Il Milan parte bene ma non impressiona affatto nel girone di semifinale nazionale. Difesa traballante e centrocampo di guerrieri, con la 'meteora' Bellolio capocannoniere: 12 reti.
Una nuova gradinata in cemento rende un gran lusso, per il Milan, il campo di Viale Lombardia. Il campionato italiano, da diversi anni, ospita un numero di squadre mastodontico (88 in questa stagione) rendendo necessarie le fasi a gironi. Nei gironi iniziali, naturalmente, la concorrenza è ben poca cosa. E il Milan supera facilmente il primo turno eliminatorio. Piazzandosi quarta nel girone finale lombardo, la squadra allenata ancora da Guido Moda entra a fatica in semifinale interregionale nord, dove però sfigura alquanto (5 ko in 6 gare): lo scudetto va alla Pro Vercelli. Moda allestisce la squadra attorno al cuore dell'indomabile Scarioni: il simpatico baffetto di centrocampo, alla dodicesima stagione rossonera, è la bandiera e il capitano che fa pulsare i cuori di tifosi e compagni. Rocce come Lovati e Soldera completano la mediana davanti ad Azaghi e Bronzini, coppia difensiva che va sempre più affiatandosi. In attacco l'intoccabile Varese trova un gran partner in Bellolio, che con 12 centri è cannoniere della squadra.
BUON AVVIO. La stagione parte con un 4-1 sul campo del Monza, seguito dalla doppietta con cui Bozzi regola la Cremonese e dal 5-0 sullo stesso Monza: doppietta di Varese e bis di Bellolio. La squadra non trova particolari difficoltà nel gioco offensivo, così come nella manovra difensiva. Varese segna con meno frequenza rispetto all'anno prima, ma i suoi gol sono sempre importanti: la doppietta alla Cremonese ne è l'esempio. A due gare dalla fine del mini girone sale alla ribalta Francesco Soldera, uno della vecchia guardia; il guardiano di centrocampo è sempre piaciuto ai tifosi per la sua dedizione e la grinta con cui in campo non risparmia mai una goccia di sudore; con il gol di Busto Arsizio, e soprattutto con la successiva doppietta sulla Pro Patria (!), il guerriero manda i tifosi in visibilio. Il Milan vince 7-1 quel match, in cui Bellolio segna tre reti. Il Milan non viaggia altretanto spedito nella fase seguente. Bozzi piega la Trevigliese, poi i rossoneri pareggiano due volte il derby e perdono 5 delle successive 8 gare. La qualificazione arriva per il rotto della cuffia, grazie al 2-1 sulla Trevigliese (in rete il difensore Bronzini, frustrato dai problemi del suo reparto, e Varese) e al 7-1 in casa del Saronno: tripletta di Corsi, attaccante di riserva, e doppiette di Bellolio e Loiacono. Il girone di semifinale non è fortunato: il Milan paga una difesa non sempre perfetta contro avversari più esperti e perde 5 gare su 6, pareggiando solo col Genoa di De Vecchi.
L'ANNO DI BELLOLIO. In porta viene confermato l'ex interista Binda. Il duo difensivo Azaghi-Bronzini non è malvagio, ma tuttavia sembra funzionare solo con avversari più modesti: entrambi giocano 19 gare, e Bronzini trova pure il tempo di rifarsi degli errori del mestiere con 3 gol realizzati. A centrocampo, il trio è il solito, amatissimo dai tifosi: Lovati è il rossonero più continuo, schierato per ben 21 partite senza sbavature; Scarioni gioca 18 gare, nella sua stagione numero 12 in rossonero, idolatrato dai tifosi per la sua grande combattività nel mezzo della battaglia. Stesso discorso per Soldera, autore tra l'altro di 3 gol, fatto assai insolito per lui. in attacco Varese spinge 6 palloni in rete, in sole 15 partite; così il capocannoniere è Bellolio, che nel suo unico campionato in rossonero gioca 20 gare e segna ben 12 reti. Il solito esperto Ernesto Morandi cerca di ispirare le punte, gioca ben 21 volte ma non è sempre facile creare occasione se il gioco della squadra non sempre è rampante; 4 gol a testa per Bozzi e Loiacono, punte che pur senza avere grandi numeri si meritano la maglia titolare. A centrocampo talvolta si vedono Mazzoni (7 gare) e Rainieri (7); in attacco gioca 9 volte pure Corsi, che realizza 4 reti. Ai margini della squadra Andreoli (una stagione da titolare, buona, alle spalle: forse avrebbe meritato di giocare molto di più), Avanzini, Beretta, Gandolfi IV, Gelpi, Giudici, Loffi, Maggioni, Sangiorgi, Trabattoni e Travelli. Due gare le gioca pure Romolo Ferrario, attaccante senza grandissima tecnica che però nelle nove stagioni di Milan ha sempre offerto uno straordinario contributo in zona gol. Ferrario ha debuttato nel 1912, e dopo quell'unica presenza è diventato titolare l'anno dopo: subito 10 gol, poi 4 nel 1914, ma in 9 gare: una media alta in relazione alle gare giocate dalla squadra. Nel 1915 la sua stagione migliore: ben 11 centri. Nel triennio di guerra non ci sono molte partite (lui ne gioca 17) ma Ferrario segna lo stesso 7 gol. A fine 1920 raccoglie 8 gol in 10 incontri, prima delle ultime due apparizioni del '21: in totale, 70 presenze e 40 gol in rossonero. Bottino niente male per un giocatore di grande tenacia e utilità pragmatica nel cuore del gioco offensivo.
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