venerdì 6 marzo 2009

MILANSTORY: BANAS JOZSEF


Eccelso regista ungherese, Banas portò al Milan prestigio, esperienza e gran visione di gioco. Si impose subito come faro della squadra, ma un grave infortunio lo tolse di mezzo dopo due sole stagioni. Darà una grossa mano anche come tecnico e restauratore atletico.

CIFER (ungheria), 5/2/1894.
JOZSEF BANAS
ha vestito la maglia rossonera per sole due stagioni e a fine carriera, ma ha saputo regalare ai tifosi rossoneri di metà anni '20 forti emozioni. Emozioni dovute, oltre che alla sua bravura in regia, al prestigio e alla fama internazionale che questo regista biondino proveniente dall'est ha saputo portare a Milano. Nato in Ungheria, a Cifer, nel 1894, sin da piccolo si è trasfertio con i suoi a Budapest. Nella capitale ha vestito con onore la maglia del glorioso Ferencvaros, dopo aver iniziato nel Vasas nel 1913. playmaker preciso, dal passaggio filtrante ben registrato in repertorio, Banas si impone presto come uno dei migliori "volanti" europei. Del resto la scuola magiara è una delle più apprezzate dell'epoca, e Banas non tarda a brillare anche in Cecoslovacchia, acquistato dal Vasas. Nel 1924, a 30 anni, accetta la corte di Piero Pirelli e si trasferisce al Milan. E' un gran colpo per l'immagine della società rossonera, ma anche il responso del campo ne trae beneficio: Banas si impone presto per personalità e carisma, piazzandosi nel cuore del centrocampo e pilotando la manovra con esperienza superiore. In quel Milan era quasi un extraterrestre. Le sue qualità migliori erano la visione di gioco caratteristica dei grandi registi, unita ad un tocco sapiente, ad una innata naturalezza nell'innescare gli avanti con movimenti da metronomo. 20 gare al primo anno, e un gol. 20 gare al secondo, poi il destino ha deciso di fermarlo sfasciandogli il ginocchio: carriera finita, in occasione di un pari con l'Alessandria. Banas smise la maglia del Milan e tornò in patria. La società rossonera lo richiama nel 1930, come scopritore di talenti. Banas col tempo diventò allenatore, anche dello stesso Milan; guidò Padova, Cremonese, Pescara, Palermo e Acireale, allenando in veneto anche Nereo Rocco. Nel '58 tornò al Milan come consulente e restauratore atletico, rimise in sesto la squadra che era sfinita e le consentì di volare fino allo scudetto. Insomma, un grande uomo, bravo in ogni campo. Anche senza scarpette chiodate.

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