Il Milan parte male, ma l'arrivo in corsa di mister Garbutt coincide con una rimonta fino al quarto posto. In lotta tricolore fino a pochi turni dal termine, i rossoneri scoprono i gol del giovane Aldo Boffi.
Il Milan 1936-37. Da sinistra in piedi: Moretti, Capra, Gabardo, Boffi, Rigotti, Bortoletti e Gianesello. Accosciati da sinistra: Zorzan, Perversi, Cossio e Bonizzoni.
I cuori rossoneri di vecchia data, quelli che hanno tribolato per anni dietro ad un Diavolo 'provincialotto', hanno da entusiasmarsi in questo 1936/37 che vede la milizia rossonera competere addirittura per lo scudetto. Almeno fino a sei giornate dal termine, quando la sconfitta di Novara segna un calo inevitabile e consente al Bologna di approdare sul trono nazionale. Sulla poltrona presidenziale si siede Emilio Colombo, la società passa da Milan Football Club ad Associazione Sportiva Milan. Il mercato vede un completo ribaltone dell'attacco: Arcari lascia dopo 6 stagioni e 70 gol in campionato. Con lui saluta Romani, mentre il brasiliano Arnoni torna in Patria in prestito (saudade). Gli acquisti sono Egidio Capra, Remo Cossio e un certo Aldo Boffi da Giussano: arriva dal Seregno (serie B), ha 22 anni e un sorriso bambino. Non un colosso, ma un attaccante che in area dimostrerà innumerevoli doti. La partenza della squadra era stata terribile, portando addirittura all'esonero di Baloncieri rilevato dall'inglese William Garbutt. L'artefice della grande rimonta, prima del calo succitato. Il Milan termina quarto, e in Coppa Italia si deve piegare al Genova dopo 118 minuti in semifinale. La formazione tipo: Zorzan, Perversi, Bonizzoni; Rigotti, Bortoletti, Gianesello; Moretti, Gabardo; Capra, Boffi, Cossio.
RIMONTA DI FORZA. Lo 0-3 in casa Lazio, alla prima giornata, è difficile da digerire. Ci pensa Capra, il nuovo attaccante, a tranquillizzare i tifosi. Il suo biglietto da visita è una tripletta nel 4-1 all'Alessandria. Dopo lo 0-0 a Lucca, Capra segna anche nel derby, pareggiato per 1-1: un guizzo fondamentale. Capra sembra la nuova stella del reparto: solo pochi mesi dopo, comunque ottimi per lui, sanciranno che il vero fuoriclasse è Boffi. Il Milan vince in casa ma soffre fuori: 0-0 a casa della Sampierdarenese, poi 1-0 nelle mura amiche sul Napoli. Decide Cossio, il terzo nuovo attaccante e quello che soffrirà di più le vibrazioni di San Siro. Aldo Boffi debutta a Torino: in trasferta, quasi matematico, è sconfitta (1-3). Un solo punto con Bari e triestina costa la panchina di Baloncieri, che salta all'indomani di un 2-0 al Novara. Apre Gabardo, brasiliano un pò opaco nella stagione precedente che trova più continuità come fantasista, e raddoppia il giovane Boffi. Il primo di una lunga serie. Garbutt porta rigore tattico e innovazione: 1-0 targato Cossio al Genova, identico risultato con la Roma grazie al rigore della 'mente armata' Moretti, sempre piazzato alle spalle delle tre punte. Dopo due vittorie, nulla può l'omino inglese contro la Juventus, che a Milano si porta sul 3-0: l'orgoglio del Milan è forte, Boffi, Cossio e Gabardo tentano la rimonta ma il match termina 3-4. Niente paura: Garbutt ha trasformato il vecchio Diavolo, che ora vince anche in trasferta. A Firenze segnano ancora Gabardo e Boffi. Si iniziano a presagire le doti incredibili del giovane bomber italiano: veloce, guizzane, dotato di una 'castagna' considerevole. Quella coi viola è la prima di 11 risultati consecutivi, una striscia che porta il Milan laddove osano le acquile. Milano ospita il Bologna futuro campione, la sfida si decide dal dischetto. Toccherebbe a Moretti, ma il momento è delicato e Bonizzoni -difensore che non ha mai segnato in vita sua- chiede la palla al regista. Palla nel sacco e festa per Bonizzoni. Sembra una corazzata, il Milan di Garbutt: 5-3 alla Lazio in una sfida avvincente. Piola, centravanti mitologico, apre le danze al '9. Capra, dopo qualche partita sottotono, replica dopo appena 4 minuti, e il solito Moretti fa balzare in piedi San Siro al '14. Il Milan controlla e dà spettacolo, e nella ripresa sale sul 3-1: è ancora una progressione del generossisimo Moretti, idolo della Milano rossonera, a portare al gol. La Lazio accorcia (D'Odorico e ancora Piola), ma non c'è storia e Capra chiude la gara. Il 5-3 è ancora di Moretti: tripletta, standing ovation da brividi e dichiarazione d'intenti pesante del Milan. Che col 3-1 ad Alessandria non può più nascondersi: va in gol Capra, certo, ma gli occhi dei tifosi si sgranano per la doppietta di Aldo Boffi da Giussano. Un centravanti completo, che sembra addirittura più forte dell'intoccabile idolo di 'ieri', Arcari. Senza sosta nè ostacoli, il Milan travolge la Lucchese (3-0) andando a bersaglio col suo attacco al completo: Capra, Boffi, Cossio. Un potenziale straordinario: se Cossio termina la stagione con soli 6 centri, Boffi ne realizza 8 -ma in sole 22 partite, visto che Baloncieri lo vedeva poco- e Capra addirittura 14. Roba forte, per i tifosi rossoneri dell'epoca. Milan in vetta, ma la stanchezza inizia a farsi sentire: seguono 5 pareggi in 6 gare che portano comunque punti, come nel derby (1-1 e centro di Cossio: pochi gol, ma pesanti), con la Samp (2-2), col Toro (0-0) e la Triestina (0-0). In mezzo, giornata di gloria per Gabardo a Napoli (1-0 segnato dal brasiliano). Lo scudetto è sempre in ballo, e il Milan lo sogna abbattendo il Bari (4-0) con una ricca tripletta di Capra, in forma strepitosa. Ma lo 0-1 novarese segna l'inizio del declino, caratterizzato da 2 pari, 2 sconfitte (Juve e, all'ultimo turno, il Bologna campione) e una vittoria soltanto (1-0 sulla Fiorentina, matata da Gabardo). COPPA ITALIA. Parte forte il Milan, con un 4-0 all'Atalanta: doppietta del bomber Boffi. I rossoneri superano il Venezia (2-0, Gabardo e Boffi) e hanno ragione del Bari solo dopo un replay del match: 2-2 all'andata, 3-1 al ritorno. In rete vanno i soliti Capra e Boffi, oltre a Cresta, utilizzato solo 8 volte nell'arco delle ultime due stagioni. La semifinale col Genoa è però fatale: Boffi marca rete nell'1-1 di Milano e si ripete in Liguria, ma i rossoblù si impongono con una doppietta di Marchionneschi (ne aveva fatti 2 anche nel 2-2 di campionato) al '118 supplementare.
IL BOMBER E' CAPRA. Zorzan si rivela degno erede di Compiani: 34 gare e rendimento elevato. 36 match a testa per i suoi guardiani Perversi (11a annata rossonera e la fascia di capitano al braccio) e Bonizzoni, che col Bologna chiede di calciare il rigore decisivo, segnando il primo gol in carriera. In mezzo, a fianco ai portatori d'acqua Rigotti (34 gare) e Bortoletti (36), si distingue il tocco buono di Sereno Gianesello da Monticello Conte Otto, esploso nel Vicenza e affacciatosi in rossonero l'anno prima (14 gare): diventa titolare e ne disputa 33. In regia ormai Moretti è un'istituzione: pilota il gioco e segna come sempre (30 gare), 6 centri e una tripletta alla Lazio per lui. Gli afficancano Gabardo, l'ultimo sudamericano rimasto dei tre acquistati l'anno prima: più a suo agio in regia che in attacc, gioca 33 gare e segna la bellezza di 8 gol. I tre punteros sono tutti nuovi. Remo Cossio, 24 anni, è il colpo meno riuscito soli 6 gol in 29 gare, anche se pesanti come quello nel derby di ritorno, come l'1-0 a Napoli, quello al Genova. Nelle successive due annate raccoglierà solo poche briciole. Egidio Capra invece, 23 anni, entusiasma subito la folla con una tecnica discreta e un buon fiuto del gol. 14 le sue reti in totale, 12 in campionato con picchi di esaltazione nelle triplette all'Alessandria e al Bari. Il suo rendimento calerà decisamente nei due anni seguenti. Destino inverso per Aldo Boffi, 8 centri in 22 match (più 7 in sei gare di Coppa!): in 9 stagioni di Milan ne realizzerà 136, un numero pazzesco, e vincerà anche il titolo di capocannoniere del campionato. In rosa anche Renato De Manzano (12 partite), Cresta, Martini, Poggi, Rivolta, Zandali e Zidarich, sfortunato titolare l'anno prima.
Il Milan 1936-37. Da sinistra in piedi: Moretti, Capra, Gabardo, Boffi, Rigotti, Bortoletti e Gianesello. Accosciati da sinistra: Zorzan, Perversi, Cossio e Bonizzoni.
I cuori rossoneri di vecchia data, quelli che hanno tribolato per anni dietro ad un Diavolo 'provincialotto', hanno da entusiasmarsi in questo 1936/37 che vede la milizia rossonera competere addirittura per lo scudetto. Almeno fino a sei giornate dal termine, quando la sconfitta di Novara segna un calo inevitabile e consente al Bologna di approdare sul trono nazionale. Sulla poltrona presidenziale si siede Emilio Colombo, la società passa da Milan Football Club ad Associazione Sportiva Milan. Il mercato vede un completo ribaltone dell'attacco: Arcari lascia dopo 6 stagioni e 70 gol in campionato. Con lui saluta Romani, mentre il brasiliano Arnoni torna in Patria in prestito (saudade). Gli acquisti sono Egidio Capra, Remo Cossio e un certo Aldo Boffi da Giussano: arriva dal Seregno (serie B), ha 22 anni e un sorriso bambino. Non un colosso, ma un attaccante che in area dimostrerà innumerevoli doti. La partenza della squadra era stata terribile, portando addirittura all'esonero di Baloncieri rilevato dall'inglese William Garbutt. L'artefice della grande rimonta, prima del calo succitato. Il Milan termina quarto, e in Coppa Italia si deve piegare al Genova dopo 118 minuti in semifinale. La formazione tipo: Zorzan, Perversi, Bonizzoni; Rigotti, Bortoletti, Gianesello; Moretti, Gabardo; Capra, Boffi, Cossio.
RIMONTA DI FORZA. Lo 0-3 in casa Lazio, alla prima giornata, è difficile da digerire. Ci pensa Capra, il nuovo attaccante, a tranquillizzare i tifosi. Il suo biglietto da visita è una tripletta nel 4-1 all'Alessandria. Dopo lo 0-0 a Lucca, Capra segna anche nel derby, pareggiato per 1-1: un guizzo fondamentale. Capra sembra la nuova stella del reparto: solo pochi mesi dopo, comunque ottimi per lui, sanciranno che il vero fuoriclasse è Boffi. Il Milan vince in casa ma soffre fuori: 0-0 a casa della Sampierdarenese, poi 1-0 nelle mura amiche sul Napoli. Decide Cossio, il terzo nuovo attaccante e quello che soffrirà di più le vibrazioni di San Siro. Aldo Boffi debutta a Torino: in trasferta, quasi matematico, è sconfitta (1-3). Un solo punto con Bari e triestina costa la panchina di Baloncieri, che salta all'indomani di un 2-0 al Novara. Apre Gabardo, brasiliano un pò opaco nella stagione precedente che trova più continuità come fantasista, e raddoppia il giovane Boffi. Il primo di una lunga serie. Garbutt porta rigore tattico e innovazione: 1-0 targato Cossio al Genova, identico risultato con la Roma grazie al rigore della 'mente armata' Moretti, sempre piazzato alle spalle delle tre punte. Dopo due vittorie, nulla può l'omino inglese contro la Juventus, che a Milano si porta sul 3-0: l'orgoglio del Milan è forte, Boffi, Cossio e Gabardo tentano la rimonta ma il match termina 3-4. Niente paura: Garbutt ha trasformato il vecchio Diavolo, che ora vince anche in trasferta. A Firenze segnano ancora Gabardo e Boffi. Si iniziano a presagire le doti incredibili del giovane bomber italiano: veloce, guizzane, dotato di una 'castagna' considerevole. Quella coi viola è la prima di 11 risultati consecutivi, una striscia che porta il Milan laddove osano le acquile. Milano ospita il Bologna futuro campione, la sfida si decide dal dischetto. Toccherebbe a Moretti, ma il momento è delicato e Bonizzoni -difensore che non ha mai segnato in vita sua- chiede la palla al regista. Palla nel sacco e festa per Bonizzoni. Sembra una corazzata, il Milan di Garbutt: 5-3 alla Lazio in una sfida avvincente. Piola, centravanti mitologico, apre le danze al '9. Capra, dopo qualche partita sottotono, replica dopo appena 4 minuti, e il solito Moretti fa balzare in piedi San Siro al '14. Il Milan controlla e dà spettacolo, e nella ripresa sale sul 3-1: è ancora una progressione del generossisimo Moretti, idolo della Milano rossonera, a portare al gol. La Lazio accorcia (D'Odorico e ancora Piola), ma non c'è storia e Capra chiude la gara. Il 5-3 è ancora di Moretti: tripletta, standing ovation da brividi e dichiarazione d'intenti pesante del Milan. Che col 3-1 ad Alessandria non può più nascondersi: va in gol Capra, certo, ma gli occhi dei tifosi si sgranano per la doppietta di Aldo Boffi da Giussano. Un centravanti completo, che sembra addirittura più forte dell'intoccabile idolo di 'ieri', Arcari. Senza sosta nè ostacoli, il Milan travolge la Lucchese (3-0) andando a bersaglio col suo attacco al completo: Capra, Boffi, Cossio. Un potenziale straordinario: se Cossio termina la stagione con soli 6 centri, Boffi ne realizza 8 -ma in sole 22 partite, visto che Baloncieri lo vedeva poco- e Capra addirittura 14. Roba forte, per i tifosi rossoneri dell'epoca. Milan in vetta, ma la stanchezza inizia a farsi sentire: seguono 5 pareggi in 6 gare che portano comunque punti, come nel derby (1-1 e centro di Cossio: pochi gol, ma pesanti), con la Samp (2-2), col Toro (0-0) e la Triestina (0-0). In mezzo, giornata di gloria per Gabardo a Napoli (1-0 segnato dal brasiliano). Lo scudetto è sempre in ballo, e il Milan lo sogna abbattendo il Bari (4-0) con una ricca tripletta di Capra, in forma strepitosa. Ma lo 0-1 novarese segna l'inizio del declino, caratterizzato da 2 pari, 2 sconfitte (Juve e, all'ultimo turno, il Bologna campione) e una vittoria soltanto (1-0 sulla Fiorentina, matata da Gabardo). COPPA ITALIA. Parte forte il Milan, con un 4-0 all'Atalanta: doppietta del bomber Boffi. I rossoneri superano il Venezia (2-0, Gabardo e Boffi) e hanno ragione del Bari solo dopo un replay del match: 2-2 all'andata, 3-1 al ritorno. In rete vanno i soliti Capra e Boffi, oltre a Cresta, utilizzato solo 8 volte nell'arco delle ultime due stagioni. La semifinale col Genoa è però fatale: Boffi marca rete nell'1-1 di Milano e si ripete in Liguria, ma i rossoblù si impongono con una doppietta di Marchionneschi (ne aveva fatti 2 anche nel 2-2 di campionato) al '118 supplementare.
IL BOMBER E' CAPRA. Zorzan si rivela degno erede di Compiani: 34 gare e rendimento elevato. 36 match a testa per i suoi guardiani Perversi (11a annata rossonera e la fascia di capitano al braccio) e Bonizzoni, che col Bologna chiede di calciare il rigore decisivo, segnando il primo gol in carriera. In mezzo, a fianco ai portatori d'acqua Rigotti (34 gare) e Bortoletti (36), si distingue il tocco buono di Sereno Gianesello da Monticello Conte Otto, esploso nel Vicenza e affacciatosi in rossonero l'anno prima (14 gare): diventa titolare e ne disputa 33. In regia ormai Moretti è un'istituzione: pilota il gioco e segna come sempre (30 gare), 6 centri e una tripletta alla Lazio per lui. Gli afficancano Gabardo, l'ultimo sudamericano rimasto dei tre acquistati l'anno prima: più a suo agio in regia che in attacc, gioca 33 gare e segna la bellezza di 8 gol. I tre punteros sono tutti nuovi. Remo Cossio, 24 anni, è il colpo meno riuscito soli 6 gol in 29 gare, anche se pesanti come quello nel derby di ritorno, come l'1-0 a Napoli, quello al Genova. Nelle successive due annate raccoglierà solo poche briciole. Egidio Capra invece, 23 anni, entusiasma subito la folla con una tecnica discreta e un buon fiuto del gol. 14 le sue reti in totale, 12 in campionato con picchi di esaltazione nelle triplette all'Alessandria e al Bari. Il suo rendimento calerà decisamente nei due anni seguenti. Destino inverso per Aldo Boffi, 8 centri in 22 match (più 7 in sei gare di Coppa!): in 9 stagioni di Milan ne realizzerà 136, un numero pazzesco, e vincerà anche il titolo di capocannoniere del campionato. In rosa anche Renato De Manzano (12 partite), Cresta, Martini, Poggi, Rivolta, Zandali e Zidarich, sfortunato titolare l'anno prima.
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