Bomber di razza (e di peso), Pastore alterna alla vita sul campo quella dietro alle telecamere di Cinecittà: è il primo 'divo' del pallone, e proprio a causa della carriera cinematografica lascerà due volte il Milan.
PADOVA, 3/3/1903. ATTACCANTE. Pietro Pastore è stato un autentico personaggio del calcio italiano degli anni '20 e '30. E non sono solo i suoi gol in quantità industriale a tramandarci il ricordo di questo centravanti padovano, quanto il suo essere stato il primo calciatore 'divo' della storia. Pastore infatti fa anche l'attore, e partecipa a due fil muti e un'ottantina di pellicole nell'apoca del sonoro, chiudendo la sua carriera artistica negli anni '60. In realtà solo in un film recita da protagonista ('Acciaio', 1933), però attorno a lui si crea la fama del belloccio piacione che oggi sembra prerogativa di tanti (semi)campioni. Pastore accettò addirittura il trasferimento, nel 1929, dal Milan alla Lazio, per poter stare vicino a Cinecittà. Scena che si ripete nel 1932. Eppure Pastore (classe 1908) è stato prima di tutto un grande centravanti, di scuola Padova: dopo gli esordi (4 reti) nei biancoscudati, la Juventus punta su di lui e lo porta in bianconero nel 1923. A Torino resta 4 stagioni, e non gioca moltissimo: 66 partite, circondato dai grandissimi campioni della Signora. Però svela un fiuto per il gol pazzesco, tanto che segna la bellezza di 55 reti! Potente e caparbio, Pastore passa al Milan nel 1927, a 24 anni, e al primo anno segna 13 reti. La stagione successiva è quella della sua co nsacrazione, con 27 centri che valgono il secondo posto e l'ingresso nella serie A a girone unico. Come detto però Pastore accetta la corte della Lazio e vola nella capitale, dove infila 23 reti in due stagioni: ancora una buona media. Nel 1931/32 ritorna al Milan, e piovono altre 13 reti: quarto posto entusiasmante per i derelitti fans rossoneri. Però Pastore sente forte il richiamo del cinema, e alla soglia dei 30 anni torna alla Lazio. Ormai i riflessi sono però appannati, e in 2 anni segna solo 9 volte. Prova a rilanciarsi a Perugia, ma non gioca praticamente mai (3 gare e 2 gol), cos' accetta il clamoroso ritorno a Roma, ma sulla sponda giallorossa. Senza squilli: 4 gare e 1 gol, quando ormai la sua storia di bomber era già scritta. 150 gol con le maglie di Juventus, Milan e Lazio sono qualcosa di importante. Pastore è morto a Roma nel gennaio 1968.
PADOVA, 3/3/1903. ATTACCANTE. Pietro Pastore è stato un autentico personaggio del calcio italiano degli anni '20 e '30. E non sono solo i suoi gol in quantità industriale a tramandarci il ricordo di questo centravanti padovano, quanto il suo essere stato il primo calciatore 'divo' della storia. Pastore infatti fa anche l'attore, e partecipa a due fil muti e un'ottantina di pellicole nell'apoca del sonoro, chiudendo la sua carriera artistica negli anni '60. In realtà solo in un film recita da protagonista ('Acciaio', 1933), però attorno a lui si crea la fama del belloccio piacione che oggi sembra prerogativa di tanti (semi)campioni. Pastore accettò addirittura il trasferimento, nel 1929, dal Milan alla Lazio, per poter stare vicino a Cinecittà. Scena che si ripete nel 1932. Eppure Pastore (classe 1908) è stato prima di tutto un grande centravanti, di scuola Padova: dopo gli esordi (4 reti) nei biancoscudati, la Juventus punta su di lui e lo porta in bianconero nel 1923. A Torino resta 4 stagioni, e non gioca moltissimo: 66 partite, circondato dai grandissimi campioni della Signora. Però svela un fiuto per il gol pazzesco, tanto che segna la bellezza di 55 reti! Potente e caparbio, Pastore passa al Milan nel 1927, a 24 anni, e al primo anno segna 13 reti. La stagione successiva è quella della sua co nsacrazione, con 27 centri che valgono il secondo posto e l'ingresso nella serie A a girone unico. Come detto però Pastore accetta la corte della Lazio e vola nella capitale, dove infila 23 reti in due stagioni: ancora una buona media. Nel 1931/32 ritorna al Milan, e piovono altre 13 reti: quarto posto entusiasmante per i derelitti fans rossoneri. Però Pastore sente forte il richiamo del cinema, e alla soglia dei 30 anni torna alla Lazio. Ormai i riflessi sono però appannati, e in 2 anni segna solo 9 volte. Prova a rilanciarsi a Perugia, ma non gioca praticamente mai (3 gare e 2 gol), cos' accetta il clamoroso ritorno a Roma, ma sulla sponda giallorossa. Senza squilli: 4 gare e 1 gol, quando ormai la sua storia di bomber era già scritta. 150 gol con le maglie di Juventus, Milan e Lazio sono qualcosa di importante. Pastore è morto a Roma nel gennaio 1968.
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