Non c'è più trippa per gatti. E' con immenso rammarico che i tifosi rossoneri si rassegnano ormai ad un Milan mediocre, un circo del pallone che si premura di vendere abbonamenti e magliette ma non si cura delle mediocri figure rimediate in giro per i campi italiani e, ora, pure europei. I capi di accusa sono infiniti, ed è difficile anche solo capire da dove iniziare il discorso: partiamo allora dal fatto che da ormai troppe stagioni il Milan lotta per il terzo-quarto posto, come una Fiorentina o una Udinese qualsiasi: le dichiarazioni di Ancelotti di martedì mattina fanno sorridere. 'Il mio futuro? È chiaro che se il Milan non dovesse centrare il terzo posto qualcosa potrebbe cambiare, anche per me. Ma sono convinto che arriveremo terzi e che, dunque, non ci sarà alcun problema'. Fa sorridere sentire il Milan parlare così, auspicarsi un terzo posto 'tranquillo', come se nulla fosse successo. Dopo Genova la società ha mantenuto la tranquillità, il profilo basso, non ha fatto esplodere casi e casini, ma i tifosi attendevano proprio quello: qualche dichiarazione decisa, qualche mossa evidente che facesse capire che anche in via Turati sono girati a qualcuno. Nulla. Tutto bene, tutto bello. Continuiamo a lottare per il nostro terzo posto, dopo un'eliminazione disastrosa in Uefa per come è maturata, dopo anni di vacche magre. L'Ac Milan ultimamente tira a vivacchiare, a mascherare i problemi dietro a vittorie da 'trascinare' negli anni a venire: la scusa del 'club più titolato al mondo' è diventata ridicola, perchè in campo di diabolico c'è solo la perversa tendenza all'autodistuzione. Soldi non ce ne sono: Milan e Juve non possono più competere con l'Inter, e questo rischia di portare il nostro campionato a livello di quello scozzese; ma se a Torino hanno capito che bisogna ripartire con umiltà e costruire una squadra piano piano partendo da giovani italiani (Molinaro, De Ceglie, Chiellini, Marchisio), a Milanello qualcuno non vuole accettare la rinuncia ai grandi nomi che tanto fanno bene al merchandising. Si finge di essere grandi, si finge di essere ricchi: Beckham, Ronaldinho, Shevchenko, e chi più ne ha più ne metta: venghino siori, venghino. Il circo è allestito, poi non importa ritrovarsi staccatissimi a metà campionato, non importa che quelle superstelle calino clamorosamente, non importa che debba essere sempre un ragazzino di 19 anni a salvare panchine e poltrone. 'Se non arriviamo terzi dovremo accettare un ridimensionamento', ha detto Galliani prima di Genova: pazzesco. Pazzesco perchè il ridimensionamento ci deve essere in ogni caso, bisogna dire 'ciao grazie' a chi ha già dato tutto e dare un taglio ai nepotismi, innervare la squadra di giovani: magari non si vincerà subito, ma un anno di transizione per far crescere Gourcuff e compagni lo accettiamo: anni di transizione da sopportare per colpa di mercati fatti 'a caso' no, non li sopportiamo più. A pensarci bene, il Milan già in queste condizioni è ridimensionato, ma non nel senso 'positivo' che coinciderebbe con la ricostruzione che parta da una linea verde. Sono anni che in casa Milan non si costruisce la squadra partendo dalle fondamenta, ma badando più alla faccia nota o alle soluzioni esotiche. Perchè Senderos e non un Marco Motta, un Barzagli? Perchè nessuno si accorge della clamorosa involuzione di Pirlo e Seedorf, mentre Gourcuff incanta dove gli danno fiducia? Che senso ha prendere plotoni di sudamericani in erba (che peraltro non vengono mai nemmeno utilizzati) come Cardacio, Viudez, Mattioni e ieri Grimi? Perchè a gennaio non è arrivato un centravanti di peso vista la iella terribile che ha fermato Borriello? Fiumi di domande senza risposta frullano nelle teste dei tifosi rossoneri. 'Con uno o due acquisti torneremo grandi', aveva detto Ancelotti sempre prima di Genova. Ma stiamo scherzando? Qui c'è una squadra da rifare, e dalle dichiarazioni del mister si capisce che la musica sarà la stessa anche l'anno prossimo: mercoledì mattina i principali siti specializzati hanno parlato di tagli agli stipendi, e su 'Gazzetta.it' si è letto che 'Per il sostituto in rosa di Paolo Maldini il Milan dovrà pescare al meno pregiato mercato dei difensori vicino allo svincolo: quindi a parametro zero. O quasi', il che è sorprendente per una difesa da rifare e una squadra da far rialzare. Le stelle rossonere accetteranno queste riduzioni ai loro stipendi, Kakà in primis? Real e soci sono pronti a depredare la Sacra Famiglia. Siamo stufi di non avere più stimoli e obbiettivi già a fine febbraio. Ma purtroppo la sensazione è che non cambierà granchè, Ancelotti o non Ancelotti. Nei giorni scorsi si è addirittura vociferato della cessione della società (o parte delle azioni) allo sceicco Mansour (quello del manchester City e di Kakà): il Milan ha smentito, ma i tifosi farebbero bene a interrogarsi sul fatto, chiedendosi se preferiscono un Milan di nuovo stellare ed economicamente forte o se dare ragione al proprio cuore e alla propria storia, che vuol dire Famiglia Berlusconi anche a costo di non essere più i numeri uno incontrastati.
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