda punta più che da bomber vero. Nel 1995 lo prende l'Inter, e per Ganz è la consacrazione: segna 26 reti in una stagione emezzo, vince la coppa Uefa e conquista i tifosi che lo chiamano Segna semper lu. Maurizio sarebbe anche legato alla maglia nerazzurra, ma nel gennaio 1998 viene spedito trentenne ai cugini del Milan tra le proteste dei tifosi. Debutta con gol in un derby di coppa Italia vinto 5-1: è l'immediato battesimo rossonero, il passato nerazzurro scivola via senza problemi per i tifosi che già lo adorano. E la stagione 98/99 è il suo capolavoro: Ganz è riserva di mille campioni, ma trova 5 gol pesanti per lo scudetto. Pesanti è dir poco, basti pensare alla splendida sforbiciata del 3-2, in extratime, alla "sua" Sampdoria: fu il gol che diede le ali al Milan. Chiuso da tanta concorrenza, nel gennaio 2000 Ganz preferì la provincia (Venezia) per giocare di più: 8 gol e il ritorno all' Atalanta, dove mette a segno altre 5 reti salvezza nel 2001. A 33 anni e a fine contratto si ritrova senza squadra. Lo chiama la Fiorentina, ma è stagione storta per entrambi: 2 gol e retrocessione. Ganz rinasce ad Ancona: trascina la squadra in A da vero bomber, e anche nel disgraziato anno di A è il migliore dei suoi: 14 centri in 2 stagioni. L'infinito Ganz riparte ancora in B, dal Modena, dove contribuisce con 4 reti ad un buon torneo nel 2005. Sembrava il canto del cigno, e invece Ganzvive altre due grandi stagioni. La prima in Svizzera,col Lugano: 11 reti. La seconda, l'ultima, in C con la Pro Vercelli: 10 reti.


IL GRANDE CHICCO EVANI

Chicco Evani era un promettente terzino delle giovanili del Milan. Esordì nel 1980 e si mise in luce per dedizione, combattività e ardore nelle annate di serie B. In seguito si impose come cursore di centrocampo, dinamico e propositivo. Divenne immediatamente una bandiera, amato dai tifosi e follemente dedito alla causa rossonera. Con Sacchi visse gli anni migliori, impazzando sulla corsia: forte fisicamente, tecnico, velocissimo, autore di cross in serie e recuperatore di palloni straordinario, Evani gioca 296 partite con la maglia rossonera. E segna 14 reti, su tutte quelle decisive nella vittoria dell'Intercontinentale '89 (missile su punizione a pochi istanti dal '120) e nella Supercoppa Europea sul Barcellona, nello stesso anno. Il suo palmares dice 3 scudetti, 3 supercoppe italiane, 2 coppe campioni, 2 Intercontinentali, 2 supercoppe europee. Insomma, dalla serie B ai trionfi euromondiali, sempre con addosso quei colori, e da protagonista. Nel 1993 a 30 anni Evani capisce di aver dato tutto al Milan e sceglie di pasare alla Sampdoria. In blucerchiato gioca 94 gare fino al '97 e, dopo un breve passaggio alla Reggiana, chiude nella Carrarese.


SEEDORF
BLUCERCHIATO

Un altro olandese, Clarence Seedorf, giocò nella Sampdoria a metà anni '90, prima di volare a vincere tutto con il Real Madrid. Seedorf, che nel '95 aveva vinto la Champions contro il Milan, è fantasista geniale e decisivo. A Madrid diventa stella mondiale, ma col passaggio all'Inter (2000) ha rischiato di perdersi, prima di rilanciarsi al Milan nel 2002, vivendo una nuova vita altrettanto degna di trionfi. Nel Milan campione d'Italia 1999 si distinse un giovane difensore prelevato dal Bari, Luigi Sala. Buon giocatore, che fu rossonero fino al 2001 prima di brillare con Chievo e Atalanta. Dal 2005 è una colonna della Sampdoria. Oggi Marco Borriello è stella e bomber del Genoa, ma il promettente centravanti (in prestito dal Milan) nei mille prestiti in giro per l'Italia ha vstito in passato anche la maglia blucerchiata. Hanno vestito entrambe le maglie anche Santin, Zecchini, Gambaro, Nuciari, Bonetti, Orlando, Maniero, Pagotto, Ferron, Nava, Donati, Kutuzov, Tonetto, Donadel e Dalla Bona.


GULLIT ROSSONERO...


...E CON LA SAMP

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